Quante volte, passeggiando per Budapest, ci siamo soffermati a guardare i murales, piccoli o grandi, nascosti dietro a ogni angolo della città. Soprattutto nel settimo distretto, il cui municipio aveva lanciato un’iniziativa per rinnovare e ristrutturare le facciate di alcuni edifici, purtroppo in stato decadente. Anche se la maggior parte dei murales sono stati dipinti da artisti locali del gruppo Neopaint Work, si possono trovare anche contributi di artisti stranieri. Partiamo da Király utca, il centro della vita notturna di Budapest. Al numero 10, troviamo il murales che potremmo definire come il cuore pulsante del quartiere: “a legpestibb utca”, ossia la vera essenza di Pest, come definita dallo scrittore Gyula Krúdy che amava trascorrere il suo tempo nei numerosi locali di questa via.

Cubo di Rubik, Rumbach Sebestyén utca

Proprio dietro l’angolo inizia Rumbach Sebestyén utca, dove troviamo tre dei più famosi murales di Budapest. Prima di tutto, un’omaggio all’imperatrice Elisabetta, dipinta in varie sfumature di viola, il suo colore preferito, e che riporta la scritta Erzsébetváros (la città di Elisabetta). Poco più avanti il mastodontico murales che ritrae la squadra d’oro dell’Ungheria, che nel 1953 guidata dal calciatore Ferenc Puskás sconfisse l’Inghilterra con lo storico risultato di 6 a 3. Si tratta anche di uno dei più grandi murales realizzati dal team di Neopaint, con oltre 400 litri di colore. E proprio di fronte, un altro simbolo dell’Ungheria, il cubo di Rubik, inventato dall’ungherese Ernő Rubik secondo cui “c’é sempre una soluzione, e non una sola”.

Ángel Sanz Briz, Dob utca

Svoltiamo a sinistra e prendiamo Dob utca, un’altra strada ricca di street art. Al numero 4 troviamo un omaggio ad Ángel Sanz Briz, diplomatico spagnolo che durante la seconda guerra mondiale contribuì a salvare migliaia di ebrei ungheresi dalla persecuzione nazista.

UNHCR, Goszdu

Se sporgiamo la testa dentro la galleria di Gozsdu, troviamo l’unico murales di Neopaint dipinto su commissione, in occasione della giornata mondiale dei rifugiati del 2014. Il murales, voluto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), ritrae una ragazza pakistana e vuole essere un richiamo per tutte quelle famiglie distrutte a causa della guerra.

Il grande toro, Kazinczy utca

Proseguendo su Dob utca, svoltiamo per la famosa Kazinczy utca, conosciuta da tutti per il pub in rovina Szimpla. Al numero 35 troviamo il murales di Babszem Jankó (Pollicino) dell’artista locale conosciuto come Akacorleone. Al numero 45 quello intitolato “Budapest non è poi così piccola” dell’artista Richárd Orosz e il team di Színes Város, che hanno voluto rappresentare altre destinazioni turistiche che meritano una visita oltre alla capitale. Al numero 47, il grande toro, creato in collaborazione con il ministero dell’agricoltura che voleva rappresentare cibi e bevande tipici ungheresi. Il numero 57 è considerato come l’epicentro della street art ungherese: un murales che ritrae il cielo, nuvole bianche e una mongolfiera, uno sfondo da favola per i bambini che giocano nel parco. Ritorniamo quindi su Dob utca e dirigiamoci verso Klauzál utca, dove al numero 27 troviamo l’albero dell’amicizia, che simboleggia le relazioni fra ungheresi e polacchi. Dall’altro lato della piazza, un’altra famosa strada per i locali notturni, Akácfa utca, dove al numero 9 troviamo l’enorme ritratto di una bicicletta e al numero 41 una cucitrice, uno dei lavori più in voga in una Budapest del passato.

Zsuzsa néni, Dob utca

All’angolo ecco di nuovo Dob utca dove al numero 48 troviamo un murales dipinto nel 2012 che, molto realisticamente, ritrae un negozio di frutta e verdura e una donna all’ingresso, in realtà la signora Zsuzsi (Zsuzsa néni) dalla frutterai Lumen in piazza Klauzál. Certo la street art di Budapest non si limita a questo. Perdetevi nelle strade della capitale ungherese, e troverete sicuramente delle sorprese.



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Foto: budapestflow, neopaint