Lunedì 29 maggio lo Jobbik (partito della destra radicale ungherese) ha tenuto un’iniziativa intitolata: “European solidarity!”. Il partito guidato da Gábor Vona si è infatti fatto promotore di una iniziativa a livello europeo che mira a ridurre il gap salariale tra i differenti paesi europei.

L’iniziativa è stata lanciata il 18 dicembre, ma solamente dopo un attento esame della commissione europea è stata accettata e registrata. Si tratta della prima iniziativa cittadina lanciata dall’Ungheria. Ora Jobbik, grazie anche alla cooperazione con partiti di altri 8 paesi, ha un anno di tempo per raccogliere un milione di firme a sostegno della propria proposta.

La proposta prevede l’instaurazione di uno stipendio comune europeo, ovvero il superamento, almeno in parte, delle enormi disparità salariali che riguardano i paesi della UE.

Ad uguale lavoro deve corrispondere uguale retribuzione nell’Unione Europea” ha dichiarato il leader del partito che ha poi sottolineato come la libertà di movimento abbia portato tanti giovani ungheresi a trasferirsi nei paesi occidentali, ma come questa in realtà non sia una libertà quanto piuttosto una costrizione per cercare livelli salariali più degni. Il leader di Jobbik ha sottolineato come l’adeguamento dei salari nei diversi paesi sia una questione estremamente complessa, ma però proprio da questa il partito vuole partire per riformare l’Unione Europea.

Per il partito della destra radicale ungherese un’altro passo verso il cambiamento. Nato da posizioni radicali, ultra-nazionaliste e a tinte antisemite, oggi lo Jobbik si propone come partito del XXI secolo, disponibile a discutere su ogni iniziativa e favorevole a una riforma dell’Unione Europea. Proprio la valutazione sulla UE sembra essere molto cambiato. Non sono passati molti anni da quando esponenti del partito bruciavano le bandiere della UE. Oggi invece la posizione del partito è sempre critica verso le politiche di Bruxelles ma che non mette più in discussione l’adesione dell’Ungheria.

Il partito sta vivendo una grande cambiamento in vista delle elezioni politiche ungheresi del 2018. Nei sondaggi il partito rimane costantemente secondo dopo il Fidesz di Orbán, in crescita, ma pur sempre distanziato più di 20 punti.



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