Articolo di Júlia Iván

Anche quest’anno, il 4-5 maggio avrà luogo l’evento Budapest100. Ma di che si tratta effettivamente?Sul sito ufficiale del programma si legge che: Budapest100 è una bellissima ricorrenza civile realizzata con grande successo che mette in evidenza i valori quotidiani della nostra città, accostando tra di loro i cittadini, i vicini di casa e le varie generazioni.”

Il testo poi prosegue: “Il progetto si è avviato nel 2011 su iniziativa dell’Open Society Archives  e KÉK (Centro Contemporaneo di Architettura) per celebrare per un fine settimana all’anno le case che compiono 100 anni. A partire dal 2015 l’iniziativa ha intrapreso un nuovo approccio, in quanto propone zone urbane nelle quali durante e dopo la Prima guerra mondiale furono costruite poche abitazioni. Ma l’obiettivo iniziale è sempre rimasto quello di presentare gli edifici al pubblico, dalla cantina alla soffitta, conoscere gli abitanti e contribuire a formare nuove comunità.

Le ricerche pubblicate costituiscono una straordinaria banca dati sul nostro sito. Le storie vengono tramandate dagli abitanti – noi diamo una mano per tenere vivo lo spirito della città. Il nostro motto è “tutte le case sono interessanti”. Gli eventi del Budapest100 sono organizzati da volontari, abitanti ed esponenti delle istituzioni partecipanti. Tutti i programmi sono gratuiti.”

Una cinquantina di palazzi coinvolti nel progetto apriranno quindi il loro ingresso ai circa 20 mila visitatori nei 2 giorni, curiosi di conoscere la storia e le caratteristiche architettoniche dei condomini e sbirciare oltre i cancelli delle ville di Buda. In programma visite e passeggiate guidate da esperti volontari, anche in inglese, e di cui alcuni sono da prenotare online. Per di più, mostre fotografiche, concerti, quiz storici e giochi creativi per bambini.

Quest’anno tutto ruoterà intorno allo stile Bauhaus, rendendo omaggio al movimento che fu avviato proprio 100 anni fa da Walter Gropius, direttore dell’omonima Accademia di Belle Arti a Weimar in Germania. Il Bauhaus era una scuola dallo spirito progressivo nel periodo 1919-1933. Comprendeva tutte le arti: da quelle visive ed applicate allo spettacolo teatrale, con un’influenza rivoluzionaria su tutto quello che possiamo definire con la progettazione: l’architettura, l’organizzazione e l’arredamento degli interni, i mobili, le macchine e gli oggetti più comuni. Tolto tutto ciò che era ritenuto superfluo, i suoi spazi e oggetti determinati solo dalle forme geometriche elementari e chiari danno un aspetto minimalista, ma sono in realtà funzionalissimi, a misura d’uomo, in virtù al massimo rispetto dei principi ergonomici e l’approccio olistico.

Il Bauhaus a Budapest 

Passeggiando per le vie della capitale, possiamo avvistare tanti palazzi caratterizzati dai concetti del Bauhaus. Effettivamente, numerosi architetti e designer ungheresi erano presenti nei centri del movimento come allievi o da maestri. Bisogna sottolineare i due protagonisti ungheresi, il fotografo-tuttologo d’arte Moholy-Nagy László e Breuer Marcell, costruttore dell’iconica sedia Wassily (1925), uno dei simboli della progettazione del XX secolo.

Gli edifici costruiti nell’epoca 1919-1940 si concentrano su tre aree: la parte borghese del XIII distretto (Újlipótváros – Pozsonyi út, Szent István park) con i suoi condomini, nel II distretto, e sulle colline del XII distretto a Buda (nelle zone Margit körút, Pasarét e Városmajor), dove si trovano ville singole con giardino.

Oggi gli abitanti di queste case sono ben consapevoli e orgogliosi di abitare in un palazzo di stile Bauhaus. Era infatti l’ultima tendenza architettonica della borghesia, prima dell’emergere dei complessi prefabbricati di cemento, che si basava su concetti di valore ben definiti e coerenti. Una ragione in più quindi per apprezzarla e festeggiarla con Budapest100.

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Foto: budapest100.hu