Rijeka (Fiume per gli italiani e gli ungheresi), terza città della Croazia dopo la capitale Zagabria e la dalmata Spalato, che in questo incredibile ed anomalo anno bisestile si fregia unitamente all’irlandese Galway del titolo di Capitale Europea della Cultura (Európa Kulturális Fővárosa) adottando lo slogan di ‘Porto delle Diversita’ (a Sokszínűség Kikötője), torna dopo due mesi di isolamento e la sospensione temporanea di ogni programmata attivita’, al centro dell’attenzione degli addetti culturali e del pubblico in generale.

Fiume non si arrende al coronavirus

Succedendo nella nomina alla nostra Matera ed anticipando Temesvár che lo sara’ l’anno prossimo, l’articolato programma della citta’ istriana prevede da qui a settembre una decina di festival musicali collocati nei fine settimana, trenta spettacoli teatrali (anche per bambini), di danza e stand-up, una decina di concerti di musica classica, cori, opera lirica, quindici mostre e attrazioni speciali, tra cui risalta la più grande esposizione mai dedicata a Fiume – ‘Fiume Fantastika’.

L’annuncio della ripresa delle manifestazioni culturali e’ stato dato lo scorso 19 giugno ad una imponente conferenza stampa davanti alla stampa internazionale. La citta’ non si e’ arresa alla pandemia ed ha ripresentato un programma frutto dello sforzo collaborativo fra i vari soggetti competenti, necessariamente rimaneggiato ed ancora in fase di completamento nelle date e nel contenuto ma sostanzialemente ancora valido. Circa 120 eventi a Fiume e dintorni, molti dei quali nuovi, che saranno resi noti nel corso delle prossime settimane, organizzati nei 27 distretti della regione amministrativa del Primorje-Gorski Kotar.

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Il logo di Rijeka 2020

Città strategica e multiculturale 

Posta in posizione strategica nell’Adriatico settentrionale e adagiata in una baia protetta alla base della penisola dell’Istria, il famoso Quarnaro (Kvarner), Fiume è stato un importante centro già in epoca romana, come testimoniano i numerosi resti di edifici, mura, porte e terme che ne caratterizzano il panorama urbano. La lunga dominazione della Serenissima fino al XV secolo, cui fece seguito per Quattro secoli quella dell’Impero Austro-Ungarico, caratterizzano storicamente la città che consolido’ il suo ruolo multietnico e multiculturale oltreche’ assurgere a rilevante porto commerciale dell’Alto Adriatico.

Dopo la Grande Guerra Fiume, in ragione di una rilevante presenza storica della comunita’ Italiana, passò temporaneamente all’Italia in un susseguirsi di tensioni diplomatiche sostanzialmente generate dalla confusione internazionale che caratterizzo’ gli anni del primo dopoguerra. Alla fine del secondo conflitto venne definitivamente assegnata alla Jugoslavia di Tito anche qui non senza una serie di incidenti diplomatici Italo-Jugoslavi inseriti nel piu’ ampio contesto internazionale dell’allora nascente Guerra Fredda.

Oggi Fiume, rimasta sostanzialmente illesa dal conflitto interjugoslavo degli anni ’90, conta nella propria area urbana circa 130 mila abitanti ed è il fulcro della Croazia settentrionale per la quale è tornata a essere un fondamentale snodo commercial-marittimo e centro di cantieristica navale, con l’economia che trae altresi saldo nutrimento dal turismo peraltro sviluppato all’epoca della Jugoslavia titina con strutture ed infrastrutture piu’ che accettabili.

Nei dintorni: Abbazia e il golfo del Quarnaro

Dal punto di vista paesaggistico Fiume gode di una splendida apertura sulle isole di Cherso, Veglia e Lussino (Cres, Krk e Lošinj) e su una miriade di isole minori che costellano quel tratto del Golfo del Quarnaro del quale e’ il capoluogo. La sua designazione a Capitale Europea della Cultura 2020 è un’occasione per affermare il suo ruolo di perno turistico alla base dell’Istria, ma anche per far scoprire la città stessa, con la Città Vecchia, il Castello di Trsat (Tersatto), il Korzo, la Cattedrale di San Vito , le belle spiagge di Cantrida e Preluca (Kantrida/ Preluk) ai lati dell’agglomerato urbano, la sua costa, magari in bicicletta lungo la Senj Sveti Juraj Corniche.
Da visitare assolutamente, scegliendola magari per temporanea dimora turistica vista la ricca offerta alberghiera, e’ Abbazia, (Opatija) la Montecarlo dell’Adriatico, elegante e raffinata stazione turistico-balneare a soli 10 km da Fiume lungo la Riviera delle Rose. Il nome risale all’Abbazia benedettina costruita in eta’ medievale posizionata nel centro cittadino. Il suo microclima mediterraneo, la pittoresca costa rocciosa a picco su uno specchio d’acqua dal cromatismo accattivante, i patinati edifici fin de siècle e l’atmosfera da Duplice Monarchia contribuiscono al fascino che Abbazia esercita su chi la visita.

Dopo Karlsbad, Opatija divenne la seconda località di villeggiatura della Monarchia attraendo nei lussuosi alberghi come il Grand Hotel Palace, il Belleuve, l’Imperial, il Kvarner, il Bristol l’aristocrazia e la borghesia ungherese dell’epoca che la elessero a loro privilegiata localita’ turistica. Ci sono i nomi di numerosi scrittori, pittori ed intellettuali ungheresi fra cui spiccano i nomi di Attila József, Frigyes Karinthy, Dezső Kosztolányi, Ferenc Molnár, Márai Sandor ed il pittore Rippl-Rónai che li compose su tela un dipinto ad olio ritraente lo splendido porticciolo di Volosca (Volosko), vera e propria miniatura di Portofino.

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Abbazia, nei dintorni di Fiume

Fiume ungherese

Il Compromesso del 1867 (Kiegyezés) assegno’ Fiume all’Ungheria che ne fece il suo porto e sbocco al mare mentre Trieste continuo’ ad essere il porto di Vienna. Sebbene Rijeka non abbia mai conosciuto una rilevante presenza etnica magiara, dato apertamente riconosciuto dagli stessi ungheresi (13%, dell’intera popolazione fiumana), nei quasi 50 anni che seguirono fino allo scoppio della Prima Guerra l’attiva imprenditoria ungherese sviluppo’ la citta’ ed il suo territorio, Abbazia inclusa, con un’intenso programma d’investimenti che fecero di Fiume la seconda città in più rapida crescita dopo Budapest attraverso la costruzione degli importanti cantieri navali Ganz-Danubius , la creazione della grande Compagnia di Navigazione Adriatica Ungherese, (az Adria Magyar Királyi Tengerhajózási Rt), gli embrioni di una raffineria petrolifera che diventera’ poi la ROMSA nella fase italiana, un importante ed avanzato silurificio navale sviluppato assieme all’ingegnere italiano Giovanni Luppis e l’inglese Robert Whitehead, un tabacchificio, uno zuccherificio e persino un impianto per la produzione di cioccolata. Alcuni degli edifici che ospitavano queste realta’ industriali sono stati ristrutturati nel quadro del progetto Fiume Capitale Europea della Cultura conseguendo così il pratico rinnovo di immobili di rilevanza archeologico-industriale trasformati in opere infrastrutturali al servizio della cultura definitivamente collocata al centro dello sviluppo urbano e delle attivita’ turistiche.

 

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Foto: Rijeka2020, visitOpatija