I ricercatori di tutto il mondo sono coinvolti in una corsa contro il tempo per sviluppare un vaccino contro il Covid. Un vaccino capace di rafforzare il sistema immunitario dell’individuo stimolandolo a sviluppare anticorpi che combattano il virus in modo tale da evitare futuri lockdown, social distancing e mascherine. 

L’attuale mappatura della ricerca internazionale per lo sviluppo di un vaccino mostra oggi una rete globale con circa 140 piattaforme monitorate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO). Di queste però solo una ventina sono in fase di avanzata sperimentazione umana (primo stadio) mentre si contano sulle dita di una mano quelle che hanno raggiunto la seconda e terza fase di test effettuati su larga scala.  

UE protagonista della sfida per trovare un vaccino

L’Europa è apparsa subito protagonista. Una Strategia Europea per il Vaccino (EU Vaccine Strategy) basata sui fondi dell’Emergency Support Instrument (2.7 miliardi Euro). L’EU Vaccine Strategy fa perno sui cardini della qualità, sicurezza ed efficacia del vaccino proposto e nell’assicurarne rapido ed equo accesso. Una volta che ad uno stato membro viene assicurato l’accesso al vaccino quest’ultimo deciderà poi internamente il prezzo di vendita sul mercato e i criteri di prioritizzazione da seguire nella distribuzione alle varie categorie di persone.

Mobilitatasi agli inizi di giugno, la Strategia Europea per il Vaccino si è dapprima concretizzata nella creazione di una alleanza tra Francia, Germania, Italia e Olanda in collaborazione con i laboratori di ricerca della Oxford University, la multinazionale farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca e l’italiana IRBM Spa di Pomezia, azienda leader a livello mondiale nel campo della biotecnolgia molecolare. 

La ricerca fuori dall’Europa

Fuori dall’Europa, le piattaforme di ricerca scientificamente più avanzate ed attualmente più accreditate di successo sono le seguenti:

  • la statunitense Moderna Therapeutics, società di biotecnologia del Massachusetts che collabora con il National Institutes of Health per un vaccino di tipo RNA in stato avanzato di ricerca con la terza fase di sperimentazione iniziata lo scorso luglio. Grazie ad un recente accordo con la svizzera LONZA dichiara di poter far fronte fino a un miliardo di dosi. 
  • Il consorzio tra la statunitense Pfizer, multinazional farmaceutica a livello globale e la societa’ di biotecnologie tedesca BioNTech, per un vaccino mRNA in avanzata fase di sperimentazione con Fasi II e III appena concluse. Capacità produttiva prevista: 1,3 miliardi di dosi per fine 2021. 
  • La cinese CanSino Biologics, società di biofarmacologia con in cantiere un vaccino a vettore virale. Recenti pubblicazioni scientifiche dimostrano un raggiunto alto grado di risposta immunologica nella maggioranza dei soggetti iniettati. 

Le diverse fasi per preparare un vaccino

Rispondere oggi alla domanda sul quando il vaccino approderà nelle farmacie equivale ad affidarsi alle divinazioni del Mago di Arcella o ad estrarre numeri dal classico cilindro. Conviene perciò focalizzare l’attenzione su come siano strutturati il processo di ricerca e sperimentazione. Ecco le principali fasi a cui deve sottostare un vaccino prima di essere diffuso:

  • Fase Pre-Clinica, con somministrazioni e sperimentazioni del vaccino nelle cavie animali per vedere se questo inneschi o meno una risposta immunitaria.
  • Fase Clinica 1, con test effettuati su un ristretto gruppo di persone verificando sicurezza e il corretto dosaggio da predisporre.
  • Fase Clinica 2, sia amplia la base dei test somministrando il vaccino a centinaia di persone.
  • Fase Clinica 3, viene fatta una prova del vaccino su larga scala al fine di confermare in maniera certa ed incontrovertibile la sua l’efficacia rispettando nel contempo elevatissimi standard di sicurezza relativi agli effetti collaterali, comuni e rari. 

Quanto tempo ci vorrà per il vaccino?

Normalmente la fase clinica di sviluppo di un vaccino viene plasmata su diversi anni (fino ed oltre 10) ma nel caso del COVID-19, vista la gravità e l’urgenza della cosa nonchè lo sforzo profuso a livello globale, gli scienziati contano di sviluppare un vaccino entro 12-18 mesi dalla prima deflagrazione pandemica.

Recentemente però Matteo Liguori, amministratore delegato della Irbm di Pomezia, ha dichiarato che l’obiettivo è arrivare alla somministrazione del vaccino in Italia entro la fine di questo anno, ovvero dicembre 2020. Si stanno aspettando i risultati delle fasi 2-3 che con tutta probabilità arriveranno a ottobre. Un report uscito sulla rivista scientifica Lancet evidenzia come i primi testi siano positivi, “il vaccino sperimentale è sicuro e stimola la creazione di anticorpi in oltre il 90 per cento dei casi. Con una doppia somministrazione, si arriva al 100 per cento. Per sapere se e per quanto ci protegge dal virus, dobbiamo aspettare i risultati della fase 2-3 della sperimentazione, attualmente in corso nel Regno Unito, in Brasile e in Sudafrica”.

La recentisima recrudescenza del CoronaVirus che in molti paesi è già percepita come una vera e propria seconda fase dell’epidemia sta ponendo ai ricercatori questioni sull’efficace calibramento del vaccino a seconda delle mutevoli caratteristiche della carica virale del COVID-19 il che potrebbe far allungare i tempi inizialmente previsti. Sebbene le tesi siano discordi, sembra prevalere quella secondo cui un dato vaccino sia comunque efficace anche se sono intervenute delle mutazioni.    

Chi avrà il vaccino e a che prezzo?

Rispondendo alle domande di chi si chiede chi nel mondo e a che prezzo avrà accesso alle prossime dosi sottolineo che su questo (e non solo) si è ultimamente concentrato lo sforzo del WHO nel cercare di mettere a punto una Governance mondiale che metta ordine sull’accesso delle future dosi da parte di tutti i paesi secondo criteri generali di equità economico-sociale che superino gli interessi particolari di parte. A tutt’oggi nessuno, ne’ i singoli governi, ne’ la Commissione, ne’ i rappresentanti delle multi farmaceutiche sono in grado di formulare ipotesi concrete circa prezzo effettivo delle dosi per i cittadini europei o di altra parte del pianeta anche perchè nessuno è ancora in grado, fra l’altro, di dire quante dosi ci vorranno per immunizzare un individuo. 

In quest’ottica, lo scorso aprile il WHO ha lanciato un’iniziativa internazionale denominata Accesso all’Acceleratore COVID-19 Tools (ACT Accelerator) condivisa da una serie di soggetti istituzionali allo scopo di garantire che i vari vaccini anti COVID-19 siano sviluppati il più rapidamente possibile, in maniera sicura e resi disponibili a tutti i paesi in modo economicamente equo

 

Per un approfondimento in pdf clicca qui: Stato della ricerca vaccino anti-covid

 



 

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Foto: ilmeteo