La scorsa settimana alcuni ristoratori italiani hanno dato il via alla campagna #ioapro, in risposta (e protesta) alle restrizioni che da troppo tempo proibiscono l’apertura serale dei locali.

Un’iniziativa diffusa in tutta in Italia, ma non decollata dal momento che è mancato l’appoggio di associazioni come Confcommercio e Confesercenti e di tutti quei ristoratori che non credono violare la legge sia la soluzione migliore.

Non avrà avuto il successo sperato in Italia, eppure l’idea è arrivata anche all’estero, inclusa l’Ungheria.

Sfidando le dure restrizioni adottate nel mese di novembre e che vietano qualunque apertura di bar e ristoranti se non per il servizio d’asporto, alcuni locali hanno deciso di riaprire i battenti, schiacciati da troppi mesi di inattività.

Il pub Központ, situato in piazza Madách a Budapest ha riaperto lo scorso venerdì. Secondo la polizia la riapertura ha causato un assembramento notevole (circa 100 persone in fila fuori dal locale). Il Központ ha dunque ricevuto una sospensione di 60 giorni e una multa di 500.000 fiorini.

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La situazione di fronte al Központ nella serata di venerdì.

L’INSOFFERENZA RIECHEGGIA IN TUTTO IL PAESE

Un messaggio quello del Központ che ha avuto seguito. A Nagykanizsa, il Resti Pub e Café ha annunciato che riaprirà le porte dal 1 febbraio secondo il vecchio orario full time e con consumazione in loco.

“Abbiamo rispettato le restrizioni fino ad adesso, ma non abbiamo ricevuto nessun supporto dal governo negli ultimi tre mesi,” si legge sulla loro pagina Facebook.

Accolti a braccia aperte anche polizia e personale dell’ufficio delle tasse NAV: “non saranno sicuramente d’accordo con la nostra decisione ma se hanno tempo e risorse per svolgere il loro lavoro,” potranno almeno contare sul buon caffè del Resti Pub.

L’Associazione ungherese di albergatori e ristoratori (MSZÉSZ) ha suggerito ai suoi membri che riaperture non saranno possibili fino a Pentecoste (23 maggio) sebbene non si tratti di una data ufficiale fornita dal governo (che ha smentito una tale notizia) ma solo un consiglio e una previsione dell’Associazione.

Al Resti pub ha fatto eco il caffe Lotti di Miskolc, che annunciato un ritorno agli orari di apertura normali dal 1 febbraio.

Il centro operativo del coronavirus ha riportato la notizia della chiusura di due ristoranti nel corso del weekend per non aver rispettato le restrizioni, portando il totale dei casi a 119.

Secondo il tenente colonnello della polizia ungherese Róbert Kiss “il rispetto delle regole è l’unica garanzia che abbiamo per tenere l’epidemia sotto controllo.”

Ha ricordato dunque quanto sia importante che ristoratori e proprietari di bar continuino a cooperare con il governo.

Nel frattempo i dati riportano che sono oltre 86 mila i contagiati in tutto il Paese mentre continua la campagna di vaccinazione che ha già visto inoculato l’80% del personale sanitario.



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Foto: pagina ufficiale del Központ e welovebudapest.