Il Parlamento europeo sta preparando una proposta per cancellare la presidenza ungherese del Consiglio europeo che, come da rotazione, dovrebbe spettargli dal 1 luglio 2024.

Secondo legislatrice francese dei Verdi e iniziatrice della proposta, Gwendoline Delbos-Corfield “dato che la questione dello stato di diritto continua a deteriorare, é dovere del Parlamento europeo porsi dei dubbi sul fatto che il governo ungherese sia in grado di assumersi questo compito o meno.”

La proposta in questione, consultata da diverse testate in anteprima, verrà votata il 1 giugno. Non sono presenti molti dettagli al momento, viste anche le diverse correnti di pensiero all’interno del Parlamento stesso.

Diverse opzioni prese in considerazione

Sempre secondo Gwendoline Delbos-Corfield è una risposta difficile considerando che un caso come quello ungherese non era previsto nelle leggi europee e a parte la sospensione del diritto di voto all’interno del Consiglio non viene previsto nient’altro. L’unica risposta arrivata per ora da Bruxelles è quella che ha bloccato i fondi provenienti dal Recovery Fund, ma a quanto pare si stanno esplorando altre alternative.

Un’altra opzione è quella di “depotenziare” la presidenza ungherese. Le due presidenze precedenti, quella belga e quella spagnola, infatti, potrebbero vietare a Budapest di organizzare un qualunque tipo di evento che abbia a che fare con lo stato di diritto. Oppure, sia Belgio che Spagna potrebbero prolungare la loro presidenza da 6 a 9 mesi, dividendosi a metà quella ungherese.

Secondo l’Ungheria, il Parlamento non ha voce in capitolo

Il ministro della giustizia ungherese Judit Varga ha ricordato che il diritto di guidare il Consiglio europeo è un diritto di ogni Paese, deciso all’unanimità.

“Il Parlamento europeo non ha voce in capitolo,” ha detto Varga. “Coloro che hanno invece il potere di dire qualcosa, finora non hanno neanche contemplato l’idea di cancellare la presidenza ungherese.” Presidenza, che secondo Varga, sarebbe l’occasione migliore per far circolare i punti di vista ungherese all’interno dei diversi Paesi membri e plasmare il futuro dell’Europa.

E dopo l’Ungheria, sarebbe il turno della Polonia di prendere le redini del Consiglio europeo. Un altro Paese accusato di violare lo stato di diritto e un altro Paese contro cui è stata aperta la procedura dell’articolo 7. Le decisioni di questa settimana contro l’Ungheria quindi, potrebbero rappresentare un precedente, aprendo le porte a ritorsioni anche contro la presidenza polacca.



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Foto: Parlamento europeo.