In occasione del 13esimo anniversario dell’ingresso di Budapest nell’Unione Europea, il nuovo movimento politico Momentum ha organizzato ieri una grande manifestazione di protesta contro la politica anti-Ue del governo Orbán.

Migliaia di persone, secondo gli organizzatori almeno 10 000, si sono riversate ieri sul viale Andrassy a Budapest, in occasione della grande manifestazione di Momentum contro i rischi di derive autoritarie nel Paese danubiano e contro la propaganda anti-Ue portata avanti dal governo Orbán.

Durante il corteo, composto soprattutto da giovani, i manifestanti hanno scandito slogan contro il governo (e contro la nuova consultazione nazionale anti-Ue voluta dall’esecutivo magiaro), a favore dell’Unione Europea e contro la Russia di Putin (il primo ministro ungherese viene accusato di condurre una politica troppo vicina a Mosca, che  secondo i critici allontanerebbe l’Ungheria dalla comunità occidentale).

Il corteo si è concluso a Hősök tere (Piazza degli Eroi), dove dal palco allestito per l’evento, il giovane leader di Momentum, András Fekete-Győr, ha definito le ultime mosse di Orbán un segno delle attuali difficoltà e della sua preoccupazioni per la crescita dell’opposione nel Paese alle politiche governative. La vice-presidente del movimento, Edina Pottyondy, ha poi ricordato come grazie ai fondi europei in Ungheria siano state costruite in questi 13 anni nuove linee metropolitane (la linea verde 4 ndr.), ferrovie, scuole, ospedali.
tn4-fekete-gyorandrasamomentummozgalomelnokemtifotoFondato alcuni mesi fa da universitari e giovani espatriati tornati in Ungheria, Momentum ha portato nuova linfa nel campo dell’opposizione (dove soprattuto a sinistra appaiono palesi i limiti nel mobilitare e  raccogliere attorno a sé la parte dell’elettorato non favorevole al governo), ed ha conseguito una grande vittoria politica lo scorso febbraio quando, grazie alla raccolte di firme contro la candidatura di Budapest alle Olimpiade del 2024, ha costretto Orbán ha ritirare la capitale magiara dalla corsa per l’assegnazione dei giochi da lui fortemente voluta. Tuttavia, nonostante l’avvicinarsi delle elezioni (previste per il 2018) e il grande attivismo di questi giorni, il neonato movimento politico non ha ancora sciolto alcune sue ambiguità, su tutte la collocazione postideologica non inquadrabile, se non come genericamente centrista, e la mancanza ancora adesso di forti idee programmatiche su cui basare la proposta politica da offrire all’elettorato magiaro.



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