A pochi giorni dalle elezioni, Republikon Institute e Iránytű Institute hanno presentato ieri mattina un nuovo sondaggio sulle preferenze elettorali.

Come già evidenziato in altri sondaggi, Fidesz risulta essere in vantaggio (41%) godendo di popolarità soprattutto in campagna, fra elettori di età superiore ai 60 anni. Anche Jobbik, che segue secondo al 21%, primeggia nelle piccole città, mentre la Capitale sembra essere più devota ai partiti di sinistra e ai nuovi attori politici come Momentum e i tre candidati indipendenti.

Secondo il sondaggio però quest’anno è più difficile fare previsioni rispetto agli anni passati, per alcune caratteristiche che non erano presenti nelle scorse campagne elettorali. Prima di tutto il sistema preferenziale.

Per poter avere delle percentuali attendibili abbiamo dovuto contattare oltre 6.000 persone, e solo 1.000 hanno dato la loro disponibilità. Questo perché gli ungheresi non sono abituati a questo tipo di votazioni e molti di loro esprimeranno una preferenza proprio all’ultimo minuto”, ha spiegato Andrea Virág, analista per Republikon Institute nel corso di una conferenza stampa.

Un altro fattore unico di queste elezioni, impossibile da tenere in conto nel corso dei sondaggi, sembrerebbe essere la paura che serpeggia fra gli elettori: paura di un regime autoritario nel caso di una vittoria di Fidesz (per i simpatizzanti della sinistra) e paura dei migranti e delle politiche di George Soros tra le fila dei votanti di Fidesz.

Paure a parte ci aspettiamo un afflusso alle urne fra il 65% e il 70%. L’unica volta che si è verificato un afflusso maggiore al 70% è stato nel 2002 e non crediamo che questa situazione si possa riverificare. Allo stesso tempo però, è altamente improbabile un afflusso inferiore al 60% visti gli ultimi dati”, ha continuato Andrea Virág.

Inoltre è difficile calcolare anche le preferenze degli ungheresi che votano all’estero, sebbene la campagna elettorale all’estero sia stata particolarmente curata rispetto agli altri anni. Al momento sono 300.000 gli ungheresi che si sono registrati per le votazioni all’estero ma, come spiegato da Virág, di solito il numero effettivo si aggira circa alla metà.

Gli ungheresi residenti all’estero sono molto pessimisti nei confronti dell’Ungheria. Hanno lasciato questo Paese per rifarsi una vita altrove. È difficile prevedere come si muoveranno”.

I partiti di sinistra possono per ora contare su un appoggio pari al 19% ed è quindi molto probabile che otterranno dei seggi in parlamento, mente Momentum non sembrerebbe nemmeno avere la possibilità di superare la soglia del 5%.

Qualunque sia il risultato però, sembra che Fidesz possa ottenere fra i 110 e i 130 seggi, non ottenendo quindi la maggioranza dei 2/3.

Infine”, ha aggiunto Andrea Virág, “come quattro anni fa quasi nessuno osava dire ad alta voce che avrebbe votato per Jobbik, essendo allora considerato il partito di estrema destra, oggi molti di quelli che voterebbero per la sinistra hanno paura a dirlo e questo può costituire un altro effetto a sorpresa”.

 

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