ll 24 luglio scorso, nella gara di sciabola individuale che assieme alla spada femminile inaugurava il programma della scherma ai Giochi di Tokyo, il fuoriclasse ungherese Áron Szilágyi era impegnato nella caccia al suo terzo titolo Olimpico consecutivo dopo Londra 2012 e Rio 2016. Un’impresa mai occorsa ad alcun schermidore maschile mentre fra le donne ci è finora riuscita solo la nostra immensa Valentina Vezzali.

Szilágyi: terzo oro consecutivo

Il caso ha voluto che Áron in finale trovasse il nostro bravissimo e talentuoso Luigi “Gigi” Samele, in cerca anche lui di leggenda nel caso fosse riuscito a fermare l’asso magiaro riproponendo i precedenti successi olimpici nella sciabola individuale italiana appartenuti a Nedo Nadi (oro ad Anversa nel 1920) e al “gigante buono” Aldo Montano (oro ad Atene 2004). L’impresa però non gli è riuscita e all’atleta pugliese, con grande sportività, non è rimasto altro che riconoscere la grandezza dello schermidore ungherese che ha riscritto la storia. Della scherma ma non solo, diventando il primo uomo a vincere tre ori di fila alle Olimpiadi proiettandolo fra i più grandi della tradizione sportiva a cinque cerchi.

Da notare che nella storia delle finali incrociate a doppio tricolore tra Italia e Ungheria ci sono anche quella di Londra 2012, vinta da Szilágyi sul nostro Diego Occhiuzzi, e quella antecedente di Barcellona ’92 riportata da Bence Szabó sul padovano Marco Marin.

Il film-documentario su Szilágyi 

Nelle settimane antecedenti la gara di Tokyo, Áron Szilágyi si era goduto in patria il successo che ha accompagnato nelle sale cinematografiche l’uscita di “Uno Per Tutti” (Egy Mindenkiért), il documentario che lo vede protagonista in prima persona e che narra del suo percorso negli ultimi cinque anni. Dall’oro di Rio alla preparazione in vista di Tokyo. Il film alterna riprese sul luogo di gara, ma filma anche allenamenti e altri momenti più privati come i festeggiamenti per la lauree e il matrimonio.

La prima del film si è tenuta lo scorso 13 luglio e il lavoro del regista András Pires Muhi ha già riscosso recensioni entusiastiche. Da segnalare anche un cammeo del nostro Aldo Montano in cui il livornese elogia il campione ungherese per il suo modo di tirare.

La nascita della scuola ungherese grazie a un italiano

La sciabola ungherese ha una prestigiosa tradizione vantando una lunga serie di campioni olimpici tra cui Jenő Fuchs, Endre Kabos, Aladár Gerevich, e Kárpáti Rudolf. Eppure la nascita della loro scuola è attribuita ad un grande Maestro d’Armi italiano, Italo Santelli (altro incrocio tricolore), considerato uno dei padri della sciabola moderna che con l’Italia vinse la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Parigi 1900 nella gara individuale di sciabola per Maestri.

italo santelli

Italo Santelli a sinistra, in una gara.

A trent’anni, nel 1896, su invito del governo ungherese, Italo (nato in provincia di La Spezia) si trasferì a Budapest e, con il supporto di alcune sovvenzioni governative aprì una sala di scherma (vivóterem) contribuendo cosí a dar vita alla prestigiosa tradizione magiara nella sciabola e nella scherma in generale. La Sala Santelli, la palestra del maestro spezzino, divenne presto uno dei centri sportivi più rinomati della Budapest di primo novecento frequentata dalla nobiltà e dall’alta borghesia di allora. Il suo innovativo metodo d’insegnamento si basava su una maggior flessibilità del polso, e su un miglior lavoro delle dita per controllare la lama e i colpi.

Grazie agli insegnamenti del maestro italiano quindi, si formò così a Budapest una scuola di scherma e di sciabola in particolare, che ottenne e continua ad ottenere successi a livello internazionale come testimonia il meritatissimo oro di Szilágyi.

Curiosità: le uova alla Santelli

E per finire una curiosità in chiusura d’articolo: la cucina ungherese annovera tra i suoi piatti la “Omelette alla Santelli”, secondo una ricetta che risale al celebre Károly Gundel presso il cui rinomato ristorante Santelli era solito fare colazione, preparata a base di di uova, salsiccia, pancetta, pomodoro, formaggio grattugiato e pepe.



Per rimanere sempre informato sull’Ungheria: clicca qui!

 

© Riproduzione riservata

Foto: ilsussidiario