Rassegna stampa settimanale curata dal sito Live in Budapest con le principali notizie apparse su giornali e blog ungheresi. 

Black Lives Matter 

Krisztina Baranyi, la sindaco di Ferencváros, il IX distretto di Budapest, ha annunciato che ad aprile 2021 verrà inaugurato in una pubblica piazza un monumento intitolato BLack Lives Matter. La Barany, eletta a sorpresa nelle file dell’opposizione nelle elezioni dell’anno scorso si è già distinta per l’opposizione al governo per il progetto di maxistadio nel distretto per i mondiali di atletica del 2023 (telex).

Ceramiche Zsolnay 

Di nuovo a rischio fallimento, causa pandemia, la storica azienda di ceramica Zsolnay, a Pécs, nel cuore di tutti gli ungheresi per le ceramiche del lusso di inizio 900 come per i coloratissimi tetti in ceramica dei grandi palazzi liberty di Budapest. La ditta, dopo anni di difficoltà era stata rilevata dall’imprenditore svizzero di origine siriana Bachar Najari, osteggiato però dalla giunta comunale a guida Fidesz (Népszava).

Virtuozok 

Una storia assolutamente centroeuropea. Decisi ieri i finalisti nazionali di Virtuozok, in ungherese, una sorta di mix tra eeurofestival e talent show per giovani prodigi della musica classica, per la prima volta su base internazionale, coinvolgendo Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Serbia. Il motto del talent è “la musica è la nostra lingua comune”. Per l’Ungheria la finalista è la 14enne pianista Rozsonits Ildikó (index).

Soros = Hitler 

Da più voci viene la richiesta di dimissioni dagli incarichi pubblici per Demeter Szilard, direttore del Museo della Letteratura di Budapest e consulente del governo, autore sabato di un editoriale apparso su origo.hu in cui paragonava Geroge Soros a Hitler, l’Europa alle camere a gas di Soros e gli ungheresi ai nuovi ebrei. In primis la richiesta di dimissioni viene dal sindaco di Budapest e virtuale capo dell’opposizione Gergő Karácsony, che chiede direttamente ad Orbán di prendere provvedimenti. (telex) Il mondo della cultura aderisce alla richiesta con una petizione online (szabadahang).

Ieri le reazioni più importanti sono state quelle delle comunità ebraiche di Budapest e dell’ambasciatore israeliano, tutte concordi nel definire disgustoso e indegno l’articolo, pur con varie accezioni di chi condivide la lotta dei conservatori contro le attività politiche di Soros (telex).

Nella sua risposta alla comunità ebraica Demeter riesce a dare dell’antisemita a Soros “La maggioranza dei migranti è musulmana. Le voci all’interno dell’UE, guidate dallo speculatore György Soros, stanno importando virtualmente nuovo antisemitismo.”

il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gulyás giustifica invece Demeter Szilard con la situazione internazionale: “Se i politici non riescono a mantenere la calma, non stupitevi se lo fanno anche gli uomini di cultura ” (index) 24.hu ripesca un’intervista radiofonica di pochi giorni prima di Demeter in cui torna ancora la comparazione liberali / nazisti, “I tedeschi sono molto disciplinati quando si tratta di essere nazisti sono nazisti, e lo stesso accade quando si tratta di essere liberali” (24.hu).

Orbán primo ministro più longevo d’Ungheria

Oggi Orbán diventa il capo di governo più longevo della storia ungherese, raggiungendo e superando i 14 anni e 144 giorni di Tisza Kálman, che governò tra il 1875 e il 1890. Ai 10 anni di carica dal 2010 ad oggi Orbán può infatti sommare il primo mandato di 4 anni svolto dal 98 al 2002. In terza posizione in questa speciale classifica Lázár György, per 12 anni primo ministro durante il periodo socialista (Magyar Hirlap) E il governo di Orbán non sembra certo dare segni di arretramento. Il 59% degli ungheresi è soddisfatto di come il primo ministro ha affrontato l’emergenza covid, secondo l’istituto di sondaggi Nezópont Intezet. Un indice gradimento cosi elevato non era registrato dalla crisi migranti del 2015 (Magyar Nemzet)

Nagy Blanka esce da Momentum

Esce da Momentum, il partito liberale in ascesa, Nagy Blanka, la studentessa 18enne diventata famosa nel 2018 per il suo aspro discorso da comune cittadina contro il presidente della Repubblica. I motivi dell’uscita sembrano essere il mancato posto da candidata assegnatoli alle prossime elezioni (azonnali).

