Lo scorso lunedì 15 febbraio, l’iniziativa diplomatica regionale denominata Gruppo di Visegrád (o Visegrad 4 – V4) ha festeggiato il suo 30° anniversario dalla fondazione avvenuta nell’immediato post era sovietica. Per l’occasione, i presidenti di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia si sono riuniti martedì per un vertice ad hoc nella penisola di Hel nella Polonia settentrionale.

Nata come piattaforma per la cooperazione regionale che coinvolge quattro paesi membri dell’UE e della NATO: Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, il V4 è un’alleanza cultural-politico-diplomatica tra i Quattro paesi dell’area Central-Danubiana volta a promuovere cooperazione reciproca in questioni militari, culturali, economiche ed energetiche e per promuovere la loro reciproca integrazione nell’UE.

Il Gruppo trae la sua denominazione direttamente dai primi  incontri al vertice tra Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia svoltisi nella città-fortezza ungherese di Visegrád il 15 febbraio 1991, che a sua volta, più di seicento anni addietro, nel 1335, aveva ospitato un celebre Congresso reale tra i sovrani del Regno d’Ungheria (re Carlo Roberto/Károly Róbert), di Boemia (re Giovanni I) e di Polonia (re Casimiro III) accomunati da un’iniziativa anti asburgica volta a creare nuove rotte commerciali che bypassassero il nodo commerciale viennese favorendo con ciò nuovi e più facili accessi ai vari mercati europei. Una continuità storica che serve a rimarcare l’importanza che i Quattro Paesi rivestono nell’area Danubiana.

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Vista panoramica del castello di Visegrád, in Ungheria

Partendo dalla semplice cooperazione di buon vicinato, uniti anche dalla consapevolezza sulle sfide sociali ed economiche comuni, dalla comprensione del valore della solidarietà regionale e dalla volontà di realizzare obiettivi comuni di politica europea ed estera, il Gruppo è andato vieppiù acquisendo consapevolezza ed autorevolezza diventando una vera e propria entità geopolitica dotata di ampia autonomia operativa che elabora e promuove una visione europeista basata sul riconoscimento delle identità nazionali in contrasto con le tesi federaliste e globaliste predominanti di Bruxelles.

Varie le iniziative politico-diplomatiche di cui il Gruppo si è fatto portatore negli anni sostanziando e legittimando la propria esistenza: dalla cosiddetta Iniziativa dei Tre Mari, al Coordinamento in sede comunitaria, fino alla formulazione di agende estere per la crisi Ucraina del 2014 e quella più recente nella Bielorussia di Lukashenko.

In questa prospettiva trentennale si può ben affermare che il Gruppo di Visegrád sia diventato non solo uno dei simboli della nuova Europa unita e di una trasformazione politica ed economica di successo dei paesi della regione, ma anche un esempio di efficace cooperazione regionale all’interno Unione, che contribuisce alla formazione delle politiche europee e al rafforzamento della sua competitività economica.

L’analisi del contesto politico di fondo che vide la nascita del Gruppo è basilare per comprendere appieno I motivi alla base della sua creazione: sulla fine degli anni ’80 il continente europeo venne riunificato grazie allo smantellamento della cortina di ferro in seguito alla caduta del Muro di Berlino e alla disgregazione dell’URSS, che aveva dominato questi paesi mantenuti per decenni nella propria orbita economico-politico-militare.  Il 15 febbraio 1991, il presidente polacco Lech Wałęsa, il presidente cecoslovacco Václav Havel e il primo ministro ungherese József Antall firmarono una dichiarazione congiunta che segnò la nascita di quello che allora era ancora chiamato il “Triangolo di Visegrád”. Due anni dopo. nel 1993, la Cecoslovacchia si divise in due, lasciando il posto a due distinte entità sovrane, la Repubblica Ceca e la Repubblica Slovacca. Fu allora che Il gruppo di Visegrád divenne noto come V4.

Oggi Il grande vantaggio del V4 è dato dalla sua flessibilità, dalla sua mancanza di burocrazia e un approccio pragmatico alle questioni di interesse comune. Fondata su una strategia che sin dall’inizio ha favorito un mutuo coordinamento basato sulla concertata cooperazione dei suoi membri  nel rispetto delle peculiari diversità di ognuno, Il Visegrád Four si pone oggi come contraltare regionale di successo nei confronti di una Bruxelles sempre più claudicante che nel corso dei decenni ha sviluppato un nano politico quasi impotente sugli scenari internazionali ed un leviatano burocratico-amministrativo-finanziario che si allontana sempre più dal paese reale della comune casa europea. 

In questo contesto, il V4 si pone più che mai come nuovo baricentro di gravitazione politica regionale da prendere come esempio per la gestione fattiva di politiche concrete ed efficacy in altre rilevanti aree dell’Europa come, ad esempio, il Mediterraneo che da anni attende la soluzione di problematiche specifiche in un’area che coinvolge svariati paesi.



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