Dal 23 al 26 maggio sarà possibile votare per i 751 membri che siederanno al parlamento europeo fino al 2024. L’Ungheria potrà eleggere 21 membri secondo il sistema uninominale, ossia tutti i candidati appariranno sulla stessa lista. Potranno essere votati solo i partiti che supereranno la soglia di sbarramento del 5%.

Perché si vota – Il Parlamento europeo è l’unico organo dell’Unione europea eletto direttamente dai cittadini e in carica per cinque anni. Insieme alla Commissione europea e il Consiglio dell’Unione europea, esercita la funzione legislativa dell’Ue (pur non possedendo il potere di iniziativa legislativa). Compito del Parlamento è quello di eleggere una delle più importanti cariche all’interno dell’Ue, ossia il presidente della Commissione europea. Inoltre, partecipa all’approvazione del bilancio dell’Ue. Dal 2014 vale il sistema degli Spitzenkandidaten: ogni partito politico sceglie un candidato principale, e in base ai seggi ottenuti al parlamento, tale candidato otterrà anche la presidenza della Commissione. Le urne nei 27 Stati membri si apriranno tra il 23 e il 26 maggio ma ogni Paese ha scelto in maniera autonoma la data. Sia in Italia che in Ungheria si voterà domenica 26 maggio.

I partiti ungheresi – Secondo gli ultimi sondaggi, a guidare la rappresentanza ungherese è Fidesz che, insieme al Partito Popolare Cristiano Democratico (KDNP), ha raggiunto il 55.31%, reclamando quindi 14 seggi sui 21 disponibili. Originariamente affiliato con il Partito popolare europeo (Ppe), e con il suo candidato Manfred Weber, Fidesz ne è stato recentemente sospeso dopo le campagne di manifesti anti-Juncker e anti-Soros sull’immigrazione mentre Orbán ha dichiarato di non voler più appoggiare la candidatura di Weber.

Segue il Partito Socialista ungherese (MSZP) con l’11%, che equivarrebbe a 3 seggi all’interno del Partito Socialista europeo (S&D), il cui candidato è l’attuale vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans.

Al terzo posto il partito nazional conservatore Jobbik, dichiaratosi indipendente, con il 9.21% e due seggi.

Sempre spettante due seggi anche la Coalizione Democratica (DK) con l’8.89% e anch’essa affiliata al Partito Socialista europeo.

Ancora al di sotto della soglia di sbarramento troviamo Momentum (4.77%), il partito che fece tanto parlare dopo il referendum sulle Olimpiadi; i verdi LMP (4.02%); il Partito del cane a due code (2.06%); e il neonato MHM (Movimento del nostro Paese) che chiude la lista con il 1.35%.

Previsioni assegnazione seggi

Le campagne elettorali – Nel 2014 l’affluenza alle urne fu solo del 29%. Nonostante quest’anno si preveda un’affluenza maggiore, gli ungheresi non sembrano essere interessati alle politiche europee. Secondo gli ultimi dati dell’Eurostat, più della metà della popolazione ungherese si è dichiarata a favore dell’Ue, per le possibilità di spostamento entro i confini di numerosi Stati e per i fondi ricevuti nel corso degli anni. D’altro lato, però, il 65% dei votanti ritiene l’immigrazione essere il più grave problema, non solo del Paese, ma dell’intero continente. E Fidesz riesce bene a cavalcare questa onda con una campagna elettorale tutta incentrata sull’immigrazione e la difesa dei confini nazionali. Stando ad alcune dichiarazioni dello stesso Orbán, le elezioni europee saranno come un banco di prova, un “referendum”, sulla capacità dei partiti pro o anti immigrazione di guidare il futuro dell’Europa. Alternative non sembrano esserci. I partiti di opposizioni chiedono più attenzione ai bisogni dei cittadini e una migliore gestione dei fondi europei da destinaee ad aree come sanità e istruzione. Ma rimane comunque un’opposizione divisa. Singolarmente presi, sono partiti dal poco valore che otterranno pochi seggi.

Previsioni – E cosa succederà dopo il voto? Il Ppe è diviso: espellere definitamente o reintegrare Fidesz? Non esiste ancora una maggioranza per l’espulsione, dal momento che insieme a Fidesz, il Ppe perderebbe anche una grande fetta di seggi. Dal canto suo, Orbán non ha definitivamente rotto con il Ppe, dimostrando di voler tenere ancora un piede all’interno del più grande gruppo europeo. Potrebbe allearsi con il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, ma nessuno dei due politici si è voluto portare troppo avanti rispetto alle prospettive future scendendo nei dettagli. Per quante speculazioni si possano fare dunque, gli esiti delle elezioni rimangono da valutare dopo il voto di questa domenica.

 

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