Nel corso della giornata di ieri, per mezzo di un comunicato stampa ufficiale, il direttore dell’Opera nazionale ungherese Szilveszter Ókovács, ha annunciato la cancellazione di 15 rappresentazioni teatrali del musical “Billy Elliot”. La causa di questa posizione è da ritrovare nel violento attacco giornalistico avvenuto all’inizio del mese sulle colonne del Magyar Idők, quotidiano vicino al Primo Ministro Viktor Orbán  che, ha spiegato il direttore, avrebbe portato ad un drastico calo degli spettatori.

Tutto ha avuto inizio il 1 giugno, quando sul Magyar Idők appare il violento editoriale a firma Zsofia Horvath, che ha aperto il proprio articolo con una domanda retorica: “Come può una così importante istituzione nazionale come l’Opera andare contro gli obiettivi dello stato, ed usare uno spettacolo pensato per bambini intorno ai 10 anni, quindi nella loro età più fragile, per una così sfrenata ed aperta propaganda omosessuale?”. Ma non finisce qua. Infatti, nel corso dell’editoriale, l’autrice ha aggiunto: “Promuovere l’omosessualità non può essere un obiettivo nazionale, specie in un momento in cui la popolazione sta invecchiando e decrescendo, e con la nostra nazione minacciata dall’invasione straniera”.

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Il teatro dell’Opera di Budapest con la pubblicità del Musical “Billy Elliot”

Un misto di omofobia, xenofobia e luoghi comuni, tutti nello stesso articolo. La Horvath ha poi sostenuto come il governo ungherese stia facendo di tutto per promuovere le famiglie ungheresi ed i valori fondamentali che queste portano nella società, e quanto il musical Billy Elliot corra contro questi valori, incoraggiando i giovani a prendere una strada diversa. E quale sarebbe questa strada diversa, dimostrata dal motto del musical, “Osa ad essere te stesso”? L’omosessualità, ovviamente.

Il giorno successivo all’attacco della signora Horvath, il direttore dell’Opera aveva provato a difendere la produzione del musical, sostenendo che: “Portare sul palco dell’Opera un fatto innegabile nella vita di alcuni, non significa che la stiamo promuoverlo”. Tuttavia, a poco è servita la difesa di Ókovács, dato che sono molti coloro i quali paiono aver creduto all’arringa omofoba della giornalista del Magyar Idők.

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Jamie Bell nei panni di Billy Elliot nell’omonima pellicola

Basato sull’omonima pellicola del 2000, il musical “Billy Elliot” è ambientato nell’Inghilterra mineraria della metà degli anni ’80, dilaniata dagli scioperi e dalla diffusa povertà. In questo contesto, Billy decide di iscriversi ad una scuola di danza, di nascosto dal padre, che lo vorrebbe pugile. Nessuno sostiene l’iniziativa di Billy, allora poco più che undicenne, ad eccezione del suo amico Michael, omosessuale ed innamorato del protagonista, che non lo ricambia, sostenendone però le battaglie interiori.

In poche parole, il musical “Billy Elliot” rappresenta un vero e proprio manifesto contro gli stereotipi, l’omofobia ed il paternalismo, che a causa del suo successo anche in Ungheria, non poteva non suscitare le irritazioni dei trinariciuti al servizio del Governo Orbán. Una storia triste, che non fa altro checonfermare la cattiva strada intrapresa da questo paese. Speriamo non sia troppo tardi.

 

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Foto: Hungarian Free Press,  Daily star, Hollywood Reporter