E’ disponibile nelle librerie o sul web un testo che può essere molto utile per gli italiani che hanno rapporti stretti con l’Ungheria. Stiamo parlando della “Grammatica ungherese di base” di Alexandra Foresto, edito da Hoepli. Un manuale di grammatica che porta il lettore a confrontarsi con la lingua ungherese, a comprenderne le regole e a potersi mettere alla prova con numerosi esercizi. Ungheria News ha quindi intervistato l’autrice.

Alexandra Foresto risiede in provincia di Treviso ed insegna Lingua ungherese presso l’Università di Udine. E’ interprete di trattativa e traduttrice (socia ordinaria AITI).

1. Quando e come hai imparato l’ungherese?

È la mia lingua madre, l’ho imparato in famiglia, sono stata cresciuta dai nonni materni e dalla bisnonna in Vojvodina (regione della Serbia). L’italiano l’ho imparato successivamente, quando all’età di sei anni mi hanno iscritta alle elementari in Italia.

2. Perché hai deciso di insegnare questa lingua?

Perché pur essendo appassionata di russo (sono laureata in russo e inglese) col tempo e con l’esperienza mi sono accorta che, se affrontata nella maniera giusta, è una lingua molto più semplice di altre.

3. Il primo capitolo si intitola “Perché l’ungherese è facile”. Ma è facile questa lingua oppure difficile come dicono in tanti?

Per tanti anni gli ungheresi hanno cavalcato il mito della lingua difficile, ma per fortuna ho incontrato anche persone che l’hanno imparata molto bene. Si tratta di cambiare punto di vista, di adottare nuovi parametri, e allora si capirà che è una lingua plastica, ludica, ma anche razionale e “risparmiosa”.

4. Chi sono gli italiani che la studiano e perché?

Alcuni sono studenti attratti dal sapore esotico, altri sono adulti che per motivi familiari si trasferiscono in Ungheria o hanno legami familiari con ungheresi, infine ci sono i figli di coppie miste che cercano di recuperare parte delle proprie origini.

5. Secondo te quale è la cosa più difficile per un italiano quando studia ungherese?

Il fatto che è facile! A parte la battuta: l’etimologia, perché le parole di origine ugro-finnica suonano completamente estranee a chi parla una lingua indoeuropea come l’italiano.

6. E quale è invece la più facile?

Non ha generi ed usa solo un passato.

7. Ci sono tanti italiani in Ungheria che non parlano ungherese. Magari ci hanno provato ma poi hanno lasciato. Cosa gli diresti per convincerli a riprendere lo studio dell’ungherese? Quale può essere il “trucco” per impararla. E quanto tempo ci vuole di solito per impararla a un livello base.

L’unico trucco è trovare un docente che li guidi a capire la facilità della lingua. La mia esperienza dimostra che un corso base di 30 ore con il metodo della suggestopedia moderna consente di diventare abbastanza autonomi per cavarsela durante il primo viaggio in Ungheria. Naturalmente una lingua non si finisce mai d’imparare e per migliorare è necessario dedicarle del tempo.

8. Come convinci qualcuno a iniziare a studiare l’ungherese? Perché è utile oggi parlare questa lingua?

Non mi è mai capitato di dover convincere qualcuno a studiarlo: la motivazione a mio avviso deve partire da motivi personali. Poi, certo, mi capita di fare la battuta e di elencare i motivi per cui la lingua è facile e “risparmiosa”. Conoscere una lingua è inoltre un arricchimento del proprio bagaglio culturale. In Ungheria, come in altri paesi, c’è un modo di dire: “quante lingue parli così tante persone sei”. Conoscere una lingua inoltre dà la possibilità di leggere in lingua originale tante opere cui l’editoria italiana non ha (ancora) dato lo spazio meritato.

9. Ma come ci si sente a parlare una lingua così diversa da tutte le altre?

Penso che il lavoro profondo di una lingua tanto diversa si percepisca nel modo di ragionare, l’approccio alle varie questioni (il c.d. problem solving). Iniziare a studiare ungherese significa cambiare modo di pensare.

10. Per concludere ci diresti il tuo modo di dire ungherese preferito?

Ha adnak, fogadd el, ha ütnek, szaladj el“. Se ti danno prendi, se te le danno scappa!

 

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