Fra le tante iniziative che offre la città Budapest, ogni tanto é bene ricordarsi anche di quelle solidali. Fare volontariato in una terra straniera a volte può risultare difficile, soprattutto quando la lingua è ancora un grande ostacolo.

Esistono comunque luoghi dove parlare non serve. Dove la propria nazionalità non conta, e dove l’unico requisito é avere tanto affetto e amore da dare.

Nel 17esimo distretto di Budapest, a Csordakút út 23, si trova l’Arca di Noè, il più grande rifugio di animali in Ungheria, che dal 1992 si occupa di animali abbandonati, maltrattati o che hanno subito abusi.

Al momento oltre 1000 animali si trovano al rifugio e, nonostante la maggior parte delle persone lo conosca come canile, molte altre specie hanno fatto dell’Arca di Noè la propria casa: pecore, capre, maiali, conigli, anatre, cinghiali, volpi, daini e persino una coppia di lama.

Perù

Ogni sabato mattina, dalle ore 10 alle ore 15, é possibile dare una mano fisicamente, portando uno o più cani in giro per una passeggiata. Il centro infatti vive quasi esclusivamente di volontari e basa il suo sostentamento solo su donazioni.

L’idea del rifugio era nata da due, all’epoca giovani, ragazzi, Zoli e Heidi. Insieme sognavano di creare un posto dove tutti gli animali avessero una seconda possibilità. Una delle caratteristiche più importanti dell’Arca di Noé infatti è l’idea che tutti gli animali abbiano diritto a una seconda occasione. Nessun animale viene abbattuto (tranne in casi eccezionali di sofferenze estreme). Per il resto, non importa se siano vecchi, storpi o se abbiano bisogno di medicine costose: a nessuno viene negato il diritto alla vita.

E i risultati si vedono.

La piccola Ada è arrivata nel 2015 dopo essere stata investita da un’auto. Purtroppo le zampe posteriori sono rimaste paralizzate ma i veterinari volontari sono riusciti a costruirle una sedia a rotelle. E adesso Ada non smette di correre, scodinzolare e fare feste a chiunque arrivi.

Oppure Boris, 50 kg di tenerezza. Rimasto cieco dopo un incidente, ha poi subito un ictus che ha lasciato il collo semi paralizzato. Ma portarlo a fare una passeggiata è una gioia indescrivibile. Non appena sente passi avvicinarsi e annusa il guinzaglio, sa che è il momento della passeggiata. Ogni angolo è una nuova scoperta e ogni cane un nuovo invisibile amico.

Ada

L’abbandono dei cani purtroppo non è l’unico problema. L’Arca di Noé di occupa anche di cani che hanno subito maltrattamenti, avviando procedimenti legali grazie a un team di avvocati volontari che si battono per i diritti degli animali.

Ma purtroppo la crudeltà degli uomini non ha confini. Sono ancora molti i casi di adozioni e successivi ripensamenti. In tanti adottano cuccioli pensando che siano divertenti. Non appena crescono vengono riportati indietro. O ancora in molti adottano cani adulti o malati solo perché pensano di fare una buona azione. Quando però le cure e le attenzioni diventano troppe, ecco che ritornano al canile.

Se avete quindi intenzione di adottare un cane, armatevi di tanta pazienza, perché le condizioni da soddisfare sono veramente tante. Ma soprattutto, pensateci due volte. Un cane è un impegno e una responsabilità giornaliera. Se non potete farvene carico, oltre 600 cani vi aspettano ogni sabato per soli trenta minuti di felicità.



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Foto: NOÉ Állatotthon Alapítvány, Carovigno notizie