IIB: covo di spie russe o grande prestigio per Budapest?

IIB: covo di spie russe o grande prestigio per Budapest?

Il partito di opposizione Jobbik continua a protestare contro la decisione di trasferire a Budapest la sede della Banca Internazionale di Investimento (IIB), accusando la Russia di voler creare un “covo di spie”.

Poche settimane fa infatti, la IIB aveva annunciato di voler lasciare definitivamente gli uffici di Mosca considerando Budapest una valida alternativa. Ironicamente la decisione fu presa proprio in concomitanza con quella della CEU di lasciare l’Ungheria. Numerose sono state quindi le proteste, dentro il parlamento e fuori, che hanno incolpato i Russi “illiberali” di aver cacciato e preso il posto degli Americani “liberali”.

Ma queste critiche hanno un fondo di verità?

Fondata nel 1970, la IIB avrebbe come obiettivo quello di promuovere lo sviluppo economico e la cooperazione dei suoi membri (ad oggi Bulgaria, Cuba, Repubblica Ceca, Ungheria, Mongolia, Romania, Russia, Slovacchia e Vietnam). Fra i compiti della banca risultano l’erogazione di prestiti attraverso altri istituti finanziari nazionali e la cooperazione con le banche statali. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, molti dei membri avevano ritirato la propria adesione, fra cui anche l’Ungheria durante il primo governo Orbán nel 2000. La banca è stata fatta rinascere solo recentemente dal presidente russo Vladimir Putin e l’Ungheria è rientrata a farne parte nel 2015, diventandone in breve tempo il terzo maggiore azionista.

Un progetto che risulta essere molto simile a quello di altri enti, come la Banca centrale europea (BCE) o l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Ciò che fa un pò storcere il naso sono i privilegi che la IIB avrebbe una volta trasferitasi a Budapest.

Péter Szijjártó e la delegazione della IIB a Budapest

In base alla proposta di Fidesz, infatti, la IIB sarà esente da qualunque investigazione finanziaria, non sarà necessaria nessuna registrazione presso le autorità locali, così come non sarà necessario comunicare le tasse, e tutte le procedure legali saranno portate avanti dal sistema giudiziario ungherese ad eccezione di quando la banca giocherà la carta dell’immunità.

Ed è proprio la parola immunità che sta sollevando le più aspre critiche. L’edificio scelto come sede diventerà di proprietà esclusiva della IIB che potrebbe, in qualunque momento, vietare l’ingresso alle autorità ungheresi. In pratica, la banca potrà godere dello stesso status di una missione diplomatica senza però contare nessun corpo diplomatico al suo interno.

Il partito socialista ha definito la IIB come “il cavallo di Troia di Putin”, affermando che dal punto di vista della sicurezza nazionale non c’è nessuna garanzia che questa decisione vieti l’ingresso a persone che minacciano la sicurezza del Paese.

Viktor Orbán e la delegazione della IIB a Budapest

È una questione di prestigio, ha risposto il governo, che cerca di posizionare Budapest sulla mappa finanziaria europea. Ma la IIB non può essere nemmeno considerata la più grande banca in Europa. Se la paragoniamo alla più grande banca ungherese, infatti, la OTP, il patrimonio della IIB ne è solo il 2,5%.

Secondo il Consiglio europeo sulle relazioni internazionali (ECFR), la legge non prevede nessun limite di impiegati all’interno della IIB. In teoria, dunque, la banca potrebbe ospitare centinaia di cittadini stranieri che avrebbero libero accesso all’area Schengen.

“Una decisione storica e senza precedenti”, come l’ha definita il direttore della IIB Nikolay Kosov. Una decisione però ancora da ponderare e i cui benefici sono ancora pochi chiari.

 

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Foto: Daily neews Hunagry, IIB website, Government website

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Claudia Patricolo

Giornalista emigrata, nata a Palermo, ho studiato Scienze Politiche a Roma per poi specializzarmi in Giornalismo e Comunicazione sempre nella capitale. Sono arrivata in Ungheria per caso, prima a Debrecen grazie a un progetto europeo, e adesso a Budapest dove scrivo di economia per una testata inglese.

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