Folle di turisti che si accalcano per un biglietto alle terme o ai musei. Strade del centro invase da tanti gruppi di turisti con a capofila una guida con ombrellino e microfono. Questa era Budapest solo qualche mese fa, fino all’arrivo del coronavirus.

L’epidemia ha cambiato il volto della città ed oggi i luoghi più belli e turistici sono completamente vuoti. La crisi economica è senza precedenti, ma è soprattutto il turismo che vive una situazione drammatica. E nel settore turistico le guide turistiche sono tra le maggiori vittime della situazione. “Siamo state le prime ad aver perso il lavoro, saremo le ultime che lo riavranno” come spesso sottolineano. A Budapest le guide hanno organizzato un flash mob per chiedere più attenzione da parte del governo.

L’economia riprende a crescere ma il turismo arranca

L’emergenza del coronavirus, sembra stia lasciando il passo a un lento ritorno alla normalità, ma il turismo ora deve fare i conti con altri problemi. Sperando che la questione sanitaria sia risolta non basta riaprire i confini perchè si torni ai livelli pre-virus. L’incertezza crea una situazione nella quale le persone preferiscono non viaggiare all’estero. Pochi voli e spesso cancellati, situazione sanitaria non ancora stabile, poca chiarezza su controlli e su misure di sanificazione. Tutto questo crea una paura che ferma le persone.

Sebbene in città si inizia a vedere qualche sparuto e coraggioso turista, le stime che parlano di un meno 90% di arrivi questo anno sono realistiche. Il turismo riprenderà a correre solo quando le persone non avranno più paura di viaggiare, e forse per questo bisognerà aspettare il 2021. Paura che non deve per forza essere associata al virus, ma semplicemente alla paura di veder cancellato il volo o di dover avere più controlli ai confini. Tutte queste situazioni rendono difficile la ripartenza del settore nel breve periodo e in particolare di chi vi lavora come le guide turistiche.

A fronte degli annunci, nessun aiuto dal governo

In Ungheria sono 15.000 le persone che hanno il patentino da guida, di queste 4-5 mila esercitano regolarmente. Per loro da marzo non c’è stato più lavoro e non ci sono state più entrate. “La guida turistica non può lavorare da casa o online, ricorda una guida se mancano i turisti il lavoro si ferma“. Proprio per questo le guide chiedono più attenzione da parte del governo. Governo ungherese che in numerose occasioni aveva pronunciato roboanti dichiarazioni in cui si prospettavano aiuti sostanziosi per i settori in crisi, in particolare il turismo.

Alla prova dei fatti però alle guide non è arrivato niente, o quasi. Alle guide che lavorano come dipendenti sono arrivate delle timide concessioni, ma la quasi totalità lavora con partita iva (KATA) e nonostante il governo abbia esentato alcune categorie di KATA dal pagamento delle tasse fisse (ad esempio i taxisti) alle guide non è stato concesso neanche, lamentano le associazioni. Le guide avevano già evidenziato la drammatica situazione che stanno vivendo con un video su youtube intitolato “quando non c’è chi guidare“.

Qui il video:

 

La protesta delle guide ungherese

Proprio per questo nasce il flash mob del 30 giugno organizzato dal MIE (Associazione delle guide ungheresi) di fronte alla Basilica di Santo Stefano a Budapest. Prendendo spunto dalle guide turistiche italiane che a loro volta avevano organizzato una manifestazione simile, le guide ungheresi si sono ritrovate in piazza, con gli ombrelli, strumento tipico del loro lavoro, e hanno ballato al ritmo di Hello turist La manifestazione aveva come scopo principale quello di rivendicare misure di aiuto da parte del governo.

Il MIE ha presentato una proposta direttamente al Ministero dell’Economia ungherese nella quale si richiede che anche alle guide venga esentato il pagamento delle tasse fisse, come già avviene per altre categorie, fino alla primavera del 2021. Viene inoltre richiesto un aiuto mensile di 100.000 HUF. L’associazione delle guide ha sottolineato che in molti paesi questi aiuti sono già reali, in Austria la guide ricevono un sussidio di 2.000 euro al mese, in Rep. Ceca di 600 euro, in Slovacchia di 540 euro, in Polonia di 500 euro. In Ungheria, per ora, questo aiuto è pari a zero.

Qui il video del Flash mob del 30 giugno:

 

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