Da Budapest – Dopo quasi un trentennio il governo ungherese ha deciso che da quest’anno non parteciperà più all’annuale Forum bilaterale con la Germania.

Budapest ha deciso che diserterà il Forum tedesco-ungherese per la prima volta da quando, nel 1992, il cancelliere della riunificazione tedesca, Helmut Kohl, e József Antall, capo del primo governo ungherese postcomunista, democraticamente eletto, inaugurarono questo incontro bilaterale annuale ai massimi livelli politici.
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Le non idilliache relazioni ungaro-tedesche

La rinuncia da parte di Budapest al Forum (che ha avuto luogo l’ultima volta a Budapest il 25 e 26 ottobre) è la cartina di tornasole delle attuali relazioni ungaro-tedesche, che in questo periodo non godono di buona salute. Il motivo dell’insofferenza ungherese verso il potente partner europeo è da ricercare nelle critiche politiche che a livello pubblico la classe dirigente di Berlino non ha risparmiato negli ultimi anni al governo magiaro a proposito di numerosi dossier, in gran parte cavalli di battaglia della propaganda e dell’agenda politica del primo ministro Viktor Orbán: dalla retorica anti-UE alla politica migratoria, dalla legge restrittiva sui media agli attacchi alle Ong e ai movimenti locali di opposizione sociale.
merkellel-orban-burger-barna_20121012103845_60.jpgDel resto non sono mancati in tempi recenti altri precedenti che danno il senso del deterioramento dei rapporti ungaro-tedeschi in questo frangente storico: all’inizio di quest’anno, ad esempio, la Merkel ha rifiutato di ricevere il primo ministro ungherese per il 25° anniversario del trattato di “buon vicinato”, firmato da Berlino e Budapest nel 1992 (la stessa cancelliera tedesca qualche settimana dopo ha ricevuto i colleghi ceco e solovacco per la ricorrenza di trattati simili); mentre una riunione in programma a maggio fra i rappresentanti di Berlino e il gruppo di Visegrád sarebbe stata annullata per la mancanza di un terreno comune di dialogo su cui avviare il confronto fra il gigante tedesco e i suoi interlocutori centroeuropei.

Berlino e Budapest: vera crisi o farsa?

Secondo alcuni osservatori, tuttavia, le attuali tensioni ungaro-tedesche sono ad uso e consumo interno e non possono realmente minare lo stretto rapporto economico-politico che lega i due Paesi. Dal punto di vista magiaro infatti gli investimenti tedeschi in Ungheria sono troppo importanti per lo sviluppo economico del Paese danubiano per poter permettere ad Orbán di arrivare ad un vero strappo definitivo con Berlino. Allo stesso tempo, dal punto di vista tedesco, la politica magiara di ferma chiusura nei confronti di rifugiati ed immigrati, seppur condannata ufficialmente dal governo tedesco, è tornata utile a Berlino nella fase più calda della crisi migratoria, circa 2 anni fa, per arginare il flusso di migranti lungo la rotta balcanica che puntava a raggiungere proprio la Germania; una politica di chiusura utile soprattuto alla cancelliera che, seppure vittoriosa alle ultime elezioni federali, ha dovuto comunque pagare un prezzo politico non indifferente in termini di popolarità personale per la sua politica dell’accoglienza e della porta aperta ai rifugiati siriani.
7638259_b57f35aef7032de03b2c443737214149_wm-e1422897579492 (1).jpgMotivi economici ed inconfessabili ragioni di opportunismo politico spiegherebbero del resto la ragione per cui la stessa cancelliera ha tollerato fino ad oggi la presenza del partito nazional-conservatore di Orbán, Fidesz, all’interno dello stesso Partito Popolare Europeo di cui fa parte pure la sua CDU. Secondo molti, quindi, Angela Merkel e il primo ministro magiaro appaiono come due coniugi separati in casa, che non si sopportano più, ma che per comune interesse sono condannati a vivere insieme.

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