Jessica Ticozzelli è una fotografa italiana che, venuta a Budapest nel 2022 per una semplice visita, ha deciso poi di trasferirsi. Di seguito ci parlerà della sua passione per la fotografia e come l’abbia fatta diventare il suo lavoro, della sua decisione di trasferirsi a Budapest, e delle mostre che avverranno nel prossimo mese. 

1.    Com’è nata la sua passione per la fotografia?

Ricordo due momenti in particolare che mi hanno fatto avvicinare alla fotografia:

Il primo risale alla tenera età. Ero solita passare l’estate da mia nonna e ricordo di essermi fermata parecchie volte per contemplare un quadro appeso in salotto. Era una fotografia color seppia, in una cornice ovale e raffigura i volti dei miei nonni con gli occhi fissi in camera. Ogni volta che lo guardavo, pensavo a quanto sarebbe stato bello creare qualcosa di simile.

Il secondo momento risale all’età di diciassette anni, durante una lezione di storia dell’arte. L’argomento della lezione era la camera oscura e la nascita della fotografia. Presi la mia prima reflex.

2.    Come ha iniziato la sua carriera fotografica e quali sono state le tue maggiori influenze artistiche?

La mia prima esperienza lavorativa inizia nel 2018 in uno studio fotografico di Milano, dove ricopro il ruolo di assistente digitale, assistente luci e post- produttore. In questo periodo prendo confidenza con l’illuminazione da studio. 

In seguito inizio a lavorare con uno dei più bravi fotografi di Microstock come fotografa e ritoccatrice di immagini a Malta, Milano, Budapest e Toscana. Considero questa esperienza come una delle più formative a livello artistico. 

Credo che ogni cosa che assimiliamo e viviamo diventi parte del nostro linguaggio. Perciò, ritengo che le mostre, il cinema, la musica e i libri siano grosse influenze per me e per la mia attività artistica.

3.    Come sceglie i suoi progetti fotografici e quali sono le sue fonti di ispirazione?

Posso dire di non scegliere un progetto ma di attenderlo. Il mio lavoro si basa sull’ispirazione e quindi i progetti vengono da sé, la scelta avviene solo nel momento in cui devo esporre o pubblicare qualcosa che ho in archivio. In quel caso cerco di trovare la serie di immagini che più si addice alla rivista o al posto espositivo. 

4.    Quali sono le sue opere preferite e perché?

Dato che ho parecchie opere predilette parlerò del mio autore preferito: Giovanni Gastel. 

Oltre ad essere un grande fotografo è un’artista sotto tutti i punti di vista, unisce le fotografie alla pittura e alla poesia. Mi piace come pensa la fotografia e come la trasforma. Mi spiego meglio, ci sono due scuole principali di pensiero:

“I puristi” ovvero gli amanti del reale, così li definisco. La loro ricerca si basa su catturare pezzetti di vita quotidiana senza tante manipolazioni. E poi c’è chi ama creare una scena, fotografarla e manipolarla. 

Gastel fa parte del secondo gruppo. Le sue fotografie sono pezzi d’arte senza tempo, senza spazio e spingono a guardare qualcosa che non si vede. È stato un onore pubblicare il mio progetto “Lights” sulla rivista “IL FOTOGRAFO” numero dedicato a Giovanni. 

5.    Qual è il suo soggetto preferito da fotografare e perché?

La mia ricerca è sempre stata improntata sul ritratto, specialmente quello femminile e di tanto in tanto sul paesaggio. L’ossessione per i ritratti nasce come ricerca di me stessa attraverso i soggetti. Ho sempre creduto che ogni persona ci mostri delle parti di noi che ancora non vediamo o che facciamo fatica a riconoscere. Mi rendo conto che sia una teoria un po’ astratta, ma da un po’ di tempo fonte della mia ricerca. 

6.    Quanto tempo fa ha iniziato a scattare a Budapest? 

La mia prima esperienza come fotografa a Budapest si divide in due: dal 2019 al 2020 e dal 2022 al 2023.

7.    Perché ha deciso di trasferirsi in Ungheria? C’è stato un fattore specifico che ha influenzato la sua decisione?

Come riportato nelle precedenti risposte, sono capitata a Budapest per lavoro.

Onestamente prima di “capitarci” non avevo mai preso in considerazione l’idea di trasferirmici ma è bastato poco per innamorarmi della capitale.

