La settimana scorsa, sul suo profilo Facebook, il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán ha raggiunto più di 120mila visualizzazioni con un video breve ma molto significativo. Infatti, nei primi secondi della diretta, si vede il Primo ministro alle prese con un sito internet, sul quale sta firmando una petizione. Dopodiché, prende la parola e sostiene: “Questa è una firma importante. Vi invito ad unirvi e difendere i diritti degli ungheresi che vivono fuori dai nostri confini, firmando l’iniziativa “Minority Safepack”, con la quale possiamo proteggerne i diritti”.

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Viktor Orbán firma il Minority Safepack in diretta streaming su facebook

Ma di cosa tratta questa iniziativa, che vede in Orbán uno dei sostenitori d’eccellenza? Il Minority Safepack è una petizione che rientra nella cosiddetta Iniziativa dei Cittadini Europei, che sarebbe l’omologo europeo della nostrana proposta di legge popolare, che ha come obiettivo quello di chiedere all’Unione Europea una maggiore protezione per le minoranze nazionalie linguistiche in Europa. Per far sì che questa petizione arrivi alla Commissione Europea, è necessario che questa venga sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, provenienti da almeno 7 dei 28 Stati membri dell’UE.

La principale forza promotrice di questa raccolta firme è la FUEN, l’Unione Federale delle Nazionalità Europee, che raccoglie a suo interno circa 90 organizzazioni ed associazione rappresentative delle minoranze nazionali e linguistiche in Europa. Tra queste, motivo per cui la petizione è molto sentita in Ungheria, vi sono le associazioni ed i partiti degli ungheresi in Romania, Slovacchia, Ucraina, Croazia e Serbia.

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Manifesto ufficiale della campagna “Minority Safepack”

Orbán o non-Orbán, questa petizione, riuscisse ad ottenere i numeri necessari per essere presentata, rappresenterebbe un importante passo avanti nella protezione delle minoranze linguistiche e nazionali nel Vecchio Continente. In Europa vi sono più di 400 minoranze, le quali riuniscono circa 50 milioni di persone. Tuttavia, nonostante vi siano già molte leggi comunitarie in tale direzione, non sempre i diritti di queste minoranze vengono rispettati, ed il rischio che interi patrimoni culturali scompaiano per sempre è reale ed attuale.

Per i motivi citati, chiunque fosse interessato ad ottenere maggiori informazioni sulla petizione può cliccare qua, mentre chi è interessato ad andare a firmare direttamente, può farlo entro il 3 aprile a questo link.

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Foto: Felvidek, Minority Safepack