Kávészünet significa “pausa caffè” in italiano ed è anche il nome di una giovane band di Budapest, o meglio, di una band di giovani che attraverso la partecipazione nel 2009 ad un talent show (simile a Italia’s got talent) ottenne grande visibilità, riscuotendo fin da subito ampio consenso da parte del pubblico. La band è specializzata nel mettere in musica con ritmi moderni e dinamici le opere di poeti ungheresi classici e contemporanei, seguendo una tradizione intergenerazionale di grande successo, non solo tra i coetanei. Si tratta di una tradizione pressoché sconosciuta in Italia.

Il fondatore e la voce del gruppo è György Popovics, un giovane arrivato in Ungheria all’età di quattro anni dall’Ucraina subcarpatica. Appassionato di letteratura fin da piccolo, si è laureato all’Università delle Arti Teatrali e Cinematografiche di Budapest. Gli altri componenti della band sono Bendegúz Németh alla chitarra, Kristóf Komáromi alla batteria e Bálint Boros al basso.

Il pubblico del gruppo è molto eterogeneo. Sono popolari tra gli studenti come anche tra i pensionati. Si esibiscono anche nelle scuole con concerti interattivi durante i quali cantano assieme ai ragazzi poesie classiche che fanno parte del programma scolastico, come pure poesie che difficilmente avrebbero occasione di leggere altrove. Credono che attraverso la musica sia più facile avvicinare i giovani all’amore per la poesia.

Su invito dell’Accademia di Ungheria in Roma si sono esibiti per la prima volta in Italia e hanno tenuto due concerti. Il primo il 25 maggio all’Accademia e l’altro il 26 maggio nella splendida Sala della Carità della Parrocchia di San Francesco di Padova. A promuovere il secondo evento è stato il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova, attraverso gli organizzatori Fruzsina Sárkány (lettrice di lingua ungherese), e i docenti Cinzia Franchi (Lingua e letteratura ungherese) e Federico Donatiello (Letteratura romena), fedele alla terza missione che, attraverso iniziative dal valore socio-culturale ed educativo verso il territorio, oltre alla didattica e alla ricerca, diffonde la cultura e la conoscenza. In quest’occasione il gruppo ha presentato il nuovo album dal titolo Szuper(h)írók, gioco di parole lessicale/fonetico tra Supereroi e Superscrittori.

Abbiamo intervistato due membri del gruppo Kávészünet per i lettori di Ungheria News.

Szuper(h)írók borító

Copertina dell’album Szuper(h)írók. Fonte: Kávészünet Management

Intervista

È la prima volta che vi esibite in Italia. Che impressione avete del paese e del pubblico italiano?

Bálint Boros – Conosciamo bene l’Italia, ci siamo già stati tutti come turisti. Con il mio precedente gruppo ho partecipato anche a un festival rock vicino a Bologna. Il nostro pubblico in quest’occasione era misto, c’erano persone giovanissime, ma anche di una certà età, ottantenni, non solo ungheresi, ma anche italiani. L’entusiasmo ha unito tutti. A Roma nel corso del concerto sono state proiettate le traduzioni in italiano dei testi delle canzioni. A Padova invece è stato pubblicato un libretto con le poesie a cura degli studenti del corso di Lingua ungherese e nel corso del concerto i partecipanti potevano leggere la versione italiana.  

Vi siete esibiti in Italia, tra poco andrete a Bucarest. Un gruppo ungherese negli anni Settanta, i Syrius, ha musicato con successo la versione inglese della poesia Con cuore puro di Attila József. Voi avete mai pensato di fare altrettanto per raggiungere un pubblico più ampio?

György Popovics – Ci abbiamo pensato, ma in inglese non abbiamo ancora fatto nulla. Abbiamo però due canzoni in svedese. Eravamo stati contattati dall’Ambasciata della Svezia quando Tomas Tranströmer vinse nel 2011 il premio Nobel per la letteratura. L’evento è stato festeggiato con un ricevimento e per quell’occasione furono musicate due poesie di questo autore in svedese. Le stesse hanno la traduzione e la versione musicale anche in ungherese.

Come vengono creati i vostri pezzi, scegliete una poesia per la quale scrivere la musica o vi capita di orecchiare una melodia e di cercare poi la poesia adatta?

