Il festival di Tusnádfürdő è il luogo prediletto dal premier ungherese Orbán per i grandi discorsi e per concettualizzare il proprio pensiero politico. Nel 2014 fu proprio in questo festival situato tra le valli della Transilvania, tra i fedelissimi della comunità Székely a lanciare il concetto di “democrazia illiberale”

Sabato scorso, nuovamente al festival, il premier ungherese ha fatto un discorso importante, soffermandosi sulla caduta dell’occidente, su questioni di geopolitica ma soprattutto su questioni relative alla “razza”

Orbán: il ritorno del concetto di “razza”

Il premier ungherese è stato chiaro. Muoversi all’interno dell’Europa va bene, ma solo mantenendo la propria cultura. Mischiarsi con altre culture, extra-europee, non va bene, è da evitare è da fermare.

Questo l’estratto del discorso di Orbán:

C’è un mondo in cui i popoli europei si mescolano con quelli extraeuropei: il mondo delle razze miste. E poi ci siamo noi, dove le persone che vivono in Europa vivono a fianco, si spostano, lavorano e si trasferiscono. Per questo, ad esempio, nel bacino dei Carpazi non siamo di razza mista, ma semplicemente un misto di popoli che vivono nella stessa casa europea. Quando le stelle sono fortunate, questi popoli si fondono in un unicum “ungaro-pannonico” creando una specifica cultura europea. Siamo disposti a mescolarci tra di noi, ma non vogliamo diventare una razza mista. Per questo abbiamo combattuto a Nándorfehérvár [battaglia di Belgrado nel 1456], per questo abbiamo fermato i turchi a Vienna, e per questo i francesi hanno fermato gli arabi.” 

Forte il richiamo alla “razza”. Termine desueto tra la maggior parte dei politici europei ad eccezioni di gruppi legati alla destra neo-fascista. E in questo caso il messaggio neanche tanto nascosto portato avanti dal premier ungherese è chiaro: “la razza bianca cristiana europea” non si deve mischiare con altre “razze” del mondo. 

Critiche dalla comunità ebraica: “Esiste una sola razza, l’Homo Sapiens Sapiens”

Parlare di razza però non può che riportare alla mente il periodo storico tra le due guerre in Europa. Un periodo storico tragico. E infatti alle parole di Orbán non sono mancate reazioni forti.

Il primo ad intervenire è stato il rabbino capo d’Ungheria Róbert Frölich che ha dichiarato: “sulla terra esiste una sola razza: l’Homo Sapiens Sapiens. Questa specie è una e indivisibile“. 

Orbán è la tragedia dell’Ungheria”

Non sono mancate duri interventi dei politici dell’opposizione che in molti hanno stigmatizzato come il discorso di Orbán contenesse concetti nazisti. Queste le parole del’ex-premier Gyurcsány:

Orbán è la tragedia dell’Ungheria. Moriremo se rimane così. Saremo dei paria. Una nazione immorale. Terra di nessuno. Il testo nazista di ieri ci cancella dal mondo dei popoli onesti. Siamo ungheresi. Amiamo il nostro essere ungheresi, è una parte naturale della nostra vita. Ma il mio sangue non è diverso dal sangue di altre persone. La mia terra è la terra del Creatore, che ama tutte le persone. L’uomo non è padrone dell’uomo. Chi vuole essere il padrone e non il servitore del suo popolo non è il nostro capo, ma il nostro avversario.”

I partiti dell’opposizione ungherese hanno anche mandato il testo del discorso di Orbán alla UE affinchè si prendano iniziative a riguardo, ed anche perchè nella traduzione ufficiale in inglese operata dal governo ungherese alcune parti del discorso sono state volutamente smussate. 

Il sindaco di Budapest ha risposto postando sulla sua pagina facebook una famosa poesia di Attila József, in cui si descrivono gli ungheresi proprio come popolo misto, frutto dell’incontro di turchi, tatari, slovacchi e romeni.

„Török, tatár, tót, román kavarog
e szívben, mely e multnak már adósa
szelíd jövővel – mai magyarok!”
(József Attila – A Dunánál, részlet)
 

Critiche anche nel governo

Anche all’interno del governo non sono mancate posizioni critiche, fatto abbastanza raro in Ungheria. Zsuzsa Hegedüs, consigliera del gabinetto del primo ministro, si è dimessa a causa del “discorso inaccettabile di Orbán”.

 

Qui il video integrale del discorso di Orbán :



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Foto: Kaszás Tamás/index