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La libertà di stampa in Ungheria è un problema. Un problema chiaro ed evidente, sarebbe sciocco nasconderlo. Oggi l’Ungheria è 92-esima per libertà di stampa. Nei primi anni duemila era settima. Giornali, radio, tv, siti web sono in maggioranza sotto influenza o pressione, diretta o indiretta, del governo e spesso lanciano messaggi propagandistici molto forti. Secondo te l’UE dovrebbe intervenire su un tema del genere? Nella tua Europa quanto è importante la libertà di stampa?

E’ una bella domanda. Tu mi chiedi della libertà di stampa ma riguarda tante altre questioni. Prima è da capire se questo è un tema giuridico e fino a che punto si può spingere il potere della UE. Fino a che punto UE può intervenire all’interno di uno Stato nazionale. Lo può fare oppure sono questioni che spetta risolvere a livello nazionale?

Penso che debba esserci una UE più influente e più forte ma per questo ci deve essere una maggiore legittimazione popolare. Ad oggi noi abbiamo i Commissari, ma noi cittadini non li votiamo, noi votiamo il parlamento che poi vota i Commissari. Il parlamento non ha neanche molti poteri. I Commissari sì hanno un peso. Penso che i Commissari non abbiano la legittimità popolare per agire. O ad esempio anche nei casi di politica estera prendono posizioni ma poi in realtà non hanno un reale peso politico. Un conto è se fa una dichiarazione la Merkel o  un Commissario europeo. Per rispondere all tua domanda bisogna prima definire e capire realmente quali sono le funzionalità della UE su queste tematiche. Va deciso se l’UE ha la capacità di intervenire in questioni di questo tipo. Ad oggi al di la delle dichirazioni pubbliche è complicato.

La destra italiana e Orbán

Chiudiamo con le questioni prettamente ungheresi e andiamo ai rapporti tra Ungheria e Italia. I due paesi hanno rapporti storicamente forti. Negli ultimi anni i rapporti sono spesso cambiati a seconda di chi governa a Roma. Al tempo del governo Renzi i rapporti non erano idilliaci a differenza di quando al governo c’era Salvini. Sicuramente Orbán è un personaggio politico famoso anche al di fuori dell’Ungheria. In Italia è conosciuto e da molti visto come un modello. Oggi ci sono due politici italiani, Salvini e Meloni, che fanno a gara per contendersi l’amicizia di Orbán. Anche se dobbiamo ricordare ad onor del venero che il primo e il migliore amico di Orbán in Italia è stato, e rimarrà, Berlusconi. Però dal punto di vista politico oggi contano Salvini e Meloni. Quale tra di due sarà il suo alleato in italia? O chi può essere l’Orbán italiano, pur nelle differenze tra i contesti.

Salvini e Meloni sono due leader che hanno tanti punti in comune ma hanno anche alcune differenze. Per capire cosa succederà nella destra italiana dobbiamo vedere cosa succederà a livello europeo. Salvini sta tentando di costruire il nuovo gruppo al parlamento europeo che unisce ECR, “Identità e democrazia” e parte del PPE con il Fidesz che ad oggi è fuori. La Meloni però è scettica e vorrebbe piutoosto ingrandire il gruppo ECR di cui lei fa già parte ed ha un certo peso. Dipende quale di queste due visioni prevarrà. Se prevale l’idea di un ECR più grande allora sarà la Meloni a prevalere, essendo anche presidente del ECR avrà un peso più ampio. Se invece prevale il progetto di Salvini allora sarà lui ad avere un maggiore peso. Più che dagli ungheresi molto dipende dai polacchi. Orbán è in una posizione positiva dal suo punto di vista. E’ uscito dal PPE, può guardare e scegliere. Per il PIS [il partito polacco] è diverso perché è già nell’ECR. Se il PIS rimane nell’ECR allora Orbán sarà costretto ad entrarci. Il leader della destra italiana in Europa si decide quindi nel contesto europeo.

