Hull a pelyhes fehér hó, jöjj el, kedves Télapó!”

Sta nevicando a fiocchi bianchi, Caro Babbo Natale, vieni a trovarci!”

Questa canzoncina, ai primi di ogni dicembre, salirebbe sicuramente in cima alle classifiche battendo qualsiasi tormentone delle popstar attuali. Infatti, stasera, a casa delle famiglie ungheresi arriva Babbo Natale (Mikulás) con un sacco gremito di sorprese: piccoli giocattoli, dolcetti e frutta ai bambini bravi e rametti dorati per gli atteggiamenti meno graditi.

I bambini la sera del 5 dicembre si impegnano a pulire gli stivaletti con grande cura, per poi sistemarli sotto la finestra della loro cameretta. Dopodiché, non resta che aspettare con ansia, assieme ai genitori, il momento in cui di notte passerà Babbo Natale a riempirli.

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Le reliquie di San Nicola nell’omonima cattedrale di Bari

Inoltre, negli asili, nelle elementari e nelle aziende dei genitori si organizza una divertente celebrazione con le esibizioni dei bambini, il cui culmine è la consegna dei pacchetti direttamente dall’anziano signore, sempre aggiornatissimo sui pregi ed i difetti di ciascun bambino.

A differenza di altri paesi, in Ungheria il Mikulás è di servizio rigorosamente solo la notte tra il 5 e 6 dicembre, ovvero il giorno di San Nicola (Miklós), mentre a portare l’albero di Natale con i regali alla vigilia di Natale ci penserà il bambino Gesù (Jézuska).

Il vescovo di Myra venerato da santo già in vita sua

Babbo Natale è la figura folcloristica del vescovo San Nicola che visse nel IV secolo a Myra (oggi in Turchia), nell’impero bizantino. Apprezzato per i miracoli e le sue azioni a favore dei più deboli e disgraziati, è uno dei santi più importanti del cristianesimo. I resti del santo si trovano a Bari, nella basilica costruita apposta per conservare le sue ossa e reliquie, trasportatevi nell’ XI secolo da marinari italiani. Il capoluogo pugliese diventò così un centro religioso molto importante.

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Dolciumi tipici della festa del Mikulas

Una delle leggende dalla quale potrebbe prendere spunto la festa del Mikulás, narra come il Vescovo di Myra avesse aiutato di nascosto un uomo povero: padre di tre figlie, non aveva soldi per le loro doti per farle sposare. San Nicola durante la notte si recò di nascosto sotto casa sua e gettò un sacchetto di monete d’oro per salvare le ragazze dalla prostituzione.

In caccia ad una tradizione di radici multietniche

Non si sa quando e come esattamente dal culto del vescovo buono si sviluppò l’uso di fare regali di nascosto alla vigilia del 6 dicembre. Le fonti menzionano diversi riti in uso in Europa in onore di San Nicola che, pagani o religiosi, di origini ungheresi o straniere, cittadini o contadini, durante i secoli si alternavano, convivevano, si trasformavano, si mescolavano tra loro e che possiamo considerare tutti come premesse della tradizione moderna.

Per esempio, in varie zone rurali dell’Ungheria si recitava un costume popolare, il Mikulásjárás quando un giovane, travestito da vescovo Nicola, con la sua scorta girava le case dove abitavano bambini, interrogandoli e premiandoli o facendoli minacciare con il diavolo, a seconda dei loro meriti.

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Celebrazione del Mikulas in Ungheria nel 1980

Oltre le influenze dei vari popoli del Mitteleuropa sul culto del Mikulás, a partire dagli anni ’20, si inizia ad usare un sinonimo molto discusso: Télapó che è l’equivalente russo, ovvero Babbo dell’Inverno. Poi, durante gli anni dell’epoca sovietica Télapó, totalmente deprivato delle sue origini religiose (scompaiono la mitra e il bastone pastorale), aveva la meglio sul povero santo altruista che viene pian piano restaurato solo dagli anni ’90.

Insomma, il culto e l’immagine del Mikulás durante i secoli sono sempre stati in evoluzione e con la globalizzazione continuano a cambiare anche oggi.

Mikulásgyár

Sono tante le iniziative di beneficenza che organizzano raccolte di beni di ogni genere. Una delle più affermate è quella della fattoria del Mikulás, che raccoglie prodotti alimentari a lunga conservazione, capi di abbigliamento, libri e giocattoli in buone condizioni a Budapest nel Millenáris Park, nel centro commerciale Lurdy Ház e nella maggioranza degli uffici postali.

 

 



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Foto: L’eco del Sud, femina.hu