[Aggiornato al 24 giugno 2021]

Si torna a parlare dell’Ungheria come “dittatura in Europa”. I detrattori del primo ministro ungherese chiedono l’espulsione del paese dalla UE, i suoi tifosi invece chiedono che le politiche ungheresi diventino realtà anche in altri paesi. Ma l’Ungheria oggi è una dittatura o una democrazia?

La domanda è semplice, ma la risposta è complessa, molto complessa, e non saremo noi a dare una risposta esaustiva e conclusiva. E’ ampio il dibattito tra politici, storici e giuristi a livello internazionale su quello che sia diventato il sistema politico ungherese. Di certo è un tema seguito avendo Orbán molti nemici e molti ammiratori. Qui, in questo breve spazio, cerchiamo di fare chiarezza su alcune questioni che possono poi portare tutti a fare le proprie valutazioni.

Qui le definizioni (fonte Treccani) di Dittatura e Democrazia?

Dittatura: Regime politico caratterizzato dalla concentrazione di tutto il potere in un solo organo, monocratico o collegiale, che l’esercita senza alcun controllo.

Democrazia: Forma di governo in cui il potere risiede nel popolo, che esercita la sua sovranità attraverso istituti politici diversi; in partic., forma di governo che si basa sulla sovranità popolare esercitata per mezzo di rappresentanze elettive, e che garantisce a ogni cittadino la partecipazione, su base di uguaglianza, all’esercizio del potere pubblico.

Il Parlamento viene votato in Ungheria?

Sì, il Parlamento ha 199 deputati e viene votato ogni 4 anni con elezioni libere a scrutinio segreto. Nelle ultime elezioni il partito di Orbán il Fidesz ha preso il 49% dei voti, ottenendo il 66% dei seggi. Questo perchè l’opposizione era divisa in più partiti e perchè la legge elettorale ungherese favorisce il partito maggioritario.

La legge elettorale ungherese è democratica?

La legge elettorale ungherese è stato tema di numerosi dibattiti. Non esiste una legge elettorale perfetta. La nuova legge elettorale è stata votata dal governo del Fidesz. La legge ha diminuito il numero dei parlamentari e modificato le circoscrizioni elettorali a favore del partito di governo. Inoltre ha fornito il voto alle minoranze storiche ungheresi all’estero, scelta criticata dall’opposizione. Sopra il 90% i voti al partito di Orbán tra queste comunità che votano per posta. E’ molto più difficile invece votare per gli ungheresi che sono emigrati in anni recenti, questi devono recarsi di persona in una sede consolare. Tra questi cittadini solitamente sono i partiti dell’opposizione in vantaggio.

C’è una Costituzione democratica in Ungheria?

In Ungheria vi è una Costituzione votata nel 2012 dal Parlamento con maggioranza dei 2/3. A votarla sono stati solo i parlamentari del partito di Orbán, quindi non è una Costituzione condivisa dalle diverse forze politiche del paese. Ma la Costituzione è stata approvata secondo la legge, che non richiedeva un referendum obbligatorio, ma richiedeva solamente i due terzi dei voti dei parlamentari.

I poteri esecutivo, legislativo e giudiziario sono separati e in equilibrio in Ungheria?

I tre poteri sono formalmente separati e in equilibrio. Tuttavia avendo il partito di governo da undici anni una maggioranza di 2/3 nel Parlamento il potere legislativo è sempre stato “molto” accondiscendente verso l’esecutivo. Per quanto riguarda il potere giudiziario basta ricordare che i 15 giudici della Corte costituzionale sono stati tutti scelti dalla maggioranza governativa. Quindi se formalmente i poteri sono indipendenti ed in equilibrio, nella realtà dei fatti non lo sono visto le importanti influenze e pressioni che il partito di governo può effettuare. Non è un caso se in Ungheria praticamente non esistono processi per corruzione che riguardano politici del governo. Anche in questo caso è chiara l’interferenza politica.

Esiste un Presidente della Repubblica?

In Ungheria esiste un Presidente della Repubblica, János Ader, che sta svolgendo il suo secondo mandato. A lui tocca ratificare le leggi approvate dal parlamento. Il Presidente della Repubblica è votato dal Parlamento con maggioranza di 2/3. E’ stato votato dal Fidesz di cui è membro.

Esiste la libertà di stampa in Ungheria?

In Ungheria gli indici  della libertà di stampa sono in costante peggioramento. Negli ultimi anni l’Ungheria è arrivata all’88-esimo posto a livello mondiale per libertà di stampa. Gli organi di stampa pubblici sono fortemente schierati con il governo (in maniera quasi grottesca). I quotidiani locali sono posseduti per la maggior parte da imprenditori vicini al governo. Esistono reti televisive e siti web privati che danno voce anche a critiche verso il governo, ma godono di poco spazio. Si pensi al caso del settimanale “Magyar Hang” che è costretto ad essere stampato all’estero in quanto non ha trovato un editore in Ungheria che si esponesse a stampare un giornale ritenuto critico nei confronti del governo.

