I pochi mesi del 2017 hanno visto un altro attore scendere in campo sulla scena politica ungherese in vista delle elezioni del 2018. Con il ritiro della candidatura per le Olimpiadi come cavallo di battaglia, Momentum Movement si sta facendo strada nella politica ungherese asserendo di voler portare avanti quel movimento iniziato nel 1989 e volto a creare una “vera democrazia” in Ungheria.

Nonostante ciò i sondaggi recenti indicano Viktor Orbán e il suo partito Fidesz ancora in grande vantaggio. Quanto sarà dunque incisivo l’impatto di Momentum sulla scena politica ungherese? E come stanno reagendo gli altri partiti a un movimento composto principalmente da studenti e giovani neolaureati? Lo hanno spiegato Csaba Tóth, direttore di Republikon Inézet e Ágoston Sámuel Mráz, fondatore di Nézőpont Group, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Budapest lo scorso giovedì.

“La situazione politica ungherese, al contrario di quello che si possa pensare, è molto stabile“, ha esordito Mráz. “Anche se Fidesz non è certo di ottenere i due terzi, detiene comunque la maggioranza in Parlamento”. E anche Tóth sembra essere d’accordo, rilevando che dagli ultimi sondaggi risulta che Fidesz stia ancora conducendo il gioco. “Abbiamo posto ai cittadini una semplice domanda: che tipo di governo volete? E abbiamo dato loro una scelta multipla: un governo guidato da Fidesz, uno guidato dalla sinistra liberale o uno guidato da Jobbik (la destra radicale)? A questa domanda, il 50% degli ungheresi ha dichiarato di preferire un governo guidato da Fidesz, mentre il 29% si è dichiarato a favore della sinistra e solo il 16% vede in Jobbik il leader del prossimo governo.”

Non dimentichiamo però che da gennaio c’è un nuovo “partito” sulla scena, anche se definire Momentum un partito non sarebbe del tutto corretto, in quanto loro stessi sono stati i primi a definirsi solo un movimento. Momentum ci sta dimostrando che non è impossibile sfidare il partito al potere da 7 anni, ma sicuramente un po’ d’aiuto viene anche dalla situazione politica attuale, che da una parte vede una sinistra totalmente frammentata e impreparata a presentare dei leader carismatici a tal punto da poter sfidare Orbán, e dall’altra Jobbik che, citando le parole del suo presidente Gábor Vona, è ancora in cerca della sua identità. Inoltre i recenti insuccessi di Fidesz, primo fra tutti il Referendum sulle quote migratorie, e i recenti provvedimenti contro le Organizzazioni Non Governative e i richiedenti asilo, hanno aperto uno spiraglio per Momentum che ha notato quanto l’agenda politica attuale sia un po’ confusa.

“La strategia di Fidesz adesso è quella di mantenere la sinistra divisa. Il candidato socialista László Botka potrebbe essere in teoria un buon sfidante per Orbán, dal momento che può contare su un buon background politico. Ma se adesso è incapace di tenere unita la sinistra, come potrà cavarsela una volta premier? La popolazione è stanca dei socialisti, soprattutto gli intellettuali, ma il partito di Botka sembra non capirlo”, ha dichiarato Tóth. Ed è qui che si inserisce Momentum, che ha creato ancora più scompiglio fra le fila della sinistra.

“È molto probabile che le prossime elezioni vedano il formarsi di una coalizione“, ha affermato Mráz. “I partiti di sinistra sceglieranno dei candidati comuni nei vari distretti per conto di una lista unica.” In questo quadro, Jobbik sembra essere il più indeciso di tutti. Per un momento è sembrato che potesse aspirare ad ottenere più voti rispetto a quelli raggiunti nel 2014, ma poi la sua popolarità è calata di nuovo. “Hanno bisogno di più voti, di conquistare quelli che sono ai margini della sinistra, gli indecisi. Ciò non significa diventare comunisti oppure creare un partito nuovo, ma definire una propria identità.”

Tutto questo però potrà funzionare solo se la sinistra rimane in crisi. Nel corso della campagna per il Referendum, Fidesz è riuscito ad ottenere voti anche fra i sostenitori della sinistra. E nel corso della campagna NoOlimpia lanciata da Momentum, il nuovo movimento ha ottenuto delle firme anche dai membri di Fidesz. Riuscirà Jobbik a fare lo stesso per aumentare le sue possibilità di vittoria? A questo punto non sembra improbabile che Momentum possa condurre il gioco, nonostante ci siano ancora molte perplessità a riguardo.



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