A partire dal 1 settembre del prossimo anno, tutte le scuole superiori dell’Ucraina avranno come esclusiva lingua di insegnamento l’idioma nazionale. Questo è quanto prevede la nuova riforma della scuola, varata dal Parlamento il 5 settembre scorso, la quale si inserisce in una più vasta opera di riforme che hanno per scopo quello di avvicinare Kiev agli standard previsti dall’UE.

Tuttavia, se da una parte questo mutamento avvicinerà il paese ai livelli educativi dell’UE (grazie ad esempio agli aumenti salariali per i docenti ed alla riformulazione degli anni di studio), dall’altra allontana l’Ucraina dalla tradizione europea di apertura nei confronti della diversità linguistica.

Già nel 2014 la Verchovna Rada abolì la Legge sulle Minoranze Linguistiche, approvata a suo tempo dal Governo filo-russo di Yanukovic, la quale prevedeva l’utilizzo, accanto all’ucraino, di un’altra lingua ufficiale nelle regioni ove una minoranza linguistica superasse il 10% della popolazione locale.

Un escamotage, quello dell’allora governo Yanukovic, che dava il via libera al riconoscimento della lingua russa in vaste zone del paese, ma che allo stesso tempo favoriva anche le altre numerose minoranze, tra le quali gli ungheresi di Transcarpazia (regione dell’Ucraina che confina con l’Ungheria) e romeni e moldavi della Bucovina. Così oggi, per motivi opposti a quelli appena citati, Kiev elimina la possibilità ai giovani ungheresi e romeni d’Ucraina di poter studiare nell’idioma natale solo ed esclusivamente per colpire Mosca e i russofoni ucraini.

La regione delle Transcarpatia nell’Ucraina occidentale

In ogni caso, le proteste da Budapest non si sono fatte attendere: “E’ un’inversione di marcia senza precedenti contro la minoranza ungherese presente sul suolo ucraino, oltre che un atto arbitrario ed anticostituzionale” sostiene il Segretario di Stato in carica per le politiche relative alle comunità ungheresi all’estero, János Árpád Potápi. Infatti, secondo l’ultimo censimento, in Ucraina vivrebbero circa 150.000 cittadini di lingua ungherese, soprattutto nella regione storica della Transcarpazia, un tempo territorio del Regno d’Ungheria.

Secondo Potápi, la nuova legge, nonostante non preveda alcuna limitazione linguistica per le scuole primarie, restringerebbe le opportunità dei giovani di lingua ungherese a crescere nel proprio paese, riducendo di conseguenza anche le loro opportunità future.

Infine, il Governo Ungherese auspica che Kiev possa rielaborare il testo della legge prima della sua entrata in vigore, in modo tale da non colpire i diritti acquisiti negli ultimi lustri dalle minoranze etniche presenti nel paese. Una richiesta che, molto probabilmente, non troverà risposta, e che si perderà nei meandri di un conflitto che miete vittime, seppur “culturali”, anche a centinaia di chilometri dal fronte di guerra.

 

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