Nel mese di luglio, il presidente ungherese János Áder ha approvato una legge che ha scatenato non poche proteste fra i piccoli imprenditori. Il nuovo bilancio statale infatti include delle modifiche al regime di tassazione conosciuto come KATA, rivolto ai piccoli contribuenti.

Il governo ha assicurato che tali modifiche sono state necessarie al fine di evitare una crescente evasione fiscale. Secondo la camera di commercio ungherese, infatti, il numero di contribuenti KATA è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, facendo sospettare che molte aziende paghino i propri dipendenti come “consulenti esterni/freelance” evitando quindi di pagare tasse altrimenti più alte.

Dall’altro lato, l’Ordine nazionale dei commercialisti ungheresi ha invece messo alla luce come queste modifiche nascondino in realtà un aumento delle tasse per i piccoli imprenditori stessi.

Che cosa è KATA?

L’Ungheria punta su una tassazione dei redditi veramente vantaggiosa (bilanciata poi da un’IVA al 27%): 9% per le società, la flat tax più bassa dell’Unione europea, e 15% per le persone fisiche.

Il regime KATA è un regime di tassazione agevolato rivolto a piccoli contribuenti, i quali devono versare la somma forfettaria di 50,000 fiorini al mese (circa 150 euro) che include l’imposta sul reddito e i contributi lavorativi. Se si è già dipendenti di un’azienda (part-time), la quota mensile si dimezza a 25,000 fiorini (circa 75 euro). Nel 2017, la soglia delle entrate annuali prevista per le aziende che possono avvalersi del regime KATA è passata da 6 milioni a 12 milioni di fiorini (circa 35,000 euro).

Cosa è cambiato? 

Fino ad oggi, laddove il fatturato annuo superava i 12 milioni di fiorini, era prevista un’imposta aggiuntiva pari al 40% del fatturato in eccesso.

Dal 1 gennaio 2021, quest’imposta aggiuntiva del 40% verrà applicata a chi supera i 3 milioni di fiorini (circa 9,000 euro) di fatturato intestato a una sola azienda.

Chi paga l’imposta aggiuntiva? 

Secondo il governo, ci sono circa 377,000 imprenditori registrati con il regime fiscale KATA, e ci sono alte probabilità che diverse aziende sfruttino questo sistema per pagare meno tasse.

L’Ordine nazionale dei commercialisti ha inviato una lettera al presidente Áder chiedendo di rivedere la legge. Second loro, infatti, i piccoli imprenditori, che operano legalmente, dovranno pagare tasse più alte. Inoltre, non è chiaro come questo 40% extra debba essere calcolato.

Áder ha dunque specificato che tale tassa del 40%, in caso di aziende ungherese, verrà pagata dall’azienda stessa, mentre sarà a carico del contribuente solo in caso di azienda registrata all’estero.

“Se qualcuno pensa che KATA non è più la soluzione migliore, ci sono altri sistemi fiscali fra cui scegliere,” ha dichiarato il presidente.

Una regola extra dunque, che lascia però intatti i restanti requisiti.

 

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