Più di due milioni e mezzo di voti per il Fidesz di Viktor Orbán. Il partito del premier migliora la già buona prestazione del 2014, conquista i due terzi del Parlamento e annulla l’opposizione. Una nottata di festeggiamenti per i supporter della destra ungherese. Dall’altro lato del panorama politico invece scoraggiamento e delusione per un risultato sotto le aspettative.

Il Fidesz conquista il 48,5% dei voti e 133 seggi Parlamentari, vince praticamente in quasi tutti i collegi d’Ungheria. Mentre a Budapest vince “solo” 6 seggi su 18. Una vittoria scontata, anche se nessun istituto di sondaggio aveva previsto questi numeri, ancora l’altro ieri il Fidesz era dato tra una forbice di 43-45 punti percentuali.

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I risultati. Fonte: index.hu

Orbán ha di che rallegrarsi. La macchina organizzativa del partito ha ripreso a funzionare dopo “la paura” di Hódmezővásárhely. Nel suo discorso di ieri sera Orbán ha ricordato come gli ungheresi sono andati a votare in massa, per difendere la propria patria ed hanno dato un chiaro segnale a Soros. Crescita economica, bassa disoccupazione e una propaganda martellante sono riusciti a mobilitare massicciamente i supporter del Fidesz che in queste elezioni può giustamente sentirsi ancora più legittimato da un’affluenza sopra la media (l’affluenza ha sfiorato il 70%).

Tra i nemici di Orbán regna invece lo scoramento. Jobbik, il partito della destra conservatrice, conferma circa il numero di voti del 2014 e passa da 23 seggi a 26. Ma grandi erano le aspettative del leader Vona che puntava a diventare “l’alternativa di governo”. Invece lo stesso leader di partito ha subito una pesante sconfitta nel suo collegio elettorale arrivando a 10 punti dal vincente candidato del Fidesz. Il leader del partito ha già annunciato le sue dimissioni.

A sinistra la situazione non è molto migliore. Il centro-sinistra raccoglie il 12% e conferma alcune roccaforti a Budapest, Coalizione democratica dell’ex-premier Gyurcsány si ferma al 5,6%. I partiti del centro-sinistra uniti in coalizione quattro anni fa avevano ottenuto il 26,2%, oggi sommando i voti ottengono poco più del 18%). LMP, i verdi ungheresi raccolgono il 6,9%, migliorando il risultato di quattro anni fa, ma dopo una campagna così energetica e dispendiosa non possono certo essere soddisfatti. Momentum prende il 2,8% non superando la soglia di sbarramento. Divisioni, mancanza di un’alternativa credibile e di una prospettiva hanno sancito definitivamente la fine di una leadership politica già molto debole.

Dopo il Fidesz i più contenti possono essere i sostenitori del Partito del Cane a Due Code che raccoglie l’ 1,7%.

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La rappresentazione grafica del voto. Fonte: index.hu

Una debacle per le opposizioni che avrà le sue conseguenze politiche. Numerosi sono già i leader che si sono dimessi o che lo faranno nei prossimi giorni. Il “voto tattico” per arginare la vittoria del Fidesz nei collegi uninominali non ha cambiato gli equilibri, e la presenza di diversi candidati dell’opposizione ha favorito ancora di più il Fidesz.

L’Ungheria dal 9 aprile continua con il percorso intrapreso otto anni fa. Orbán vince nettamente la sua terza elezione consecutiva. L’indiscusso leader magiaro si appresta a formare il nuovo governo che continuerà la lotta contro Soros, i migranti e Bruxelles ma dovrà anche affrontare i tanti problemi della società ungherese che non possono essere nascosti come il degrado nella sanità, nell’istruzione ed il problema della corruzione. Speriamo ora però che dopo una campagna elettorale molto lunga e con toni aggressivi e in alcuni casi violenti si possa tornare ad avere un dibattito politico “normale” nel paese.

 

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Foto di copertina: blikk

Immagini nell’articolo: index.hu