Incostituzionale la legge sugli straordinari

Sono giorni importanti per l’Ungheria, una serie di sentenza “storiche” sta incidendo sul tessuto normativo del Paese, spesso in contrasto con  il diritto Europeo: la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge sugli straordinari – chiamata anche legge schiavitù – volta ad aumentare il tetto degli straordinati a 400 ore annue consentendone il pagamento con un ritardo fino a tre anni (per intenderci, oltre 10 ore al giorno per una settimana lavorativa di norma composta da 5 giorni) accogliendo il ricorso dei sindacati e dei tantissimi lavoratori che già dal 2018, anno in cui FIDESZ, il partito di Orbán, presentò la legge, riempirono le strade della capitale in segno di protesta contro tali condizioni di lavoro.

Abolita anche la legge sulle ONG

Non solo: qualche giorno fa il Parlamento ha abolito la legge sulle ONG già dichiarata illegale dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Una legge che imponeva alle Organizzazioni di dover rendere pubblici i dati personali dei donatori provenienti da altri Paesi che donassero annualmente più di 500.000 huf (circa 1300€). Questo poneva di fatto condizioni discriminatorie sul piano della privacy e della sicurezza dei dati, e dissuasorie per coloro i quali volessero incentivare l’attività delle ONG su suolo ungherese, creando uno scopenso tra i movimenti di capitali a livello nazionale e transfrontaliero.

Una nuova legislazione prevede però che dal 1° luglio 2021 la Corte dei Conti, guidata da un membro di FIDESZ, debba fornire un resoconto delle associazioni – tranne quelle sportive e religiose finanziate da soldi pubblici – che superano un bilancio di 20 milioni di fiorini (circa 55.000€). Un’altra forma di controllo del governo sulle attività delle ONG sebbene più blanda. Il mondo dell’associazionizmo civile non ha mancato di esprimere dubbi e critiche su questi nuovi provvedimenti.

Certamente, l’abrogazione di queste leggi è un segnale politico da non sottovalutare. Il prossimo anno si terranno le elezioni politiche in Ungheria e il dibattito politico si fa più aspro. 



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Foto: merce.hu