Già ad agosto le squadre ungheresi hanno salutato la massima competizione UEFA. L’ultima squadra a parteciparvi fu il Debrecen nel lontano 2009. Inseriti nel girone con Liverpool, Lione e Fiorentina, la squadra terminò all’ultimo posto con un poco invidiabile -19 alla voce reti subite.

Ma vi è stato un tempo in cui anche i club magiari giocavano da protagonisti in quella che fu la Coppa dei Campioni. Un torneo diverso da quello attuale cui prendevano parte solo le squadre vincitrici dei rispettivi campionati. Sono tre le compagini ungheresi che arrivarono fino alle semifinali.

La prima a cui riuscì l’impresa fu il Vasas SC nell’edizione 1957/1958. La squadra rosso-blù dopo aver festeggiato la vittoria del suo primo campionato, partecipò alla terza edizione del torneo. L’inizio non fu promettente, il CSKA Sofia vinse 2-1 il match di andata ma gli uomini di Illovszky ribaltarono il risultato con un perentorio 6-1 al Népstadion. Stadio Nazionale che vide il club superare anche Young Boys Berna e Ajax. Lo sbarco in semifinale pose di fronte la leggendaria squadra del Real Madrid di Alfredo Di Stefano. Nulla poterono i giocatori magiari in Spagna, travolti da 4 gol delle merengues. La soddisfazione arrivò nel match di ritorno quando a Budapest, le cronache raccontano di oltre 100.000 persone al Népstadion, il Vasas si impose per 2-0 mantenendo inviolato il proprio campo. Il Real vinse quell’edizione, la terza di un filotto di cinque consecutive.

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Il Vasas del primo scudetto

La storia si ripete nella stagione 1964/1965 quando un’altra squadra, vincendo il campionato per la prima volta si presentò in Coppa. Il club in questione era il Győri Vasas ETO. Quella che oggi è una delle più forti realtà di pallamano in Europa, in passato ebbe un team capace di vincere quattro volte il campionato nazionale. Sulla panchina di Győri sedeva uno dei magici 11 che resero grande l’Ungheria: Nándor Hidegkuti. Passato anche per l’Italia (vinse la Coppa delle Coppe del 1961 con la Fiorentina) approdò nel Transdanubio Occidentale nel 1963 conquistando subito il titolo. L’anno seguente i suoi ragazzi superarono Lipsia, Lokomotiv Sofia con un rocambolesco 8-7 finale e DWS, squadra olandese. Nuovamente un’icona del calcio mondiale si pose tra il club e la finale: Eusebio. Il Benfica vinse per 4 a 0 in Portogallo ma Eusebio non giocò mai a Győr. Per l’occasione la partita si tenne al Népstadion (troppo piccolo lo stadio Vagongyári) dove di fronte ad oltre 62.000 tifosi i portoghesi trionfarono 1 a 0 e volarono in finale, dove persero contro l’Internazionale.

L’edizione 1973/74 vide invece il tentativo dell’ Újpesti Dózsa. Quello della nuova Pest non era un undici qualunque. Per tre anni consecutivi, tra il 1972 ed il 1974 i bianco-viola raggiunsero i quarti di finale del torneo, spingendosi nell’ultimo anno fino alle semifinali. In quegli anni sconfissero tra gli altri i campioni di Inghilterra del Leeds, il Valencia ed il Celtic. La squadra era guidata in campo da Ferenc Bene e Antal Dunai. Superati agevolmente gli irlandesi del Waterford, gli ungheresi eliminarono il Benfica ed i cecoslovacchi dello Spartak Trnava. Il sogno tramontò in semifinale quando dopo avere pareggiato per 1 a 1 al Népstadion, ancora teatro per l’occasione con i suoi 78.426 spettatori, la squadra subì un netto 3 a 0 dal Bayern Monaco di Franz Beckenbauer laureatosi poi campione del torneo.

Con il passare del tempo il calcio ungherese perse il suo smalto. Ad oggi sembra lontano il giorno in cui una squadra scenderà nuovamente in campo, questa volta magari nel nuovo Puskas Stadion, per tornare a sognare un trofeo europeo che il solo Ferencváros sollevò al cielo. Ma questa è un’altra storia.

 

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