Nella notte è stato raggiunto un accordo. L’Ungheria non pone il veto alla proposta di embargo del petrolio russo. L’embargo riguarderà però, per ora, solo il petrolio che arriva via mare

Accordo raggiunto, l’Ungheria non pone il veto

La due giorni di vertice in seno alla UE non era iniziata nel migliore dei modi. La presidente von der Leyen aveva dichiarato ieri di non nutrire grandi speranze sulla possibilità di un accordo. Accordo che invece è stato raggiunto nella nottata. 

A bloccare le ipotesi di embargo totale all’arrivo del petrolio russo in UE è stato il premier ungherese Orbán che era arrivato ieri pronto a fare le barricate pur di difendere “l’economia ungherese”. Parole dure di Orbán che ha ricarato le critiche contro la Commissione europea aggiungendo: “Se ci troviamo in questa situazione difficile è perché si è mossa in modo irresponsabile”.

L’Ungheria è il paese più riottoso a intraprendere sanzioni contro la Russia, in parte per i buoni legami politici con Mosca, ma anche perchè l’Ungheria è uno dei paesi più legati alle materie prime provenienti dall’est. Non è un caso se il costo delle bollette energetiche per privati in Ungheria sono le più basse a tra tutti i paesi dell’Unione, e proprio sul costo delle bollette il premier ungherese ha avviato una lunga battaglia politica-elettorale che l’ha portato nuovamente al successo alle elezioni di aprile.

Embargo sì, ma non totale

L’accordo raggiunto in nottata prevede un embargo al petrolio proveniente dalla Russia via mare, mentre il petrolio potrà continuare ad arrivare via terra. Un accordo che così salva l’Ungheria, ma non solo. Se è stata Budapest a fare la “voce grossa” anche altri paesi membri erano scettici riguardo ad un embargo totale, in particolare quelli senza uno sbocco sul mare e quindi senza possibilità di diversificare i rifornimenti in breve tempo.

La contrarietà di Orbán nasce infatti dal fatto che riadattare il sistema energetico ungherese richiederebbe anni (almeno 5 anni). Un tempo nel quale l’Ungheria non avrebbe garanzie di ricevere gas o petrolio. Una “bomba atomica” sull’economia ungherese come ha detto il premier magiaro. L’accordo raggiunto infatti, per ora, non solo non riguarda i rifornimenti via terra, ma prevede anche aiuto economico per i paesi più esposti.



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Foto: ansa.it