Molti studenti universitari, durante il loro percorso di studi scelgono di frequentare uno o più semestri all’estero. Per anni, il programma Erasmus ha permesso a giovani laureandi di lasciare le loro terre natie e accrescere il loro bagaglio culturale sperimentando una vita diversa, un’altra cultura, un altro modo di studiare e di relazionarsi con gli altri. Un’esperienza a cui sembra difficile rinunciare.

Eppure il coronavirus ha cambiato le carte in tavola: restrizioni, lockdown, didattica a distanza hanno reso l’accesso all’Erasmus più difficile e sicuramente diverso da quello che era stato per gli studenti degli anni precedenti. Sono comunque tanti quelli che, nonostante le difficoltà hanno deciso di partire e, a posteriori, sono convinti di aver fatto la scelta giusta. 

Ne abbiamo parlato con Francesco Molluzzo, 21 anni, iscritto alla Scuola di Economia e Management dell’Università degli Studi di Firenze e adesso a Budapest, dove svolge il suo periodo Erasmus presso l’Università Corvinus.

Perché hai scelto di venire a fare l’Erasmus a Budapest? E in quale Università hai scelto di studiare e cosa?

Nel 2017 sono venuto in gita scolastica a Budapest per sei giorni e mi sono innamorato della città a tal punto da sceglierla come meta per il mio Erasmus. Attualmente sto studiando, se pur in modalità online, alla Corvinus University nel corso di relazioni internazionali.

Quando è scoppiata la pandemia hai pensato di cambiare idea? Le università ti hanno dato informazioni su come fare l’Erasmus anche in questa situazione? Come ti informavi sulla situazione a Budapest, sulle restrizioni e sulle modalità di viaggio?

Quando è iniziata la pandemia, ho pensato di abbandonare il mio sogno di venire a studiare a Budapest. L’Università mi ha però permesso di cambiare il semestre, da primo a secondo, sperando che con il tempo e con le vaccinazioni la situazione migliorasse. Per informarmi sulla situazione è stato utile seguire il gruppo Facebook degli ungheresi in Italia per qualsiasi aggiornamento, sia per il viaggio che per i documenti da portare e grazie a Ungheria News ho potuto seguire l’evolversi della situazione nel paese.  

L’Ungheria ha introdotto numerose restrizioni. Come sei riuscito ad arrivare a Budapest? È stato facile? I tuoi genitori erano contenti della tua scelta di intraprendere lo stesso il viaggio o erano preoccupati?

Sono arrivato a Budapest con un minivan, partendo da Bergamo, è stato un viaggio lungo, undici ore.  Nonostante la situazione di emergenza, i miei genitori sono stati contenti della mia scelta di venire a Budapest e metterli in contatto con gli ungheresi che hanno organizzato il viaggio è stato utile per tranquillizzarli ulteriormente.

Come ti sembra Budapest in questo periodo particolare? Ti sei ambientato facilmente?

Dal mio arrivo (fine gennaio) ad oggi la situazione pandemica in Ungheria mi ha consentito di viaggiare liberamente nel paese, comunque rispettando il coprifuoco, essendo le regole molto più flessibili rispetto a quelle italiane. Attualmente è possibile uscire fino alle 10, e con le vaccinazioni che avanzano in maniera spedita si prospettano aperture di locali all’aperto in breve tempo.

Come funziona l’Università in questo periodo particolare? Fate lezione? Vi vedete con professori e compagni? Hai trovato tanta burocrazia?

Le lezioni sono tutte a distanza ma la didattica è ben organizzata. Purtroppo, la burocrazia è abbastanza complicata, l’Università è sempre pronta a rispondere ma ho trovato difficoltà soprattutto per il permesso di residenza. Se per le carte universitaria quali Learning Agreement e Certificato di immatricolazione la risposta dell’università è stata immediata, il Permesso di residenza è molto più complicato in quanto è l’ufficio immigrazione che se ne occupa. Dopo che tutti i documenti sono stati accettati dall’impiegato, viene consegnata una tessera nell’immediato (colore giallo) e una successivamente per posta (colore rosso-bianco-verde).

Secondo te l’Erasmus in tempo di coronavirus come è cambiato? Cosa fate e cosa non potete fare con i vostri compagni?

Cambiare Paese, cultura, lingua, vivere la propria indipendenza, conoscere persone da tutto il mondo è un’esperienza che cambia la vita. Nonostante le limitazioni imposte dall’attuale pandemia, consiglio comunque l’Erasmus a Budapest perché è possibile vivere questo periodo al meglio, soprattutto per le restrizioni più leggere rispetto a quelle italiane.

Pensi di aver fatto la scelta giusta decidendo di partire nonostante la pandemia?

Sì, assolutamente sì. Sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta e mi sento fortunato di poter vivere questa esperienza e i nuovi stimoli che mi sta fornendo rispetto alla monotonia dello scorso anno. Partire e stravolgere la mia vita in tutti i suoi aspetti ha aiutato e mi sta aiutando ad affrontare questo periodo difficile.



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Foto: Francesco Molluzzo