Sapete che la grande arte italiana ha visto il contributo di un misterioso artista ungherese? Naturalizzato italiano Michele Pannonio, conosciuto anche come Pannóniai Mihály o Michele Ongaro, è stato uno degli artisti attivi tra la prima e la seconda metà del Quattrocento alla Corte Estense di Ferrara. In Italia e per le istituzioni italiane del tempo, ha realizzato le sue opere più note, tra cui Thalia il suo più grande capolavoro.

L’ambiente cosmopolita di Ferrara

Ferrara è stata uno dei luoghi culturalmente e artisticamente più attivi in Italia nel XV e XVI secolo – durante le reggenze di Niccolò III d’Este, Lionello d’Este, Borso ed Ercole I d’Este, la città fu il centro di un via vai di artisti e grandi commissioni, luogo cosmopolita e fertile da cui ben presto nacque una vivacissima scuola pittorica, tra le più importanti dell’Italia Settentrionale.

Ai tempi, la Corte ferrarese si ispirava ai modelli cortesi della Borgogna, lasciando trapelare sia a livello di valori sociali che in campo artistico, il culto della magnificenza e della nobiltà di sangue – le arti figurative erano intese al servizio dell’esaltazione della figura dei principi e della vita di corte.

È in questo ambiente creativo che si attesta per la prima volta la presenza dell’artista ungherese, i cui connotati però sono stati e sono ancora parzialmente ignoti…

Identikit dell’artista – chi fu davvero Pannóniai Mihály?

Rispondere in maniera esauriente alla domanda non è possibile, come non sarà possibile trovare una biografia dell’artista, motivo per cui la sua figura è tutt’oggi avvolta in un’aura di mistero.
Per lungo tempo si è trattato di una caccia al tesoro tra i documenti e le fonti che ne hanno attestato la presenza nel ferrarese ufficialmente a partire dal 27 Novembre 1438, stando alle informazioni riportate su un atto notarile.

Una cosa è certa: le origini ungheresi di Pannonio. Dell’infanzia e del luogo di nascita dell’artista nulla è noto, ma si presumono le radici magiare derivanti probabilmente dalle origini paterne. Alcuni storici ipotizzano che, identificandolo come Michele d’Ungheria, egli fu tra i collaboratori di Gentile da Fabriano nel 1423 nella decorazione della Pala Strozzi in S. Trinità a Firenze.
I critici d’arte O. Gombosi e M. Boskovits lo hanno definito come una delle figure che più hanno caratterizzato l’Officina artistica ferrarese, vedendo in lui un chiaro esempio di un’artista formatosi nel clima del Gotico internazionale ma aperto alle novità proto – rinascimentali.

Le opere in Italia e il grande capolavoro, la Musa Thalia

Diverse documentazioni del passato riportano l’operato dell’artista su piccole commissioni all’interno dei cantieri artistici dell’Italia centro – settentrionale, tra cui compaiono decorazioni di arredi per la nobiltà e diverse pitture pubbliche, in particolare tra il 1450 e 1452 per conto del Comune di Ferrara; il 1459 lo ha visto impegnato inoltre nella decorazione della Creazione del mondo e di Adamo ed Eva su un drappo per la chiesa della città stessa.

Per più di ogni altra cosa, Pannonio viene ricordato in tutto il mondo per il suo grande capolavoro, un’olio su tavola raffigurante la Musa Thalia (1456 – 58), realizzata proprio in Italia per lo Studiolo di Belfiore, ritiro estivo dei duchi di Ferrara.

musa Thalia Pannonio Budapest

Musa Thalia (1456-58), Michele Pannonio. 136.5 x 82 cm, olio su tavola – Budapest Szépmüvészeti Múzeum

Nel corso del tempo sono state date diverse interpretazioni dell’opera, ma oggi si identifica il soggetto con la musa dell’agricoltura, come suggeriscono i vari elementi dell composizione: spighe che coronano la testa della donna, grappoli d’uva ma anche lo stato di gravidanza dalla stessa, condizione insolita per una musa e che rafforza senza dubbio l’idea di fertilità.

La forma flessuosa, la figura sottile ed elegante richiamano un gusto tardo gotico mentre gli elementi naturalistici sono di uno stile maggiormente moderno e ciò fa pensare ad un dipinto a due mani con il talentuoso e rivale Cosmè Tura, anch’egli fortemente attivo a Ferrara e nello Studiolo di Belfiore.

Se siete curiosi di ammirare questo capolavoro, lo trovate esposto permanentemente a Budapest al Szépmüvészeti Múzeum!



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Foto: Google Arts & Culture, dominio pubblico