A seguito della pubblicazione dell’ultimo rapporto Eurostat l’Ungheria risulta aver registrato il tasso di inflazione più alto in Europa: in agosto c’è stato un aumento dello 0.4% rispetto all’anno precedente, arrivando ad un rincaro dei prezzi ben del 3.9% mentre nei paesi dell’Eurozona c’è stata una diminuzione dello 0.2%.

Il mese di luglio aveva già registrato un’impennata del 3,8% eccedendo le previsioni che ammontavano ad un massimo del 3,3%. Solo in questo mese infatti, come evidenziato dalle analisi del sito di informazione economica ungherese Portfolio,  rispetto a quello precedente i prezzi dei cibi di stagione sono stati rincarati del 3.3% contro l’usuale diminuzione degli stessi avvenuta ad esempio nello stesso periodo dello scorso anno, complice anche una diminuzione della disponibilità della frutta e verdura causata dalle condizioni metereologiche sfavorevoli. Le accise sui tabacchi ed i prodotti correlati sono aumentate del 1.4% ed i servizi sono stati rincarati dell’1.4% a seguito dell’abolizione dei parcheggi pubblici gratuiti che hanno aumentato del 31.1% i prezzi degli affitti degli automezzi e affini e le tariffe degli stessi parcheggi. Il carburante costa l’8.1% in più come risultato dell’aumento del prezzo del petrolio e delle relative tasse di accise.

Immagine del mercato centrale di Budapest

Uno dei dati più allarmanti è quello relativo ai prezzi dei generi alimentari e delle bevande non alcoliche che sono aumentati dello 0.7% mentre i prodotti di stagione costano il 20% in più, senza contare il vertiginoso aumento del prezzo della frutta, che in un anno è arrivata a costare ben il 40% in più.

Tale Rapporto evidenzia come in Europa ci sia una duplice tendenza: se da un lato i paesi dell’Eurozona registrano una diminuzione dell’inflazione, i tassi più alti registrati si riscontrano nei paesi dell’Europa Centro-Orientale, nell’ordine Romania, Repubblica Ceca e Bulgaria.

Ciononostante, pur volendo effettuare un raffronto tra i Paesi maggiormente colpiti l’Ungheria detiene un primato tristemente notevole: tornando al prezzo della frutta in altri Paesi colpiti, come la Repubblica Ceca, si è registrato un tasso dell’11% contro il sopracitato 20%. Non solo, lo scarto con il secondo Paese più colpito, la Romania, che ha registrato aumento dei prezzi del 5,6% è ben del 2,3%.

Il prossimo 8 Ottobre si terrà l’annuale edizione del  Budapest Economic Forum, che tratterà delle future prospettive dell’economia e della politica monetaria ungherese.



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Foto: Cucinoperte, Gambero Rosso