L’ultima tornata elettorale in Ungheria, così come le altre in giro per l’Europa, insegna a coloro i quali seguono con attenzione i movimenti politici, che i sondaggi non sempre sono affidabili, e che vanno presi con “le pinze”. A riprova di ciò, si prendano come esempio le ultime previsioni elettorali pubblicate prima del voto ungherese dell’8 aprile, in cui Orbán era relegato sotto la soglia dei due terzi, ampiamente superata poi dopo lo spoglio finale.

In ogni caso, qualche giorno fa l’Istituto di statistica Publicus ha reso pubblici i risultati dei sondaggi elettorali effettuati tra il 9 ed il 13 giugno scorsi, in cui gli elettori intervistati dovevano rispondere alla seguente domanda: “Se questa domenica si tenessero le elezioni parlamentari, per quale partito voterebbe?”. Ciò che salta subito all’occhio dalla tabella è il dato rappresentato dagli indecisi (bizonytalan), che si attesta al 42%, a scapito di tutti gli altri partiti. Un dato in crescita del 2% rispetto la rilevazione di un mese prima. Subisce un lieve calo, meno 1% rispetto a maggio il partito di governo FIDESZ, che si attesta come primo partito al 25%.

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Tabella dei sondaggi pubblicati dall’Istituto di ricerca Publicus

Tra i partiti di opposizione perde alcuni punti percentuali lo Jobbik che suisce le conseguenze delle lotte interne e ora si attesta all’11% (meno 2% rispetto a maggio). Si mantiene stabile invece il Partito Socialista Ungherese.

L’unico partito che ha aumentato il proprio bacino è il Partito del Cane a Due Code che ora raggiunge Momentum. Difficile però ipotizzare una sua entrata in parlamento, infatti, la legge elettorale prevede una soglia di sbarramento del 5%.

 

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