Eccomi qua, seduta su una poltrona, in uno studio di registrazione, a parlare della mia prima esperienza all’estero durante lo show radiofonicoExperience the world”. Il microfono a qualche centimetro dalla bocca, la voce rotta, l’agitazione a mille.

Questa è più o meno la sensazione che vivo ogni volta che entro in studio per registrare uno show. Sono solo all’inizio del mio anno ungherese e della mia esperienza di volontariato con la radio internazionale Mustár FM, ma sono sempre più convinta che “Una volta che ti butti, non c’è più da aver paura“. 

Nyíregyháza sto arrivando  

Sono Francesca, ho 27 anni e vengo dall’Italia. Per me il viaggio per Nyíregyháza è iniziato molto prima di sfiorare l’asfalto o di guardare le nuvole dal finestrino. Mi sembrava un giorno come tanti quello in cui ho inoltrato la candidatura per un bando ESC (European Solidarity Corps) per giovani appassionati di radio.

Era il 13 Febbraio 2021. L’associazione Kulturális Életért Közhasznú Egyesület, Punto Locale Eurodesk situato a Nyíregyháza, in Ungheria, era alla ricerca di volontari italiani per il progetto “Different cultures on the same wavelength – ESC XIX“.  Quando sono partita per Nyíregyháza non avevo previsto quanto sarebbe stato sfidante ritrovarsi a vivere lontana dall’Italia. Accompagnata da tanto entusiasmo, curiosità e una videocamera, sono partita per immergermi nella cultura ungherese ma anche per maturare e scoprire me stessa.

Non è facile viaggiare, tempo e spazio ti separano da ciò che hai sempre considerato casa. Eppure erano mesi che cercavo di scrollarmi di dosso tutte le paure che si erano aggrappate alle mie spalle. Ho deciso di metterle nel bagaglio, non senza esitazione, e di provare a cambiare angolatura.  E’ strano viaggiare con le limitazioni imposte per l’emergenza sanitaria. L’area partenze dell’aeroporto di Torino-Caselle era deserta, nessuna fila ai controlli, saracinesche chiuse ad eccezione dei bar, tanto silenzio. Sull’aereo c’erano giusto un paio di passeggeri a tenermi compagnia. Ad Amsterdam e lungo la tratta aerea per Budapest la situazione mi pareva più vicina alla “normalità. Superati i controlli delle forze dell’ordine e uscita dall’aeroporto di Budapest ho provato una sensazione di distensione totale: ero arrivata in Ungheria!

Mi mancava l’ultimo passo: arrivare a Nyíregyháza. Il terminenyír” significa betulla e le località che contengono nel loro nome la parola “nyír” (come Nyíregyháza e Nyírbátor) sono territori che possiedono un immenso bacino di foreste di betulle incontaminate, con bellezze paesaggistiche, laghi, foreste e regioni pianeggianti. Durante il viaggio in treno credo di aver visto il volto più autentico dell’Ungheria orientale: piccoli villaggi e comuni, intermezzati da distese verdeggianti e dalla campagna rurale, tanta calma, armonia, pace e silenzio. 

nyiregyhaza

La piazza centrale di Nyíregyháza.

Il progetto di volontariato europeo in radio 

Noi volontari del progetto collaboriamo con la radio internazionale Mustár FM e, quando la situazione sanitaria lo consentirà, parteciperemo alle attività organizzate dall’associazione volte alla promozione della cultura e della lingua ungherese. La radio non esiste senza un gruppo di lavoro: noi siamo 9 giovani volontari provenienti da Italia, Spagna, Francia, Grecia e Russia. Il confronto con il diverso è quotidiano, stimolante e continuo.  Le attività del progetto sono varie. Realizziamo programmi radiofonici “Language Lesson” sulla promozione della cultura e della lingua del nostro Paese d’origine.

Raccontare l’Italia attraverso la storia dei suoi borghi o dei veicoli made in Italy (come Vespa e Fiat) attenua, in qualche modo, il senso di nostalgia. Vi invito ad ascoltarmi su radio Mustár FM tutti i lunedì dalle ore 18 alle ore 19. Inoltre, registriamo sei diversi programmi radiofonici in lingua inglese: Experience the World (interviste a persone e storie interessanti), Point of View (sulle azioni dell’Unione Europea), Free Topic (argomenti a libera scelta), World Politics (su politiche mondiali), Gossip show e Cultural program (discussione su argomenti e aspetti culturali).

Sto imparando, giorno dopo giorno, che creare una trasmissione radiofonica vuol dire concentrarsi sulle dinamiche di gruppo e sulla responsabilità di ogni partecipante nel processo creativo. Inoltre avere un obiettivo comune rinforza il senso di appartenenza e di cura del proprio lavoro. Voglio vivere questa esperienza consapevole che la paura del diverso non avrà la meglio su un’Europa già molto fragile e divisa, perché la forza dei giovani è tanta e contagiosa. 



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Foto: UngheriaNews

Articolo di Francesca Cavallaro