A Cegléd, nella contea di Pest, si trova un museo singolare che ospita parte della storia della batteria jazz del Ventesimo secolo. Qui potrete scoprire con piacere che la creatività italiana non manca nemmeno in questo settore. 

La nascita di una passione

Il museo della batteria jazz di Cegléd è nato dalla passione per la musica di Sándor Kármán.

Negli anni Sessanta una rivoluzione musicale senza precedenti travolge il mondo occidentale seguendo il fenomeno dei Beatles. In quell’atmosfera alcuni giovani ungheresi fondano un gruppo musicale in cui Sándor suona inizialmente la chitarra e poi gli strumenti a percussione.

Allievo del famoso batterista jazz Gyula Kovács, presto si appassiona a questi strumenti e ne vuole sapere di più, ma è molto difficile avere informazioni del mondo musicale occidentale o americano al di là della cortina di ferro. Sándor ha però la fortuna di conoscere altri musicisti che, al ritorno dalle loro turnée in America, gli prestano i cataloghi degli strumenti musicali delle aziende leader mondiali.

Entra in contatto con i grandi produttori di strumenti a percussione, inizia a raccogliere materiale e conoscenze, e nel 1979 riesce ad organizzare la prima mostra dedicata alla storia della batteria.

sandor museo batteria

Sándor Kármán suona una delle batterie del suo museo.

I tesori del museo

La prima esposizione permanente di batterie viene inauguratra nel 1992 nel garage di casa su una superficie di venti metri quadrati. L’iniziativa ha grande successo di pubblico ed è singolare la visita di un gruppo di 54 suore americane che al ritmo della sua batteria cantano a tre voci canzoni Rock’n’Roll di Elvis Presley.

L’attuale sede del museo è ospitata dal 2000 in un edificio di proprietà del comune di Cegléd, capace di ospitare le iniziali 28 batterie, ma il loro numero nel corso degli anni ha raggiunto le 132 unità ed ora lo spazio risulta insufficiente per poter esporre tutto.

Nel museo troviamo un angolo italiano con batterie dell’azienda Caldirone e Meazzi degli anni ’60 e ’70, una realtà di Milano all’avanguardia rispetto agli altri produttori. Ha introdotto molte innovazioni, tra cui la modalità di fissaggio della membrana e l’idea di montare la batteria su un telaio con ruote per muoverla facilmente sul palco.   

In un altro settore del museo Sándor ha realizzato il tamburo di Leonardo da Vinci, una  macchina musicale il cui progetto è all’interno del Codice Atlantico. La meccanica è basata su cilindri dentati che tramite il loro movimento azionano dei martelletti, producendo così il suono. È possibile provare personalmente il modello.

Nel 1995 Sándor ha progettato e costruito Turbo Designer, un set di batterie somigliante a una Harley Davidson che nel 1999 ha riscosso un grande successo al Musik Messe di Francoforte.  

batteria turbo designer

La batteria Turbo Designer.

Ricordo di un mito

Il posto è una miniera d’oro per gli appassionati. Sándor ha rintracciato i discendenti del grande batterista jazz ungherese degli anni Trenta Ápi Weisz (József Weisz 1910-1945) che è stato a lungo una figura popolare del mondo del jazz di Budapest. Ha suonato nei principali locali notturni tra i quali il Moulin Rouge di via Nagymező e il Parisien Grill. La sua bravura era riconosciuta anche in America al punto che la ditta Leedy gli mandava una batteria nuova all’anno con le sigle del suo nome W.A. Durante la Seconda Guerra Mondiale Weisz è stato costretto ai lavori forzati e secondo la testimonianza delle lettere inviate ai familiari anche lì, in condizioni disumane, ha continuato a pensare alle problematiche della musica.

Il proprietario del museo è grafico, vetrinista e decoratore e ha realizzato un palco che riproduce fedelmente l’atmosfera dei locali notturni dove Weisz era solito suonare. Inoltre, sono esposti alcuni oggetti personali ricevuti dalla famiglia. Attualmente è l’unico posto in cui si ricorda l’artista.

api weisz

Immagine di Api Weisz con una batteria Leedy Improved Swingster.

9 ottobre. Appuntamento con una star internazionale

Sándor è legato da un’amicizia pluriennale ad uno dei batteristi più apprezzati e famosi del mondo, Peter Erskine, già membro dei Weather Report. L’artista ha donato molti oggetti pesonali di grande valore che danno ulteriore prestigio al museo. Non solo.

Il 9 ottobre 2021 a Cegléd verrà presentato il Venticinquesimo Gala dei Batteristi e Percussionisti dove Peter Erskine si esibirà con la Budapest Jazz Orchestra. L’evento in passato ha visto esibirsi artisti come Jojo Mayer, Steve Smith, Tommy Campbell, Mike Mangini e molti altri, diventando un punto di riferimento per gli appassionati. Non resta che partecipare all’evento.

Il sito del museo è www.drummuseum.hu ed è visitabile su prenotazione. Il signor Sándor vi trasmetterà la sua passione.

 

Articolo di Marianna Kovács



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Foto: wikipedia, pestmegyeimustra, beatkorszak