Aggiornamento: il 9 febbraio 2021 la radio indipendente Klub Radio è stata costretta a non trasmettere più in etere. Praticamente nel mondo radiofonico vi sono solo radio schierate a fianco del governo. 

La situazione dei diritti civili?

I diritti civili e le libertà personali sono formalmente riconosciuti a tutti i cittadini. Tuttavia esistono numerose leggi criticate a da associazioni e organizzazioni internazionali. In particolare la propaganda politica del partito di governo, del Fidesz, si è basata negli ultimi anni su forti campagne propagandistiche di odio e per la marginalizzazione di alcune minoranze.

I migranti: dal 2015 l’attenzione del governo si è concentrata sui migranti. Il paese ha rispettato i dettami dell’accordo di Dublino utilizzando però metodi spesso considerati disumani nel fermare i migranti e nel ritardare qualsiasi possibilità di richiedere asilo nel paese. Al confine meridionale è stata costruita una recinzione lunga diverse centinaia di chilometri.

I rom: il problema dell’integrazione della comunità rom è un problema di lunga data in Ungheria. Ad oggi esistono diversi interventi della UE sul tema che criticano in particolare la situazione di segregazione vissuta dai rom nelle scuole. 

La comunità LGBT: nel giugno 2021 è stata votata una legge che esplicita una equiparazione tra pedofilia e omosessualità. La criminalizzazione della comunità LGBT, il divieto di promuovere e affrontare tematiche di diversità di genere con minori di 18 anni ha portato ad un forte arretramento dei diritti nel paese. L’UE e numerosi paesi hanno formalmente richiesto la cancellazione della legge discriminatoria.

Con lo stato d’emergenza per fronteggiare la pandemia cosa cambia?

Sono stati conferiti maggiori poteri all’esecutivo che può governare per decreto e decidere di sospendere le sedute del Parlamento.

Sono state sospese le elezioni di ogni ordine (come in altri paesi dove è in corso l’epidemia, ricordiamo che in Italia il 29 marzo si doveva tenere un importante referendum costituzionale che è stato annullato).

Sono aumentate le pene per chi diffonde notizie false o che turbano l’ordine pubblico, pene da 1 a 5 anni (in Italia arrivano a 6 mesi). La legge può essere interpretata in diversi modi, sarà la sua applicazione futura a stabilire se sia un pericolo per la libertà di stampa nel paese.

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L’Ungheria è quindi una democrazia?

No, l’Ungheria non è una democrazia, o almeno non è una democrazia liberale. Come anche Orbán ha ricordato più volte l’Ungheria è una democrazia illiberale. Ovvero i tre poteri dello stato non sono né in equilibrio né indipendenti. L’esecutivo ha un ruolo maggiore e non ci sono poteri indipendenti che lo controllano. Questo soprattutto perchè un partito, il Fidesz, gode di una maggioranza schiacciante in Parlamento da 11 anni. In questa maniera il Fidesz ha potuto facilmente occupare il maggior numero delle cariche istituzionali dello Stato, fatto avvenuto in maniera legittima, ma che ha creato una specie di “Stato-partito unico” in cui non esiste più una differenza tra il Fidesz e le istituzioni. Istituzioni che quindi sono state svuotate del carattere democratico. Questo ruolo “forte” dell’esecutivo è accresciuto con lo stato di emergenza.

L’Ungheria è quindi una dittatura?

No, l’Ungheria non è una dittatura. O almeno non è una dittatura come quella russa o turca. In Ungheria i giornalisti non vengono incarcerati e non vi è violenza fisica contro oppositori del governo. Esistono i partiti dell’opposizione e nelle ultime elezioni, le amministrative del 2019 hanno visto candidati dell’opposizione vincere in alcuni comuni, come la capitale Budapest. La libertà di stampa è formalmente garantita anche se in costante peggioramento. La legge contro la comunità LGBT, con le conseguenti prese di posizione della UE e l’inizio di una campagna elettorale dai toni molto duri indica però come il clima politico nel paese sia costantemente peggiorato.

Un percorso verso…

Nell’Ungheria di Orbán dal 2010 è iniziato un lungo e lento percorso, fatto anche di passi indietro, che porta verso una gestione del potere non democratica. Un potere mantenuto grazie a buoni risultati economici e ad una indiscussa fedeltà di circa 2,5-2,8 milioni elettori (30-35% della popolazione) che riescono a garantire, grazie alla divisione dell’opposizione, alla legge elettorale e all’astensionismo, una maggioranza di due terzi nel Parlamento. A fianco a questo però si denota un potere che, in sella da più di dieci anni, mostra campagne propagandistiche di odio, corruzione, clientelismo e una grande insolenza.

Un percorso durato molti anni, con accellerazioni e rallentamenti, spesso influenzati dai rapporti di Orbán con Bruxelles e dal pragmatismo del leader ungherese. Sicuramente con l’uscita del Fidesz dal PPE e la futura adesione a un nuovo gruppo europeo Orbán ha accellerato lo spostamento verso una destra estrema del “partito-Stato”.



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Foto: Bielik István / 24.hu