È stata presentata in parlamento la legge che vieta di fornire qualunque tipo di aiuto (informativo, legale o semplicemente di sussistenza) ai richiedenti asilo. La pena andrà da pochi giorni fino ad un anno di carcere e servirà a fermare chi cerca di far entrare nel paese gli immigrati e di aiutarli ad ottenere il permesso di asilo. Inoltre, per evitare possibili interventi da parte dell’Unione Europea, il governo ungherese ha progettato a breve un emendamento della Costituzione in modo da impedire agli altri Paesi membri il diritto di trasferire migranti entro i confini magiari.

La legge è stata inserita nel pacchetto legislativo conosciuto come “Stop Soros”, il filantropo ungaro-americano attaccato ormai su tutti fronti. La Open Society Foundation, la ONG da lui fondata proprio con l’obiettivo di sostenere la democrazia e diritti umani, si è vista costretta a chiudere i battenti dopo 25 anni di operato e a trasferirsi dunque in Germania.

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Manifestazione a favore di un’Ungheria multiculturale

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha subito risposto a questa iniziativa chiedendo al governo di fare un passo indietro, soprattutto dal momento che tale legge andrebbe a colpire soprattutto le organizzazioni senza scopro di luco che si adoperano solo a fini umanitari.

“Chiedere asilo è un diritto umano fondamentale, non un crimine”, aveva commentato Pascale Moreau, il direttore dell’UNHCR in Europa.

Nel corso dell’ormai abitudinario intervento del venerdì su Kossuth Radio, il primo ministro ungherese Viktor Orbán aveva dichiarato che se Bruxelles considera aiutare i migranti come un atto umanitario, questo non è il caso degli ungheresi, per i quali invece la sicurezza viene prima di tutto.

“Per il governo ungherese, la sicurezza dei cittadini viene prima e non permetteremo ai migranti o a nessuna delle organizzazioni che li supportano di mettere la sicurezza dell’Ungheria a rischio”, ha dichiarato il ministero degli Esteri, attaccando l’UNHCR per aver sempre interferito negli affari ungheresi, soprattutto quando si é trattato della costruzione del muro costruito al confine con la Serbia.

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Il filo spinato sul confine meridionale tra Ungheria e Serbia

“Il governo ungherese non accetterà quello che succede. L’immigrazione illegale non è un diritto umano, pertanto aiutare gli immigrati non un atto umanitario”, si legge nel comunicato stampa del Ministero.

L’Ungheria, insieme alla Polonia, la Repubblica Ceca e  la Slovacchia, si oppone al programma di ricollocamento dell’Unione Europea, secondo il quale i Paesi membri sono tenuti ad aiutare i  160mila immigranti al momento risiedenti in Italia e in Grecia. Ricordiamo però che nel 2017, l’Ungheria ha lasciato entrare entro i propri confini solo 1,216 persone.

“Senza le ONG, molti rifugiati e richiedenti asilo soffrirebbero terribilmente ad adattarsi, dal momento che verrebbero privati di importanti servizi come l’assistenza sanitaria, la sistemazione in un alloggio, l’educazione, la ricerca di un impiego, l’ accesso all’informazione e l’aiuto legale”, ha commentato l’UNHCR.

Continua quindi indiscussa la politica di Viktor Orbán che, a due mesi dalle elezioni tiene fede a quelle sue promesse fatte in campagna elettorale e che gli hanno assicurato il quarto mandato alla guida del Paese, seguendo alla lettera lo slogan di Fidesz: l’Ungheria prima!

 

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