Un’interessante articolo sui problemi degli adolescenti di oggi, dal punto di vista di….un’adolescente di oggi.

L’autore, Tóth-Gáspár Bálint del liceo Xántus János, è il vincitore della categoria giornalismo del Festival di Italiano.   

 

I giovani di oggi si sa, sono problematici e lo vediamo nei film, nelle serie e su internet. Tutto suggerisce una realtà molto lontano da quella vera. Ci sono ovviamente state delle generazioni che hanno vissuto una vita più dura di quella dei giovani di oggi, e non è facile neanche per loro. É questo l’ho proprio capito scrivendo questo articolo.

Ho cominciato con una ricerca su internet della parola giovane, e sono rimasto molto sorpreso, dal momento che il computer mi ha suggerito solo dei concetti negativi riferiti ai giovani, come la depressione, la pressione esercitata da internet, dalla scuola e talvolta dai genitori. Quindi, seppure sembri che ognuno abbia tanti amici, in realtà c’è tanta solitudine. D’altra parte, però, i giovani vogliono tutto e subito, vogliono crescere velocemente, perché credono che essere adulti sia meglio, al punto che perdono l’infanzia. Crescono in un ambiente molto avanzato tecnologicamente. Tramite l’internet immaginano di raggiungere qualsiasi cosa e chiunque. Ogni minuto possono condividere quello che succede e così, quella sfera intima e privata della vita non esiste più!

Per scoprire cosa significa crescere in Ungheria nell’epoca di internet, ho intervistato uno studente, proprio per mettermi nei panni di un giovane, Federico. Gli ho fatto una semplice domanda: come ti senti oggi in Ungheria, come un giovane qualsiasi?

Questa la sua risposta: “so che la mia generazione ha dei problemi. Tanto per cominciare c’è che quando si é piccoli, i genitori ci dicono che possiamo diventare qualunque cosa vogliamo. Su internet ci sono molti esempi di cosa significhi essere un adolescente oggi, sia in senso positivo che negativo, e purtroppo sono più quelli negativi. Ed ecco perché molti si considerano peggiori degli altri. Su internet vediamo una vita idealizzata: viaggi ogni mese, l’acquisto di una macchina nuova, di una casa e così crediamo che questa sia la realtà e coltiviamo tanta voglia di vivere questa vita. Però, quando ci rendiamo conto di non essere sempre i primi e i migliori, capiamo che la realtà e tutta un’altra cosa. E così inizia la depressione e l’isolamento, perché é difficile accettare di non potere avere tutto quello che desideriamo. Naturalmente questa è solo la mia opinione su quelle persone che vivono una vita virtuale. E oggi la società ungherese, purtroppo, non aiuta abbastanza questi giovani. Naturalmente ci sono molte altre cose, ma preferirei chiudere la conversazione con un monologo tratto da un film e che riassume quello che ho detto: “Scegliete la vita. Scegliete Facebook, Twitter, Instagram, e sperate che a qualcuno da qualche parte freghi qualcosa. Scegliete di cercare vecchie fiamme, desiderando di aver agito diversamente. E scegliete di osservare la storia che si ripete. Scegliete il futuro.” (Trainspotting)

Prima dell’intervista non credevo che ci fossero dei giovani come Federico che vedono le cose in questo modo. E dopo questo dobbiamo chiederci: vogliamo accettare questa situazione per i nostri figli? O vogliamo fare qualcosa? Possiamo impedire questo processo? E questo è davvero il FUTURO?

 

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