Secondo i dati ufficiali pubblicati martedì dall’Istituto centrale di statistica (KSH), il numero dei disoccupati in Ungheria nel mese di marzo è aumentato di 2,000 persone. Non vediamo però incluso  in queste statistiche il numero degli inattivi, cresciuto di 54,000, che porterebbe quindi a un totale di 56,000 persone rimaste senza lavoro nel mese di marzo. Il numero totale dei disoccupati ha di netto superato i 300,000 (330,000).

Non rientrano in queste statistiche neanche i lavoratori che, per la chiusura temporanea dell’attività, sono in ferie, pagate o non pagate; le imprese piccole o medie costrette a sospendere le loro attività; i tanti lavoratori autonomi impegnati nei settori più colpiti dall’epidemia; e probabilmente gran parte dello strato sociale più vulnerabile impiegata senza contratti regolari.

Il numero reale dei dipendenti rimasti senza lavoro e di conseguenza senza introiti dunque può essere molto più alto. I sindacati prevedono che ogni giorno 4,000 persone rimangono senza lavoro in qualche modo fin dall’inizio dell’epidemia.

Ricordiamo che i sussidi di disoccupazione in Ungheria sono fra i più bassi d’Europa: le persone registrate nei diversi centri per l’impiego ottengono un massimo sostegno di 127,000 HUF (circa 360 euro) netti per 3 mesi.

Lunghezza del sussidio di disoccupazione nei vari paesi: Hó-Hónap=mese; év=anno; végtelen=infinita.

Rispondendo alle domande dell’opposizione, il primo ministro Viktor Orbán ha confermato diverse volte che il governo non ha intenzione di estendere il pacchetto economico presentato qualche settimana fa. Il periodo di 3 mesi finanziato dallo stato per i disoccupati non sarà prolungato, nè le condizioni della cassa integrazione per i sottoccupati aumenteranno oltre il 35% attuale. Niente sostegni alle imprese in difficoltà che non hanno ancora licenziato i propri dipendenti o agli imprenditori autonomi che mantengono ancora le loro attività senza entrate. Il primo ministro ha sottolineato che il governo creerà un numero di nuovi posti di lavoro pari a quelli persi per l’epidemia ed entro tre mesi tutti avranno un lavoro nel settore privato, pubblico o nell’esercito. Orbán quindi insiste con l’idea di uno stato basato sul lavoro.

Qualche settimana fa, in un’intervista al canale televisivo ATV che ha fatto scalpore, László Parragh, presidente della Camera di Commercio ungherese e uno dei consiglieri di sempre del premier ha dichiarato che negli ultimi giorni tanti lavoratori avevano perso il lavoro ma che non si poteva fare nulla.

Orbán inoltre sostiene che l’Unione Europea non abbia messo a disposizione dell’Ungheria alcun fondo per aiutare nella lotta contro l’epidemia – concetto fortemente contestato dell’opposizione. Quest’ultima, insieme a diversi esperti di economia,  sono del parere che la gestione della crisi economica da parte del governo Orbán sia assolutamente fraintesa e sbagliata. Avvertono che senza dare un sostegno immediato ai disoccupati e alle imprese piccole e medie, come in ogni altro paese, si preannuncia una crisi socio-economica molto più grave del previsto. Secondo gli esperti, che sottolinenano anche una mancanza di trasparenza e di dettagli nei dati forniti dalle autorità, una crescita ancora più notevole si registrerà nel mese di aprile, con un tasso di disoccupazione che potrà arrivare al 10%.

 

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