L’OSCE è l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, organismo internazionale che vede l’adesione di 57 paesi, europei e non. Tra i molteplici compiti che svolge, vi è anche il monitoraggio delle elezioni politiche nei paesi membri, al termine del quale viene presentato un reportage sulle operazioni di voto, la campagna elettorale e lo “status democratico” del paese. Così, la missione dell’OSCE in Ungheria qualche giorno fa ha presentato in conferenza stampa il proprio report sulle elezioni svoltesi nel paese danubiano lo scorso 8 di aprile.
Partiamo da un presupposto imprescindibile: il giorno delle elezioni, gli elettori ungheresi hanno avuto la possibilità di scegliere tra più candidati, l’organizzazione dei seggi è stata impeccabile e le operazioni di voto si sono svolte in piena trasparenza. Fin qua, tutti i canoni di una democrazia formale sono rispettati. Ma c’è un ma. Infatti, Douglas Wake, responsabile della missione di monitoraggio in Ungheria, ha definito il dibattito politico che ha preceduto il giorno delle elezioni “ostacolato da una diffusa retorica intimidatoria e xenofobica, dai media non imparziali e da un opaco sistema di finanziamento della campagna elettorale”.
Inoltre, l’OSCE ha constatato una diffusa sovrapposizione tra i mezzi dello stato e quelli del partito, il FIDESZ di Viktor Orban. Il report ha condannato, infatti, l’utilizzo di fondi statali per la campagna contro l’immigrazione e quella “Stop Soros”. Per quanto riguarda, invece, l’imparzialità dei media, l’OSCE ha pubblicato una statistica che dimostra come le notizie fornite da giornali e televisioni fossero per il 90% delle volte favorevoli al partito in carica, mentre per l’opposizione l’82% delle notizie venivano trasmesse con tono negativo.
In ogni caso, le reazioni del FIDESZ al report dell’OSCE non si sono fatte attendere. Il primo a parlare è stato Gergely Gulyás, capogruppo del partito all’Assemblea Nazionale, il quale ha fatto sapere che opporsi all’immigrazione non è xenofobia, ma istinto vitale. Mentre il Primo ministro Orbán, interrogato sul report da un giornalista, ha risposto sostenendo che l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa ha pubblicato un report puramente politico e non tecnico. Oltre ai due esponenti menzionati, anche il Presidente dell’Accademia delle Scienze ungherese ha manifestato forte criticismo, definendo il contenuto del report una palese “fake news”.
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Foto di copertina: OSCE
Immagini nell’articolo: Iran press, stalkerzone
consiglio la lettura dell’articolo di sergio fabbrini sul sole24ore di domenica scorsa 15 apr ’18, orban non sta facendo i conti con la merkel e questo potrebbe costargli caro , a meno che non lo sostenga la csu del bavarese seehofer , il che provocherebbe un disastro non solo in germania , ma si correrebbe il rischio della fine dell’europa. a quel punto merkel e macron potrebbero sanzionarlo pesantemente e cercare di rimediare ma con gravi danni per tutti gli europei. per questo gli ungheresi avranno presto grosse pressioni da bruxelles con ricadute anche sulla economia interna.