Intervista a Wizzair

Lunga intervista di index a József Váradi, CEO di Wizzair, il vettore low cost ungherese, che ha visto a dispetto di un 2020 tragico per il settore aereo aumentare il valore delle sue azioni alla borsa di Londra da 38 a 46 sterline per azione. Wizzair si prepara a diventare ancor più un player internazionale puntando sui voli interni in paesi come Italia e Norvegia e rafforzando la sua consociata nei paesi del golfo (index).

Scandalo sessuale a Bruxelles

Ha destato scalpore in tutta Europa la notizia dell’identificazione venerdi sera a un festino a luci rosse per soli uomini in un appartamento di Bruxelles, violando le regole sul covid, di Szájer, da 16 anni parlamentare europeo, sul cui ipad è stata scritta la nuova costituzione ungherese, membro fondatore e pezzo grosso di Fidesz, il partito di Orbán. Notizia ancor più piccante per il carattere cristiano conservatore della linea politica di Szájer e per i particolari come il ritrovamento di pasticche di ecstasy di cui non ha saputo spiegare la provenienza e la tentata rocamboesca fuga dalla grondaia.

Nuovi particolari sono emersi sul festino a luci rosse: organizzato da uno studente di medicina, il 29enne David Manzheley, festino a tema, l’appartamento erano decorato con ragnatele, teschi dagli occhi scintillanti e forconi da diavolo, inizialmente nel rispetto delle regole gli invitati erano solo 10 e Szajer non era nemmeno tra gli invitati, ma poi si sa come vanno le feste, ognuno ha portato gli amici (telex).

I giornalisti hanno assediato stamattina all’alba la sede del governo, l’ex monastero dei Carmelitani in cima alla collina del Castello di Buda, all’arrivo dei ministri per la quotidiana riunione operativa in era Covid. Varga Judit, ministro della giustizia: “le dimissioni sono l’unico atto corretto fatto da Szajer in questi giorni”. Dalla giovane esponente di Fidesz a anche una sottointesa piccola spallata della nuova e ambiziosa generazione conservatrice agli ex “giovani democratici” che fondarono nel 1988 la “federazione dei giovani democratici di cui Fidesz è l’acronimo, rimasti poi nei posti di potere anche persa la gioventù (telex).

Lex leader di Jobbik, Vona, ritiratosi a vita privata dopo la mancata affermazione delle scorse politiche, vede dietro lo scandalo la mano dei servizi per portare Fidesz a più miti consigli sul veto al budget UE 2021-2027. di sicuro non era “la prima festa” a cui partecipava Szajer ma solo venerdì, in pieno scontro UE-Ungheria è stato pizzicato (magyar nemzet).

L’editoriale di HVG si concentra sul particolare, confermato, della presenza di soli uomini al festino, che stride con la forte e ripetuto sostegno solo alla “famiglia tradizionale” avuto da Szájer e Fidesz “annunciano un mondo chiuso e monoculturale a cui neanche loro sanno adeguarsi” (HVG).

Diritti dei gay 

Index riprende nel descrivere il personaggio alcuni suoi interventi sul tema dei diritti degli omosessuali: nel dibattito parlamentare del 1996 sul riconoscimento della convivenza tra persone dello stesso sesso, è intervenuto in qualità di oratore principale di Fidesz al progetto di legge sui pari diritto voluto dall’allora governo liberale. Si schierò contro l’ex sindaco di Budapest Tarlos a difesa del tendone arcobaleno al Festival Szige, ma era un’altra Fidesz, prima di svoltare ancora più a destra e di andare al potere con la supermaggiornaza in parlamento. Lo scorso maggio, alla domanda del giornale 168ora se l’osservanza dei Dieci Comandamenti fosse una questione privata rispose che era valida solo per l’individuo, non per le comunità, non per lo Stato laico. (index).

