Era il lontano 2008. D’estate alle Olimpiadi di Pechino gli atleti ungheresi stavano disputando una delle peggiori prestazioni della storia sportiva magiara. Nelle prime due settimane neanche un oro vinto, e mentre in Cina aumentava la pressione sui giocatori in patria si celebrava un dramma nazionale. La crisi politica del 2006, l’aggravarsi della situazione economica nel 2008 e ora anche la debacle sportiva. I tre ori olimpici che salvano la situazione, ben pochi per la tradizione ungherese, arrivano gli ultimi due giorni.

Da allora molte cose sono cambiate nello sport ungherese, e non è un segreto che il Fidesz, partito che vincerà le elezioni nel 2010, ha individuato nello sport uno dei settori chiave di intervento, tanto che Orbán ha più volte ribadito come lo sporti sia “un modo per riportare l’autostima al popolo ungherese”. Negli ultimi anni si sono susseguiti investimenti per la costruzione di impianti sportivi, molti dei quali finiti al centro delle critiche dell’opposizione che li considera come manie sportive di Orbán (in particolare lo stadio di Felcsút) legati allo sperpero di denaro pubblico con episodi di corruzione. Proprio per questo chiedono che questi soldi vengano utilizzati per altri settori (sanità, ospedali, in primis).

La politica sportiva del Fidesz ha portato infatti alla costruzione di numerosi stadi, non solo di calcio, anche se dal punto di vista monetario gli impianti calcistici la fanno da padrona. Di qualche settimana fa è la notizia del completamento del complesso sportivo di Szombathely, costato 15 miliardi di fiorini. L’Ungheria negli ultimi anni ha visto rimodernare in maniera vistosa gli impianti sportivi, impianti spesso fatiscenti che risalivano all’epoca socialista. Ma il Fidesz non si è limitato solo ad incentivare gli investimenti (tra cui alcuni fuori i confini statali hanno riguardato le minoranze ungheresi), ma ha promulgato leggi in sostegno dell’attività fisica come l’introduzione dell’obbligo dell’educazione fisica ogni giorno nel sistema scolastico ungherese.

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Il nuovo impianto di Szombathely. Foto: nyugat.hu

Un politica sportiva strutturata che ha portato un miglioramento dei risultati degli ungheresi nelle competizioni internazionali. Il 2016 è stato l’anno della nazionale di calcio, qualificata agli Europei dopo 34 anni, e della nazionale di Hockey su ghiaccio tornata nel top delle squadre mondiali.

Quest’anno sono stati altri gli sport a portare successi. Non si può non iniziare dal nuoto che ormai da un trentennio porta belle notizie all’Ungheria. Quest’estate Budapest ha organizzato i mondiali di nuoto, evento sportivo più importante di sempre ospitato dalla capitale. E non sono mancate le belle notizie provenienti da Katinka Hosszú e Laszló Cseh, ma soprattutto da una nuova schiera di giovani nuotatori che dimostrano come il nuoto ungherese abbia un avvenire assicurato.

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Baji festeggia il bronzo a Londra

In agosto vi è stato poi il bronzo ai campionati mondiali di atletica di Londra, dove Balázs Baji, di professione veterinario, ha conquistato il terzo posto nella corsa 110 metri a ostacoli, un evento per gli ungheresi tradizionalmente poco vincenti in atletica se si esclude il lancio del peso. Ma il 2017 è stato soprattutto l’anno di tre nazionali di squadra. La nazionale di tennis che torna nel raking principale di Coppa Davis dopo 22 anni, e la squadra di basket che è tornata a partecipare a un campionato europeo dopo 18 anni regalando qualche soddisfazione ai tifosi ungheresi. Infine la pallanuoto, sport in cui l’Ungheria è tradizionalmente forte. La nazionale maschile si è resa protagonista di un’avvincente mondiale, conclusosi però con una sconfitta in finale.

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La nazionale di tennis ungherese

I risultati sportivi nazionali sono chiaramente il riflesso anche della situazione sociale ed economica di un paese e l’Ungheria negli ultimi anni ha dimostrato di essere in progressivo miglioramento sotto diversi punti di vista. Certo il cruccio per il primo ministro Orbán rimane comunque il calcio che nonostante i buoni successi dell’anno scorso quest’anno ha fatto vistosi passi indietro.

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