Negli ultimi anni il governo ungherese è stato al centro di numerosi dibattiti politici in Europa ed anche in Italia. Il premier magiaro è stato aspramente criticato o osannato anche dai differenti raggruppamenti politici italiani. Le principali tematiche per il quale Orbán è diventato famoso sono il rifiuto alle quote di richiedenti asilo proposte dalla UE e alla costruzione della recinzione al confine meridionale. Ma anche la politica economica è spesso in contrasto con le direttive di Bruxelles. Ecco seguire in sintesi quali sono i commenti dei principali partiti italiani riguardo al governo ungherese.

PARTITO DEMOCRATICO:

Tra Renzi e Orbán non è mai corso buon sangue, anzi tra i due governi non sono mancate le tensioni diplomatiche e le reciproche accuse. In particolare l’ex-premier italiano nell’autunno 2016 ha accusato Budapest di non voler aiutare l’Italia nell’emergenza profughi minacciando un possibile veto di Roma a futuri contributi economici verso l’Ungheria. Renzi alla Festa dell’Unità di Milano aveva dichiarato: “Se il modello è quello di Orbán, noi siamo orgogliosamente un’altra cosa”. Orbán dal canto suo ha più volte accusato il governo italiano di non difendere i confini europei e di soffrire di nervosismo a causa degli insuccessi economici. Ma neanche con il premier Gentiloni le cose sono andate molto meglio.

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Orban e Renzi. Foto: dagospia

LEGA NORD:

Matteo Salvini è il maggior fan di Orbán in Italia, “I miei modelli sono Orbán e Trump” ha dichiarato recentemente. In aprile al Parlamento Europeo ha fatto un elogio all’Ungheria orbaniana e il premier magiaro che lo ascoltava era visibilmente soddisfatto. Migranti, confini, flat tax, lotta a Bruxelles accomunano il leader della Lega Nord al governo ungherese, anche se i due partiti nel Parlamento europeo siedono in due gruppi differenti, Orbán nel Partito Popolare, Salvini con la Le Pen nel “Europa delle Nazioni e della libertà”.

PIU’ EUROPA: 

gli avversari da battere sono gli amici della Le Pen e di Orbán” sono le parole di Emma Bonino alla presentazione della lista. Nessuna novità sui temi dei diritti civili, dell’Università privata CEU di Soros, dell’apertura delle frontiere, del liberismo economico e di un maggiore potere all’UE la Bonino e Orbán la pensano agli antipodi. Non è un caso che il peggior nemico di Orbán, Soros, sia proprio uno dei più grandi estimatori della Bonino.

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Bonino e Soros.

MOVIMENTO 5 STELLE: 

più variegata la posizione dei 5 stelle. Grillo sul suo blog aveva pubblicato un articolo di difesa del leader ungherese enfatizzandone i successi economici, la lotta contro la burocrazia di Bruxelles e del FMI. Qualche settimana dopo però Luigi Di Maio aveva specificato che gli apprezzamenti erano solo per la politica economica, non per le gestione della crisi dei migranti: “Noi non condividiamo assolutamente la politica di Orbán sull’immigrazione, diciamo no ai fili spinati“.

FRATELLI D’ITALIA: 

un altro partito della destra italiana che vede nel premier ungherese un esempio da seguire. Giorgia Meloni scriveva così sul suo profilo: “Renzi invece di attaccare in modo scomposto Orbán, dovrebbe imparare da lui come si difendono i confini della propria Nazione. Vada in Ungheria a fare un corso di formazione e torni in Italia quando avrà imparato a fare il premier e non il tour operator di clandestini”.

FORZA ITALIA:

Berlsconi e Orbán sono amici di vecchia data. “Orbán è mio amico ed è pure milanista” è solo una delle ultime dichiarazioni del leader di Forza Italia. Ma non solo la passione del calcio accomuna i due; Orbán ha anche ripreso lo slogan coniato dal leader italiano mutandolo in “Forza Ungheria”. Più volte non sono mancati atti di stima quando erano premier contemporaneamente (2010-2011). I due sono anche insieme nel PPE a Bruxelles. Certo che Berlusconi è più lontano dall’Orbán radicale di oggi anche se nel partito non mancano gli attestati di stima fatti da altri politici al leader ungherese.

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Berlusconi e Orban. Foto: civilhetes.net

LIBERI E UGUALI:

diametralmente opposta la visione politica tra il governo ungherese e “Liberi e Uguali“. Grasso, e in particolare Boldrini, non hanno nascosto critiche contro la politica adottata da Orbán nei confronti dei migranti ribadendo più volte che la soluzione non può essere la “costruzione di muri” e che i profughi devono essere ospitati in Europa in tutti gli Stati. Ma ci sono state anche voci più critiche. SEL nell’autunno del 2015 chiedeva l’espulsione dell’Ungheria dalla UE e Marco Furfaro, segreteria di SEL, postava sul profilo personale e del partito il seguente post: “Chi riduce così le persone, un padre e un bimbo siriano che scappano dalla guerra, non può stare in Europa. La sua capitale non può essere candidata ad ospitare i giochi olimpici. Le sue terre non si meritano di essere visitate, i suoi cibi di essere mangiati, i suoi prodotti acquistati ma boicottati. È l’Ungheria a non meritare di stare in Europa, non questa gente. E se proprio ci tenete tanto a quel muro, chiudetevici dentro e non uscite più. Perché ci state facendo vergognare di essere europei, maledetti schifosi.

POTERE AL POPOLO:

la lista di sinistra radicale della quale fa parte anche Rifondazione Comunista è fortemente critica con il governo ungherese. Sul sito del PRC numerosi sono gli articoli che criticano già dai primi anni di governo il premier ungherese come “una minaccia alla democrazia ed alla libertà di stampa“. Critica al governo e solidarietà ai movimenti comunisti locali ribadita anche in uno degli ultimi articoli dell’ex leader Ferrero. Nel 2015 i Noglobal del Veneto avevano anche organizzato una manifestazione contro il Consolato ungherese di Venezia con lo slogan “Refugees are welcome“.

SINISTRA RIVOLUZIONARIA:

chiara la posizione della lista di sinistra radicale che considera Orbán un “reazionario” che “ha fatto un’unica cosa, riempirsi il più possibile le tasche, prendendo il controllo dell’intero apparato statale, assumendo la corruzione, già dilagante, come paradigma politico e portando avanti politiche antioperaie nel solo interesse dei suoi amici padroni, come il taglio al servizio sanitario, la riforma del sistema pensionistico, la tassazione ad aliquota unica e l’aumento dell’IVA […] sfruttando l’emergenza immigrazione in chiave identitaria e nazionalista“.

FORZA NUOVA:

i neo-fascisti italiani a livello internazionali hanno mantenuto ottimi rapporti con la destra radicale ungherese di Jobbik, organizzando convegni e manifestazioni insieme. Oggi invece si sono raffreddati i rapporti con Jobbik, autore di una svolta verso il centro. Forza Nuova ha così più volte manifestato simpatia e solidarietà per le politiche del governo ungherese. Nel 2015 è stata anche organizzata una manifestazione di fronte all’Ambasciata ungherese di Roma con lo slogan “Di qui non si passa. Onore agli ungheresi”.

onore ungheresi

Manifestazione di Forza Nuova



 

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Foto: dagospia, civilhetes, forzanuova