Con 139 voti a favore, uno contrario e l’intera opposizione astenuta, il parlamento ungherese ha approvato l’emendamento alla legge sullo spreco alimentare, proposto lo scorso febbraio dal ministro delle risorse umane Miklós Kásler.

DONARE IL CIBO IN SCADENZA

Secondo la nuova legge, in vigore dal 1 febbraio 2022, le grandi catene alimentari sono obbligate a donare prodotti in scadenza entro 48 ore alla società Élelmiszermentő Központ Nonprofit Kft (EMK). Si parla però solo di grandi aziende straniere, come Aldi, Auchan, Lidl, Penny Market, Spar e Tesco con un fatturato annuo di oltre 100 miliardi di dollari.

La situazione diventa quindi molto più complicata per quei beni alimentari che hanno una data di scadenza inferiore alle 48 ore come pane, frutta, verdura e diversi tipi di formaggio. Inoltre, ricordiamo anche il recente aumento dell’imposta sulle vendite al dettaglio (che passa dal 2.5% al 2.7%).

Tutte quelle aziende che supereranno il limite di sprechi stabilito in un piano annuale (il primo dei quali deve essere inviato all’EMK entro il 31 maggio 2022) di oltre il 2% dovranno pagare una multa.

SALVAGUARDARE IL CIBO, COMBATTERE LO SPRECO

A favore della proposta anche i numeri della FAO secondo cui, a livello mondiale un terzo del cibo prodotto viene sprecato: un totale di 1,3 miliardi di tonnellate che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica. L’Ungheria, secondo il ministro dell’agricoltura István Nagy, si trova in una posizione migliore rispetto alla media dell’Unione europea con solo il 10% del cibo prodotto trasformato in spreco (la media dell’Ue è di circa il 20%). Ciò nonostante, Sándor Font, parlamentare di Fidesz, ha sottolineato come questo nuovo sistema potrebbe aiutare l’Ungheria a salvaguardare ulteriormente circa 20-30 tonnellate di cibo ogni anno.

Secondo l’indipendente Andrea Varga-Damm, la proposta, seppur valida, è stata approvata in troppa fretta: ci sono infatti tantissimi generi alimentari che possono essere consumati solo nell’arco di pochi giorni e che quindi possono rimanere sugli scaffali per altrettanto poco tempo. Inoltre, Varga-Damm sottolinea come non sia specificato come questo cibo possa raggiungere chi ne ha effettivamente bisogno. 

E nonostante Farkas abbia assicurato che la procedura sia stata discussa nel dettaglio da tutte le parti coinvolte, sono solo i promotori dell’emendamento gli unici ad esserne a conoscenza.



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Foto: szeretlekmagyarorszag