Il World Press Photo (WPP) è il concorso fotografico per la stampa più prestigioso al mondo; è una delle mostre fotografiche più note, accompagnata da un enorme interesse ovunque nel mondo. Fotografie di ogni genere, ritratti, di paesaggi, di culture e stili di vita, di amore ma anche scene cruente di violenza, di guerra e di disastri naturali per la natura fotogiornalistica del concorso stesso. Difficile immaginare che sarebbe stato vietato ad un pubblico di minori di 18 anni, e che la motivazione sarebbe stata l’identità di genere non-eterosessuale e/o non-cisgender di alcune persone fotografate.

Il World Press Photo a Budapest anche quest’anno ospitata dal Museo Nazionale ungherese (dal 19 settembre al 5 novembre 2023) celebra e premia le eccellenze della fotografia fotogiornalistica e documentaristica, immagini e storie autentiche, che sicuramente hanno l’obiettivo e la capacità di far riflettere chi le guarda.

“Possiamo imbatterci in domande e argomenti che accadono nel mondo, di cui non solo sappiamo poco, ma in molti casi difficilmente riusciamo a comprendere. WPP è una visione anno per anno del nostro mondo.” – si legge sul sito del museo nazionale.

Da che cosa nasce questo divieto?

Il divieto, attuato da sabato scorso, è scaturito a causa di alcune foto della fotoreporter Hannah Reyes Morales, (scopri il sito della fotografa), che hanno provocato una denuncia da parte di Dóra Dúró, parlamentare di Mi Hazánk (estrema destra ungherese) e la successiva azione del Ministero della Cultura per limitare l’accesso ai minori, anche se accompagnati dai genitori.

“Il modo in cui vive la minoranza LGBTQ non è il problema più grande del mondo”, ha detto Dúró ad AP News. “Ciò che consideriamo normale, ciò che rappresentiamo e ciò che trasmettiamo ai (bambini) come prezioso li influenza, e questa mostra è chiaramente dannosa per i minori e, penso, anche per gli adulti.”

“Ciò che è dannoso è limitare la visibilità della comunità LGBTQIA+ e il loro diritto di esistere e di essere visti”

ha replicato (qui e qui) la fotografa Reyes Morales.

Quali sono le foto considerate non adatte?

Le fotografie – che documentano una comunità di anziani LGBTQ+ nelle Filippine che hanno condiviso una casa per decenni e si sono presi cura l’uno dell’altro man mano che invecchiano – raffigurano alcuni membri della comunità vestiti da drag queen e truccati.

Le foto sono visionabili sul sito del World Press Photo a questo link insieme alla motivazione della giuria che ha premiato questo progetto fotografico. Ne riportiamo qui un pezzo:

“Le immagini sono splendide cornici di amore, gioia e celebrazione e della comunità di cui le persone si circondano. Il progetto è ben eseguito, splendidamente fotografato e centra con successo le dimostrazioni di fiducia e resilienza della comunità, invece di abbandonarsi alla disperazione.”

I commenti

Joumana El Zein Khoury, direttrice esecutiva di World Press Photo, ha definito preoccupante il fatto che una serie fotografica “così positiva, così inclusiva” sia stata presa di mira dal governo ungherese. É la prima volta che una delle mostre ha subito la censura in Europa, ha detto al Guardian.

Ed ha aggiunto che:

“È sbalorditivo che si tratti di questa immagine specifica, di questa storia specifica, ed è sbalorditivo che stia accadendo in Europa”.

Tamás Révész, ex membro della giuria del World Press Photo e organizzatore di mostre in Ungheria da oltre tre decenni, ha affermato che molte delle fotografie in mostra – come la copertura della guerra in Ucraina – sono “mille volte più serie e scioccanti” rispetto alla serie di Morales.

Dato che circa la metà delle circa 50.000 persone che visitano la mostra in Ungheria ogni anno sono studenti, ha detto, migliaia di giovani ungheresi non potranno vedere la collezione, nemmeno quelle immagini che non contengono contenuti LGBTQ+. 

Mentre il governo insiste sul fatto che la legge sulla “protezione dell’infanzia” del 2021 è progettata per isolare i bambini da quella che chiama propaganda sessuale, ha stimolato azioni legali da 15 paesi dell’UE, con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che l’ha definita “una vergogna”.

La fotografa: Hanna Reyes Morales

Reyes Morales, la fotografa, ha affermato in una dichiarazione via e-mail che i soggetti nelle sue fotografie servono come “icone e modelli di ruolo” per le persone LGBTQ+ nelle Filippine e che “non sono pericolosi o dannosi”. “Sono simboli di speranza, che c’è famiglia anche in mezzo alle difficoltà, comunità e casa. Sono più che triste che la loro storia possa non raggiungere chi ne ha più bisogno. Mi rattrista che la loro storia rimanga nascosta, ricordando l’oppressione con cui loro stessi hanno dovuto convivere”.

Per chi volesse conoscere meglio Reyes Morales e il suo lavoro, consigliamo il video della giuria per il World Press Photo Contest 2023 sulle opere del Sudest asiatico e anche questo breve video del National Geographic, girato nel 2019 quando Morales si è occupata di documentare le culture indigene nel suo paese d’origine.

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Fonte immagine di copertina: World Press Photo