Budapest, 24 dicembre 1967. A casa Albert lo spirito natalizio ha contagiato tutti. Due settimane prima è nato Flórián Jr, l’allegria regna tra le mura domestiche quando il telefono squilla: “Parlo con la moglie del miglior calciatore d’Europa?” La cornetta scivola dalle mani della signora Albert; il marito, Flórián riceve quello che definirà il più bel regalo di Natale della sua vita. France Football ha scelto: Flórián Albert, pallone d’oro 1967.

Max Urbini, caporedattore di France Football (a destra) consegna il pallone d’oro ad Albert Flórián

Riavvolgiamo il nastro, ancora Budapest, è il 1952. Gli osservatori del Ferencváros reclutano un ragazzo di 11 anni arrivato in città qualche anno prima da Hercegszántó. Non gli viene nemmeno chiesto di presentarsi per un provino, tutti sanno già che sa come trattare la palla e che diventerà un giocatore. Inizia così la carriera di Flórián Albert che sarà legata a filo unico con le aquile verdi del IX distretto.

Dalle giovanili del Fradi a soli 16 anni, nel 1957, esordisce in prima squadra. Il suo debutto nel calcio dei grandi è spettacolare. Segna subito una doppietta al Diósgyőr. Lajos Baroti, allenatore della nazionale lo convoca poco dopo per l’amichevole contro la Svezia. Nella seconda stagione segna 27 reti laureandosi capocannoniere.

Ma che giocatore era Flórián Albert. Le cronache lo descrivono come un giocatore completo ed estremamente elegante nei movimenti. Ambidestro per natura, giocava come centravanti partecipando alla manovra della squadra grazie alla sua abilità nei lanci lunghi, sfornando assist e finalizzando grazie ad un tiro potente e ad un fiuto del gol fenomenale. Imprendibile quando partiva in progressione palla al piede era sempre a disposizione dei compagni. Fuori dal campo spiccava per la sua educazione e le buone maniere che lo contraddistinguevano. Giocherà solo per il Ferencváros.

Con la maglia biancoverde scese in campo in 350 partite segnando 258 reti vincendo quattro titoli e tre coppe nazionali. Il capolavoro lo realizzò nella stagione 1964/65 quando trascinò i suoi alla vittoria nella Coppa delle Fiere. Con tre spareggi in sei partite, il Fradi eliminò tra gli altri Roma e Manchester United per poi imporsi in finale per 1 a 0 sulla Juventus portando così il IX distretto nella storia del calcio Europeo. Ad oggi il Ferencváros è l’unica squadra ungherese a poter vantare un titolo continentale.

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La statua di Albert Flórián di fronte al museo del Ferencváros

Non da meno la carriera in nazionale dove, con 31 reti in 75 partite contribuì alla medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Roma 1960, fu il miglior marcatore del mondiale del 1962 e arrivò terzo ai Campionati Europei del 1964.

Tutto questo però non era abbastanza per essere il miglior giocatore d’Europa. Per convincere i giurati Albert scelse il mondiale inglese del 1966. Il 15 giugno con le sue giocate, il futuro Pallone d’Oro, annullò il Brasile con un netto 3 a 1. I magiari si fermarono ai quarti contro l’URSS ma la classe infinita di Flórián Albert brillava oramai incontrastata in tutta Europa.

La classifica finale del Pallone d’Oro 1967 lo vide trionfare con 68 voti contro i 40 dell’inglese Bobby Charlton. Real Madrid e Barcellona cercarono di sedurre Albert che però non lasciò mai il suo Paese; questo lo rese un’icona per tutta la popolazione ungherese.

La frattura di una gamba ad inizio anni 70 segnò i suoi ultimi anni. Lasciò il calcio giocato il 17 marzo 1974 continuando a lavorare come dirigente delle zöld sasok. Lo stesso Club gli regalò il riconoscimento più prestigioso quando, nel 2007, gli intitolò il proprio stadio.

Flórián Albert lasciò i suoi tifosi il 31 ottobre del 2011 all’età di 70 anni. Con lui se ne andò anche il miglior giocatore ungherese del post Aranycsapat, che con Puskás, HidegkutiKocsis ispirò anche il giovane Flórián.



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Foto: origo, olimpia.hu