E a tuo parere Salvini e Meloni potrebbero stare nello stesso gruppo a livello europeo?

Secondo me è molto complicato perché è vero che in Italia sono all’interno di una coalizione, però in Europa è differente. Per Salvini entrare nell’ECR in cui c’è già la Meloni con una posizione forte vorrebbe dire indebolirsi. Per la Meloni invece uscire dall’ECR vorrebbe dire uscire da un gruppo in cui sei leader per entrare in un nuovo gruppo in cui non conosci ancora gli equilibri. Ad oggi dico che è complicato. Detto ciò bisogna vedere cosa succede con le elezioni in Germania e per Orbán anche le elezioni in Ungheria nel 2022. Mettendomi nei panni di Orbán perché dover accellerare questa scelta. Il rischio è che se scegli uno dei due gruppi non puoi scegliere l’altro. Dall’altro lato i parlamentari europei del Fidesz sono fuori dalle commissioni e questo è un problema. Immagino che spingano molto per entrare in un gruppo. Per ora è uno scenario in forte evoluzione. Venerdì la Meloni era a Varsavia e sabato Salvini in Portogallo. Si stanno muovendo parallelamente.

Sembre riguardo ai numerosi contatti della destra europea la scorsa settimana il leader di Vox è venuto a Budapest?

Sì, prima a Budapest e poi in Polonia insieme alla Meloni. Il leader di Vox è in totale linea con la Meloni, c’è un rapporto forte tra di loro. Mentre invece Vox ha un problema con la Lega, ovvero il rapporto con la Catalogna.

Ultima domanda. L’Ungheria di Orbán è un modello per la destra italiana. Perché? Quali sono le politiche di Orbán che piacciono agli italiani?

Ci sono alcune politiche che riguardano il contesto ungherese e che quindi le vedo difficilmente applicabili in Italia. E quindi su alcuni temi è fisiologico che non possano rappresentare un modello. Su altri temi invece ritengo che ci siano politiche importanti ad esempio sul tema della famiglia e della natalità. Ho amici italiani sposati con ragazze ungheresi, che vivono in Ungheria e che hanno avuto un figlio. Mi spiegavano che hanno ricevuto sul conto corrente una cifra pari a 30.000 euro. Una cifra da rimborsare successivamente ma a tassi estremamente vantaggiosi. Inoltre la cifra da restituire si abbassa se si va un secondo figlio o addirittura si azzera in caso di terzo figlio. Stiamo parlando di 30.000 euro in Ungheria e che quindi rispetto all’Italia hanno un potere d’acquisto anche maggiore. Da noi in Italia c’è il bonus bebè pari a circa 200 euro o 1000 euro, ma non so neanche se esista ancora.

Il tema della natalità è interessante. Il tema dei cristiani perseguitati è un altro tema interessante. Il fatto che ci sia l’hungarian helps. Una attività che in tutto il mondo investe e aiuta i cristiani perseguitati è un tema da tenere in considerazione.

Guardando i dati economici l’Ungheria è un modello che funziona. Lasciamo perdere il covid, però prima della pandemia qui c’era una crescita media del 4-4,5%. In Italia non arriviamo all’1%. Il grande problema dell’Italia è che non c’è crescita. E poi qui il debito pubblico è diminuito. Qui c’era crescita e diminuzione del debito pubblico.

A me ha colpito molto un discorso di Orbán. Era venuto in Italia a parlare ad un evento che avevamo organizzato. Ha fatto un discorso dicendo “non ci possono essere politiche conservatrici vincenti se prima non hai politiche economiche vincenti”. Questo secondo me è un insegnamento importantissimo. Perché purtroppo molto spesso la destra italiana sui temi economici è stata carente. Ha avuto politiche economiche non sempre vincenti. Per riuscire a portare avanti un’agenda vincente deve fare in modo che la qualità della vita aumenti, che lo stipendio medio aumenti. I temi economici sono fondamentali.



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Foto: gaiaitalia