György Popovics – Ci succede di avere un’idea sulla musica e di partire da lì, ma più spesso incontriamo una poesia che suscita una certa vibrazione, un umore, un certo stato d’animo e questo ci porta verso la melodia.

I Kávészünet a Padova

I Kávészünet a Padova. Fonte: Kávészünet Management

I vostri videoclip sono molto particolari, originali. Vi affidate completamente a qualche esperto o le idee sono vostre?

Bálint Boros – Solitamente abbiamo un’idea, una visione su come dovrebbe essere il video. Ovviamente non è facile riprodurre gli stati d’animo in maniera efficace, ma l’obiettivo dei nostri videoclip è questo. Abbiamo collaborato in passato con i registi András Galler e con i fratelli Orbán. Di solito c’è un’idea di base e il clip va a sviluppare questo tema in modo originale. Non vogliamo ottenere attenzione attraverso la spettacolarizzazione degli effetti visivi che renderebbe più intenso il tutto.

György Popovics – Il nostro obiettivo è creare l’atmosfera adatta alla poesia, alla musica, in modo tale che susciti sensazioni positive in chi ci guarda, che lo spettatore riesca a identificarsi, ad aggrapparsi a questo. Vogliamo che ami l’attimo che coglie grazie alla nostra musica e ai nostri videoclip. Stiamo preparando anche adesso un videoclip della versione musicata della poesia di Réka Andrássy Lehetetlen bakancslista (La lista impossibile dei desideri) in cui la poetessa esprime realmente una lunga, lunghissima lista dei suoi desideri. Nel videoclip siamo tutti in sella a una biciсletta tandem, l’atmosfera è leggera, siamo in estate, spensieratamente in viaggio.

Quali sono i poeti, i musicisti e gli artisti che ascoltate volentieri o che vi ispirano?

György Popovics – Per quanto riguarda i poeti si avvicina il bicentenario della nascita di Sándor Petőfi e forse per questo motivo ci si occupa molto di lui ultimamente e devo dire che riesce ancora a sorprenderci. Trovo incredibile come riuscì a mettere sulla bilancia i valori dell’epoca in cui visse: l’amore e la patria. Le sue idee, la sua determinazione e risolutezza che traspaiono dalle poesie ci inducono alla riflessione in un’epoca in cui il consumismo sovrasta gli ideali. Oltre a lui, anche se non è fonte di ispirazione, c’è un’altra personalità singolare che mi attrae: se potessi fare un viaggio nel tempo, prenderei volentieri una birra assieme a Attila József.      

Bálint Boros – Per quanto riguarda invece la musica mi piace molto il britpop degli anni Novanta, a partire dagli Oasis e dai Blur. In Ungheria sono un fan della musica alternativa e ascolto volentieri i 30y, Heaven Street Seven, Quimby o Kispál és a Borz.

György Popovics – Mi piacciono anche altre realtà, come per esempio i 3+2, un gruppo che suona un tipo di musica spiccatamente ungherese chiamato „lakodalmas rock”. Mi piace l’atmosfera che riescono a creare con questo stile. Tra quelli menzionati precedentemente mi piacciono molto gli Heaven Street Seven, mentre riconosco che i 30y e Kispál és a Borz hanno creato qualcosa di duraturo e importante e in qualche modo hanno influenzato anche la nostra musica, ma li ascolto meno. Ascolto invece volentieri la musica rap, preferibilmente ungherese. Inoltre, trovo straordinaria la musica di Tamás Cseh per come riesce a creare la giusta atmosfera attorno a sè con una semplice chitarra. Ritengo invece i Kaláka un esempio da seguire. Sono stato di recente ad un loro concerto e trovo originale la loro idea di elaborazione dei testi. La perseveranza nel campo della musica è davvero apprezzabile e di esempio per tutti.

Conoscete anche la musica italiana?

György Popovics – A me piace il sempreverde Il mondo di Jimmy Fontana (e si mette a cantarlo in italiano con una pronuncia niente male).   

Bálint Boros – A me invece piace Nek. Ho a casa il suo album L’altra direzione che ogni tanto ascolta anche mio padre.

Non vi resta che andare a scoprire i Kávészünet!

Qui potete vedere il loro canale youtube: clicca qui.

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Foto di copertina: Kávészünet Management