Deutsch Tamas nei guai

Nei guai anche un altro membro fondatore di Fidesz e storico parlamentare europeo, Deutsch Tamas, anche presidente dell’MTK, per il quale è iniziata la procedura di espulsione dal PPE per aver accostato l’attività di Martin Weber, leader del PPE, a quelle della Gestapo e dell’AVO, il servizio segreto dell’Ungheria socialista (nèpszava)

La reazione di Orbán allo scandalo Szájer

In una breve intervista al Magyar Nemzet ha parlato anche Orbán, con poche laconiche frasi che poco lasciano trasparire dell’amicizia lunga 35 anni, della spartizione del potere e forse delle tante tiratine d’orecchi date in questi anni: “quello che il compagno deputato ha commesso non è compreso nei valori della nostra parte politica. Non possiamo scordare e negare 30 anni di lavoro, ma le sue azioni non sono scusabili, né difendibili. dopo quello che è accaduto ha preso l’unica decisione giusta, quando dopo la richiesta di scuse ha rimesso il mandato ed è uscito da Fidesz.” (Magyar Nemzet)

Le reazioni dell’opposizione:

Ferenc Gyurcsány Primo ministro 2004-2009 ed ex rivale storico di Orbán: “Chi di loro ora vorrà ancora parlare con sarcasmo dei gay e affermare che la madre è donna e il padre è uomo?” e, in riferimento ai sospetti di coinvolgimento dei servizi: “Orbán ha lasciato che sul fronte caldo [di Bruxelles] ci fosse un uomo facilmente ricattabile. Orbán e Szájer sono le due gambe su cui viaggia il rischio nazionale. Un’intera classe dirigente pensa che abbia mano libera per fare tutto e invece hanno sconsacrato la cosa che abbiamo di più sacro: la patria, la patria comune”.

Fekete Gyor Andras Leader dei liberali di Momentum: la sostanza è questa “la costituzione cristiano condervatrice di Fidesz è stata scritta da un uomo che con la droga nelle tasche fuggiva sulla grondaia da un’orgia per eludere la polizia” (Fb)

Gyongyosi Marton EP di Jobbik: “Szájer era un pacificatore, un costruttore di ponti, la sua presenza a Bruxelles mancherà a Fidesz”

UE ed espulsione Fidesz 

Lo scandalo Szájer rende ancora più all’ordine del giorno l’espulsione di Fidesz dal PPE, secondo il calendario attuale la votazione potrebbe avvenire nell’autunno del 2021. Altre segni di scollamento sono stati la mancata elezione a vicepresidente della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni di Hidveghi Balázs, boicottata dai colleghi, e l’inusuale fatto che un deputato dimissionario comunichi in primis la decisione al presidente del parlamento e non a quello del proprio gruppo parlamentare.

Veto al recovery fund

Possibile l’approvazione rapida di un recovery funds a 25, che escluda Polonia e Ungheria, ne parla l’autorevole (Financial Times) mentre per il veto al budget 2021 – 2027 la van der Leyen chiede l’approvazione e poi l’eventuale ricorso dei paesi ribelli alla Corte di Giustizia Europea, che è il luogo deputato alla risoluzione delle “differenze di opinione riguardo testi legali senza causare problemi a milioni di Europei disperatamente in attesa di aiuto in mezzo a questa profonda crisi” (The guardian) (telex)

Orbán: L’Ungheria non seguirà la Polonia, il cui primo ministro ieri si è detto propenso a non porre il veto su budget e Recovery funds e accettare le condizioni sullo stato di diritto, un cambiamento di rotta dovuto alla minaccia di distribuire i soldi con un nuovo meccanismo tra 25 paesi, aggirando i due membri ribelli. Una decisione importante perchè concretizza il collegamento tra soldi e rispetto dei valori UE. (index) Orban nel suo settimanale intervento del venerdì mattina ha dichiarato: “per l’Ungheria sono ancora due argomenti separati, come avevo già detto ai tedeschi”. Sulla vicenda Szájer e il sospetto che il caso sia stato fatto scoppiare in concomitanza con la polemica sul veto: “è una domanda maliziosa, non ci sono prove, ma anch’io ho qualche sospetto” Polemizza con l’UE anche sul Covid: “chi non è all’interno dell’UE ha potuto reagire più velocemente al virus”, ha detto citando la Gran Bretagna che è stata la prima ad iniziare le vaccinazioni. (telex) il governo comunicherà le misure con cui verrà affrontato il periodo natalizio solo la settimana prossima, ma i medici sono contrari a ogni alleggerimento (index)

 



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Fonte: Live in Budapest

Foto di copertina: Coceancig/UngheriaNews