C’è chi è sensibile al meteo e c’è chi, come me, è sensibile all’ambiente. Per essere ispirata devo essere circondata da bellezza e a Budapest lo sono. Le architetture neogotiche, i ponti e l’atmosfera creata dal Danubio hanno sicuramente influenzato la mia decisione. 

8.    Quali sfide hai incontrato nel lavorare come fotografa in Ungheria e come ha affrontato queste sfide?

Mi sono trasferita a Budapest due volte. La prima volta non ho incontrato grosse sfide perché mi ero trasferita per lavoro.

La seconda volta ero solo di passaggio. L’idea iniziale era quella di rimanere a Budapest una settimana e poi tornare in Italia. Alla fine non ho mai usato il biglietto di ritorno.

La sfida è stata grande, dovevo costruire il mio lavoro da capo, e se in Italia avevo trovato clienti e opportunità con discreta facilità, qui, mi sono sentita persa. Principalmente per la lingua. Con il tempo le cose hanno preso il piede giusto e in particolare in questo periodo, grazie anche alle due mostre che ho in programma. Colgo l’occasione per invitare chiunque sia interessato, l’ingresso è libero.

Il 25/03/2023 alle ore 19:00 ci sarà l’inaugurazione a Kelet Kávézo és Galéria 1114, Budapest, Bartók Béla út 29. Uno dei miei caffè letterari preferiti. [Info sulla mostra qui]

La seconda si terrà il giorno 04/04/2023 alla Galleria Fotografia PH21 52 / 55 Radày Street Budapest. Essere stata scelta fra tanti fotografi provenienti da tutto il mondo rappresenta per me una bella soddisfazione. [Info sulla mostra qui]

9.     Come pensa che la fotografia possa essere utilizzata per promuovere la cultura e la comprensione tra le diverse comunità in Ungheria?

La fotografia è sempre stata un mezzo di comunicazione potente. Davanti ad una fotografia, l’osservatore si trova di fronte ad un frammento di realtà. E anche se manipolato, non potrà mai sembrare falso. Specie se si scatta con l’intento di documentare qualcosa.

Credo che un progetto fotografico sulle varie comunità  in Ungheria, che evidenzi le loro particolarità e gli aspetti che in pochi conoscono, possa portare maggiore comprensione fra di esse. Quindi, l’abilità della fotografia è di condizionare chi la osserva e l’abilità del fotografo sta nel trovare punti di vista nuovi.

10. Quali sono le tue tecniche preferite per scattare foto? C’è qualche differenza nella tua tecnica tra quando lavorava in Italia e ora che è in Ungheria?

Non ho tecniche preferite ma vario in base alla situazione e a cosa voglio comunicare. L’unica costante, presente in tutti i miei scatti in estera è il diaframma molto aperto. 

I miei progetti variano molto fra loro e la differenza che ho riscontrato, è che in Italia il più delle volte ambiento le scene nella natura, mentre a Budapest scatto spesso in città. 

Non mi definisco una “purista” e quindi per me una fotografia inizia con lo scatto e finisce con l’editing o la manipolazione. Oltre al mio modo di scattare, ho sviluppato una tecnica di editing ben precisa.

11. Cosa consiglierebbe ad un fotografo italiano che sta considerando di trasferirsi in Ungheria?

Di trasferirsi qui da Freelance, poiché i costi sono agevolati rispetto all’Italia. Di imparare l’ungherese e di portare una fotocamera analogica, secondo me lo stile antico di Budapest potrebbe sposarsi bene con un rullino.

12. Qual è stata la sua foto più memorabile che ha scattato finora in Ungheria?

Non ho una fotografia memorabile scattata in Ungheria ma ho un paio di progetti che preferisco. Il primo è ambientato in città, in stile cinematografico e il secondo riguarda una ragazza orientale. Volevo ritrarla mantenendo la sua natura asiatica e a Kopaszi-gát ho trovato degli scorci perfetti.

13. Quali sono i suoi progetti fotografici futuri e cosa le piacerebbe esplorare di più?

Ho qualche idea riguardo i progetti futuri ma sono ancora in fase di sviluppo e per questo preferirei non parlarne. Posso dire di voler rimanere sulla ritrattistica ma con tecniche differenti da quelle utilizzate fino ad ora.

Per seguire Jessica su Instagram: qui il suo profilo.

Segui gli eventi in Ungheria: guarda qui.

 

© Riproduzione riservata

Foto: Jessica Ticozzelli