A quanti è capitato, specie da turisti, di esaurire la batteria del proprio smartphone nel bel mezzo di una città straniera? E quante volte ci siamo persi senza poter consultare le preziosissime mappe multimediali dei nostri cellulari? A Budapest, grazie alla geniale intuizione di tre giovani ingegneri ungheresi, questo non è più un problema!

Platio è una startup ungherese nata pochi anni fa e formata da tre ingegneri, amici d’infanzia e da sempre appassionati alle nuove tecnologie. La loro idea è semplice ed intuitiva: mettere in maniera pratica a disposizione di chiunque, all’aria aperta, l’energia prodotta dai pannelli solari. Tuttavia, non si tratta dei classici pannelli che siamo abituati a vedere un po’ ovunque. Infatti, questi sono prodotti da materiali di scarto, quali vetro e plastica riciclati, ed emettono la propria energia al tatto, grazie ad un complesso sistema di cavi al loro interno.

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Una delle installazioni con i pannelli solari in prossimità di Piazza Deák a Budapest

Così, di concerto con l’amministrazione comunale di Budapest, sono state poste alcune piattaforme di questo genere in diversi luoghi della città, come ad esempio nei pressi di Piazza Deák. Ma c’è di più. Infatti, nel caso appena citato, i pannelli solari sono stati posti ai lati o integrati a delle funzionali panchine pubbliche in legno, sedendosi sulle quali è possibile caricare comodamente il proprio smartphone o tablet, grazie alle porte USB inserite nelle panchine stesse.

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Porta USB su una panchina in prossimità di Piazza Deák a Budapest

Tuttavia, nel tempo la startup Platio ha cessato di essere un fenomeno prettamente ungherese, esportando anche all’estero la propria brillante invenzione. Infatti, la prima vera e propria installazione permanente è stata prodotta per l’immenso centro commerciale “Green Quarter” di Astana, in Kazakistan, ove ai due ingressi principali è stato collocato un pavimento di pannelli solari di circa 80 metri quadrati. In questo modo, l’energia prodotta da questi aiuta il centro commerciale a ridurre l’utilizzo di energia elettrica non alternativa.

Un plauso, quindi, a questi giovani ingegneri ungheresi, grazie ai quali Budapest (e non solo) può vantarsi di essere più ecologica.

 

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Foto: designboom