La lotta contro il coronavirus ha assunto toni e velocità diversi in ogni paese. Riportiamo di seguito la traduzione di un’analisi pubblicata il 17 aprile dalla fondazione Századvég, le cui conclusioni riflettono il morale e il pensiero della popolazione ungherese.
L’Ungheria è riuscita a rallentare la diffusione del coronavirus attraverso veloci ed efficaci misure
Nell’affrontare la crisi scaturita dal diffondersi del coronavirus, i fatto più importanti sono la velocità di risposta dei paesi e le misure adottate. Attraverso il database ufficiale della Johns Hopkins University, è chiaro come in Europa le situazioni più allarmanti si siano verificate in Italia e in Spagna, dove il numero dei contagiati ha superato i 165,000 e i 180,000 rispettivamente. Seguono Germania e Francia, dove si sono registrati circa 135,000 casi. […] Nei paesi in cui contromisure non sono state adottate in tempo, il virus ha scatenato una vera e propria crisi.
I dati disponibili mostrano anche che i paesi del centro est Europa si sono fatti trovare più preparati. Il numero dei casi registrati nella Repubblica Ceca è inferiore ai 6,500, mentre in Serbia si aggira intorno ai 5,000. In paesi come la Croazia e l’Ungheria s è ancora al di sotto dei 2,000.
Gli stessi risultati si hanno anche nel caso de tasso di mortalità. Mentre in Italia e in Spagna il numero dei decessi varia fra i 35 e 40 per 100,000 abitanti, in Serbia e Ungheria è inferiore all’1.5. Particolarmente interessante è lo studio pubblicato dal consorzio britannico di ONG London Deep Knowledge Group, secondo cui l’Ungheria è il 14esimo paese in termini di sicurezza mondiale e il quarto in Europa.
Non possiamo tralasciare il fatto che il virus stia avendo e avrà impatti anche sulle economie dei singoli paesi. E i risultati delle veloci ed efficaci misure adottate in Ungheria si riflette anche nell’economia: infatti, secondo i calcoli del Fondo Monetario Internazionale (FMI), fra i paesi dell’Unione europea, il PIL ungherese sarà quello a soffrire di meno, dopo quello maltese. Inoltre, dal 2021 è prevista una crescita del 4.2%. Basandosi su questi dati, la fondazione Századvég può concludere che gli effetti negativi del coronavirus possono essere significativamente rallentati se le contromisure giuste vengono adottate al momento giusto.
La fondazione ha inoltre esaminato dei sondaggi condotti nel mese di marzo su chi, secondo la popolazione ungherese, fosse più responsabile di questa crisi e delle conseguenti conseguenze negative. L’80% degli ungheresi aveva indicato come responsabili della propagazione del virus proprio i paesi che avevano reagito troppo tardi. Inoltre, la maggior parte delle persone intervistate aveva additato come responsabili anche i politici liberisti a favore dell’immigrazione e la reazione troppo lenta e incerta dell’Unione Europea. […] La creazione in Ungheria di un sistema legale ad hoc è stata sicuramente una condizione necessaria per l’adozione delle suddette misure efficaci.
In conclusione, ad aver fatto la differenza in Ungheria è stato un insieme di fattori fra cui, la disciplina dei cittadini ungheresi, le misure efficaci adottate dal governo e la creazione di un sistema legale ad hoc.
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Foto: the verge